CARAFFA La tregua dopo lo scontro. Dura più di tre ore il consiglio comunale straordinario e aperto di Caraffa convocato su input della minoranza per discutere sul mega-insediamento abitativo conosciuto come “Grassettopoli”, tre ore di dibattito acceso ma sempre nei limiti della dialettica politica. Toni alti ma non violenti che connotano un muro contro muro tra l’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Sciumbata e la minoranza, muro contro muro che però alla fine si stempererà con un’apertura al dialogo da parte del primo cittadino. Un’apertura al dialogo che probabilmente è dettata sia dall’esito del Consiglio comunale, che rivela una platea più orientata sulle posizioni dell’opposizione, ma dettata anche dall’incertezza che incombe sul mega-insediamento progettato dalla Grassetto Costruzioni, società già del gruppo Ligresti, per la realizzazione di un consistente numero di alloggi di edilizia pubblica – alcuni riservati anche agli appartenenti alle forze dell’ordine – e privata localizzati nell’area di Germaneto, la piana alle porte di Catanzaro. Un progetto al centro di polemiche politiche molto accese, con tanto di denunce sui rischi di una cementificazione selvaggia di un’intera area a forte vocazione ambientale e di una speculazione edilizia senza precedenti, e al centro, inoltre, di una lunga vicenda amministrativa e giudiziaria, che prende le mosse negli ultimi anni. Un percorso tortuoso e accidentato, con il parere negativo alla localizzazione del progetto da parte della Provincia, con l’opposizione del Consiglio comunale di Catanzaro e soprattutto con due decreti negativi di valutazione ambientale della Regione, il secondo dei quali annullato dal Tar: ma l’ultimo passaggio ha rimescolato ulteriormente le carte perché il Consiglio di Stato ha sospeso la decisione del Tar riservandosi il giudizio nel merito entro il prossimo mese di luglio. In questo contesto di “nebulosa” si è inserita l’iniziativa dei consiglieri comunali di opposizione Raffaele Fimiano, Andrea Mazzei, Luigi Ciambrone e Nicola Petruzza di chiedere e ottenere un consiglio comunale “aperto” alla cittadinanza di Caraffa. A sintetizzare il senso della richiesta in aula è Fimiano, che sottolinea «le zone d’ombra che circondano questo progetto della Grassetto, le tante bocciature che ha ottenuto a livello istituzionale, le pesanti criticità sul piano ambientale descritte dalle commissioni Vas regionali, con il primo decreto che è ancora vigente, e i colpevoli ritardi e le scelte negative dell’amministrazione Sciumbata, che conferma, proprio su questa vicenda il fallimento della sua azione». Fimiano quindi lancia la proposta di aprire un’interlocuzione con la società per una rimodulazione del progetto che preveda un’altra localizzazione rispetto a quella di Germaneto, con la parte pubblica e sovvenzionata da realizzare nel centro abitato di Caraffa «in modo da affrontare il rischio sempre più concreto dello spopolamento del nostro borgo e della perdita di identità della nostra comunità». Una decina, gli interventi dal pubblico, in gran parte attestati sulla linea dell’opposizione. Tra i presenti c’è anche il presidente della Commissione regionale anti-‘ndrangheta, Arturo Bova, che interviene e invita il sindaco Sciumnbata ad aprire un tavolo di confronto con le istituzioni regionali e territoriali e con la cittadinanza in tutte le sue articolazioni perché «qui si deve decidere se questo paese è destinato a scendere a valle». C’è, tra il pubblico, anche il leader dell’opposizione al Comune di Catanzaro, Nicola Fiorita, che in un post su facebook commenterà: «Sono qui per sostenere la battaglia delle opposizioni, per ribadire il valore del consumo zero di suolo e la necessità di una strategia complessiva dello sviluppo urbanistico della città capoluogo e dei Comuni limitrofi. Ah, della maggioranza consiliare di Catanzaro nessuna traccia…».
A chiudere il consiglio comunale di Caraffa, l’atteso intervento del sindaco Sciumbata, che ripercorre le tappe della “vicenda Grassettopoli” e poi afferma: «Respingo le accuse nei nostri confronti, e ricordo che c’è stata una commissione Vas della Regione che ha impiegato 3 anni per esprime un parere. La nostra posizione – spiega il primo cittadino di Caraffa – è e sarà quella di difendere gli interessi della nostra comunità. Piuttosto, chiedo che si debba fare chiarezza su chi ha davvero provocato i ritardi e ha impedito la realizzazione di un progetto che, va detto, avrebbe sconvolto interessi consolidati nell’area di Germaento». Sciumbata, poi, si dice «non convinto della proposta di spostare l’insediamento, perché dobbiamo ricordarci che c’è una società che fa un grosso investimento e legittimamente ragiona con una logica di mercato» ma alla fine apre al dialogo: «Aspettiamo la definitiva pronuncia del Consiglio di Stato, che auspichiamo sia favorevole al progetto, poi – conclude il sindaco apriamo una discussione per vedere se localizzare la parte pubblica del progetto nel centro abitato di Caraffa».
a. cant.
x
x