CASTROVILLARI Zone dove la criminalità organizzata ha sempre operato e soggetti tutti noti alle forze dell’ordine. L’operazione “Last Minute”, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza coordinati dalla Procura della Repubblica di Castrovillari guidata da Eugenio Facciolla – che ha portato all’arresto di 17 persone (qui la notizia) –, cristallizza la geografia criminale dello Ionio cosentino. «Quando convochiamo le conferenze stampa – spiega Facciolla – non lo facciamo per comparire come figurine ma nella speranza che in qualche modo si possa innescare una scintilla utile a un processo di rinascita sociale». Un appello alla società civile, quello del procuratore, con la speranza che piazze dello spaccio come Timpone Rosso, Via Fiume e Capo Lanza possano essere definitivamente sottratte al controllo della criminalità organizzata. «Il territorio è ben diviso – dice il procuratore – e anche gli appartenenti ai gruppi criminali fanno in modo che regni la pace». Un controllo definito da oltre un ventennio che trova riscontro nell’ultima operazione dei militari. «In questi mesi di indagini – dice il colonnello Piero Sutera – sono emerse tutte le evidenze ben note di questo difficile territorio».
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DROGA ED ESTORSIONI Dieci persone sono finite in carcere, per altri sette il gip del Tribunale di Castrovillari ha disposto gli arresti domiciliari. In totale, le richieste firmate dal procuratore capo Facciolla e dal sostituto Antonio Iannotta sono state per 25 persone. Sessantatré invece i capi di imputazione che vengono contestati ma lo spaccio di sostanze stupefacenti e la tentata estorsione sono i reati più gravi. «Abbiamo lavorato come organi di polizia giudiziaria in totale autonomia, non abbiamo ricevuto nessun aiuto – continua Facciolla – soprattutto da parte delle vittime del reato di estorsione». Il “cavallo di ritorno”, negli episodi contestati, riguarda il furto di mezzi agricoli e la richiesta di riscatto. «Il problema principale – spiega il capo della Procura di Castrovillari – è la certezza della pena. Tutti i soggetti coinvolti hanno un curriculum criminale invidiabile. Vengono tratti in arresto, poi condannati ma non scontano il totale della pena inflitta. Per questo motivo spesso le vittime hanno timore e paura a collaborare con noi, preferendo una denuncia per favoreggiamento».
LE INDAGINI I militari della compagnia di Castrovillari del capitano Giovanni Caruso hanno iniziato l’articolata attività di indagine dal tentativo di estorsione attraverso il metodo del “cavallo di ritorno” ai danni di un agricoltore nell’aprile del 2017. Mezzi agricoli indispensabili all’attività dell’agricoltore e una richiesta di riscatto di 13mila euro. Gli stessi uomini, poi, erano quelli dediti allo spaccio. Tutti intranei alla cosca Abbruzzese-Zingari.
Per riuscire ad incastrarli, oltre alle captazioni telefoniche, è stato necessario anche installare cimici, come ad esempio il caso del controllo a casa della nonna degli arrestati che fanno riferimento alla famiglia Milito. Questi ultimi insieme a Leonardo Jhonny Bevilacqua sono i protagonisti dell’intera vicenda. «Utilizzavano dei linguaggi molto criptici – dice il sostituto Iannotta –. Per questo è stato necessario ricorrere alle intercettazioni ambientali che ci hanno permesso di avere un riscontro di quello che da tempo stavamo controllando telefonicamente». “Siamo due piccoli” era il modo per dire che c’erano due dosi pronte ad essere vendute oppure “1 minuto al campo” era il modo per farsi dare la dose di eroina a Lauropoli mentre “Divieto” stava a significare l’appuntamento a via Fiume, strada a senso unico.
Lauropoli, comune di Cassano allo Ionio, è la zona più attenzionata: Milito e Bevilacqua la controllano e dettano le loro regole. Una zona fiorente per lo spaccio, dove nei soli mesi di indagine sono stati verificati dagli inquirenti oltre 280 episodi di cessione, che hanno permesso l’arresto in flagranza di 7 persone e la segnalazione alla prefettura di Cosenza di 45 soggetti come assuntori. «Tra spacciatori e assuntori – conclude il colonnello Sutera – i rapporti erano ottimi. Basti pensare che molti andavano a Timpone Rosso anche più volte lo stesso giorno, qualcuno chiedeva lo sconto. Abbiamo assistito anche al caso di un assuntore che non soddisfatto della merce ne ha chiesto la sostituzione ed è stato accontentato».
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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