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«La Regione e i sindacati non dovrebbero interferire sulla Rsu»

di Rsu firmatari della mozione di sfiducia*

Pubblicato il: 29/01/2019 – 15:26
«La Regione e i sindacati non dovrebbero interferire sulla Rsu»

In riferimento all’articolo apparso il 26 gennaio u.s. sul Corriere della Calabria dal titolo “RSU Giunta Regionale della Calabria. Basta Polemiche” a firma del Segretario Generale e Aziendale della CISL FP, corre l’obbligo, a memoria presente e futura, ripercorrere i tratti salienti del percorso (o del mancato percorso) che ha condotto la RSU della Regione Calabria dall’indomani della sua elezione e sino ai nostri giorni. I giornali fanno chiarezza (o possono generare dubbi) e, nel caso di specie, non risolvono le dinamiche interne della RSU. Lungi, dagli Scriventi, fare polemiche che, come già asserito, sono sempre improduttive e dannose per i lavoratori ma lo sono ancor di più le false verità, specie quelle che ribaltano, la volontà espressa dagli stessi dipendenti, chiamati ad eleggere i rappresentanti sindacali unitari (RSU), nel segreto delle urne, non più tardi di 9 mesi fa. Per amor di chiarezza riteniamo opportuno portare sempre rispetto a tutti coloro che, esercitando il diritto di voto, ci hanno consentito di rappresentarli: ed è proprio da loro che prendiamo lezioni di democrazia. L’obiettivo del presente excursus è quello di raccontare quanto sta accadendo, a nostro avviso, nel più grande Ente della Calabria ove in materia sindacale la superficialità è dilagante. In data 4.7.2018 previa autoconvocazione contestata dal consigliere anziano primo eletto, 14 RSU (su 27) indicavano S.C. (eletto nella lista CISL FP) quale Coordinatore della RSU. Ebbene uno dei 14, come successivamente acclarato dal Dipartimento Personale, Settore delegato alle relazioni sindacali, era già in utilizzo dalla data del 30.3.2018 ( quindi ancor prima delle elezioni RSU) presso azienda Calabria Lavoro. Tale situazione ai sensi della circolare ARAN n. 1 del 2018 lo poneva di fatto già in palese situazione di incompatibilità, collocandolo al di fuori della RSU, essendogli impedita di norma, la possibilità di esercitare il ruolo di RSU contestualmente all’utilizzo in altro Ente (che ancora permane). Per chiarezza quindi l’elezione di S.C. a Coordinatore e del Coordinamento tutto (composto da altrettanti n. 6 RSU), non è avvenuta a larga maggioranza, essendo di fatto dubbia nella sua composizione avendo tra i votanti la suddetta RSU. Sebbene sin dal mese di luglio 2018, parte della RSU, venutane a conoscenza, ha portato all’attenzione di siffatta situazione la Parte Pubblica sino alla data del 21 gennaio u.s. Il Coordinatore S.A. unitamente al coordinamento RSU) hanno comunque esercitato il proprio ruolo, senza a nostro avviso pervenire ai giusti risultati che i dipendenti si attendevano, in particolare la stipula del CIDA 2018 che avrebbe assicurato la possibilità di effettuare – prima fra tutte – la progressione economica orizzontale (PEO) per l’annualità 2018, purtroppo altrimenti persa (cosa per altro accaduta). Per tali motivi il 21 gennaio con inizio alle ore 9.45 previa autoconvocazione e documento di sfiducia, inviati a tutti i 27 eletti e pubblicati nella bacheca sindacale dell’Ente, si e’ svolta l’assemblea RSU; presenti 14 RSU su 27 (di cui n. 1 dimessosi in questa sede dal precedente Coordinamento) che hanno eletto (regolarmente e in piena democrazia) il nuovo Coordinatore e i componenti della delegazione trattante RSU, trasmettendo il verbale assembla (prot. 0023556 del 21.1.2019 ore 15:16) al Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane, all’Assessore alle Politiche del Personale e al Settore delegato alle relazioni sindacali e dandone conoscenza a tutti tramite la bacheca sindacale informatica. Pertanto non si è trattato di alcun tentativo di usurpare ruolo e funzioni, ne’ di colpo di Stato, ma di motivata scelta democratica autonoma (concetto forse poco consono a chi ci accusa di despotismo): la “maggioranza già inficiata” formatasi il 4.7.2018, di fatto al 21 gennaio u.s. non esiste più! E se non esiste più, significa…che l’assemblea è chiamata ad eleggere nuovamente i suoi rappresentanti.. così come è stato! Ciò detto, veniamo ora alle “romanzate affermazioni” sulla presunta volontà degli 11 RSU eletti nella UIL FPL di impedire ostinatamente l’ingresso dei 10 eletti RSU dei Centri per l’Impiego, poi trasferiti dalle province alla Regione Calabria, da aggiungere ai 27 RSU eletti in Regione. Non vogliamo fregiarci di alcun titolo che non ci appartiene ma, le regole “basilari” pensiamo di conoscerle.. e quindi, sappiamo benissimo che la composizione numerica della RSU in tutta la P.A. non compete né alla parte pubblica né alle OO.SS ma è di diretta applicazione del CCNQ che determina per 3 anni il numero costitutivo delle RSU. Ad onor del vero, l’autonomia della RSU impone, da Regolamento, in capo al Coordinatore l’obbligo di convocare i 10 RSU (compresi i 2 appartenenti alla Uil Fpl) in Assemblea onde procedere all’integrazione numerica e non al Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane. Questo proprio al fine di evitare possibili interferenze tra la parte pubblica e quella sindacale. A questo punto è lecito chiedersi: a distanza di 6 mesi circa dal fatidico “mese di luglio” perché il Coordinatore uscente non ha proceduto alla convocazione? Come mai non si è tenuta l’obbligatoria Assemblea che avrebbe dovuto prendere atto dell’ingresso di altri 10 RSU da aggiungere ai 27 precedenti previa dichiarazione di compatibilità alla carica in Regione dei nuovi RSU (procedura sconosciuta a tanti)? Come mai, il precedente Coordinatore non è stato ragguagliato dal Suo Coordinamento? Forse bisogna dubitare che proprio in quel momento qualcuno, da un lato proclamava l’obbligo di effettuare l’accorpamento di RSU e dall’altro continuava formalmente a posticiparlo? Come mai se c’erano eventuali dubbi non si e’ provveduto a richiedere già ad agosto 2018 un parere all’ARAN? E se tali dubbi non c’erano perché il Coordinatore (anche su impulso di altri, comprese le organizzazioni sindacali ) non ha proceduto ad effettuare la convocazione dell’assemblea RSU? Ma arriviamo addirittura a sfiorare il ridicolo nel momento in cui, pubblicato il documento di sfiducia nei confronti del Coordinatore, da parte di 14 RSU e fissata l’assemblea dei 27 RSU (tanti erano a quella data) per lun. 21 gennaio u.s. accadeva una coincidenza imbarazzante (forse tanto per chi con insistenza la desiderava che per chi se ne è attribuito la paternità sul piano formale). Venerdì 18 gennaio alle ore 16.52 di pomeriggio veniva convocata, tramite pec, dal Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane per lunedì 21 gennaio (in concomitanza con l’assemblea RSU) una riunione di delegazione trattante avente ad oggetto “Avvio trattative CIDA 2018-2020”. Da precisare che nell’elenco degli invitati non comparivano affatto i 10 RSU eletti presso i centri per l’impiego. Pur tuttavia e’ interessante segnalare che il Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane (e non l’assemblea RSU) d’ufficio aveva provveduto ad effettuare il subentro di un RSU andato in quiescenza (senza la presa d’atto dell’assemblea RSU prevista da Regolamento). E ancor più grave risultava (ancora!!! ) nell’elenco degli invitati lo stesso RSU, in utilizzo in altro Ente (chiaramente in posizione di decadenza) che non può esercitare il ruolo. A seguito di segnalazione della UIL FPL sul mancato rispetto dei termini di preavviso della convocazione il Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane ( Presidente della Delegazione Trattante di Parte Pubblica) comunicava, tramite pec, domenica 20 gennaio 2019 ai 27 RSU e alle organizzazioni sindacali, il rinvio della seduta di pari oggetto ad altra data, che sarebbe stata fissata definitivamente il giorno successivo. Nulla si diceva sull’eventualità di ampliare la platea degli invitati ad RSU eletti altrove (centri per l’impiego) e poi trasferiti in Regione. Arriviamo dunque a lunedì 21 gennaio. Con seduta terminata alle 11.46, in Assemblea veniva eletto il nuovo Coordinatore Tina Alessandra Bufano e il nuovo coordinamento (Caridi, Sodaro,Tiano, Corsi, Garcea, Bloise), trasmesso formalmente al personal
e con richiesta urgente di convocazione per definire il CIDA 2018, giusta nota prot.0023556 di pari data ore15:16. Solo 1 ora e 36 minuti dopo con pec delle 16:52 e allegata nota prot.0023832 delle ore 16:32 il Presidente della D.T.P.P. e Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione e Risorse Umane comunicava per venerdì 25 gennaio la data della Delegazione Trattante con all’oggetto “Avvio trattative CIDA 2018-2020” allargando, questa volta, la partecipazione ai 10 eletti RSU nei centri per l’impiego e sostituendosi a tutti gli effetti all’assemblea RSU, senza effettuare la presa d’atto prevista dal Regolamento e ignorando le dichiarazioni di compatibilità di competenza esclusiva dell’assemblea RSU. Ebbene secondo quali norme regolamentari nella seduta di delegazione trattante sarebbe stato riconfermato il Coordinatore uscente S.C. alla guida della RSU e allo stesso modo riconfermata la precedente delegazione RSU? Può mai la Parte Pubblica in Delegazione Trattante scegliere i rappresentanti dei lavoratori? O forse è più facile far credere che l’investitura sia arrivata dal Presidente della D.T.P.P.? E se così fosse con quali prerogative? Purtroppo, per chi ci sperava, la norma è un’altra e sul punto, ricordiamo a tutti, che la competenza è dell’Assemblea della RSU la quale, per la fattispecie, non si è riunita. E’ evidente che agli atti, ad oggi ,l’unico Coordinatore democraticamente eletto in Assemblea, e non dal Dirigente del Personale, resta ed è Tina Alessandra Bufano e che i delegati sono i sigg. Caridi, Bloise, Corsi, Sodaro, Tiano e Garcea: 14 RSU su 27 – democraticamente – hanno approvato una mozione di sfiducia sul precedente operato e hanno formalmente nominato un nuovo coordinamento. Nuove Assemblee decideranno eventualmente altro, ma non certo l’Ente che non dovrebbe interferire sulle dinamiche interne della RSU così come nessun Segretario finanche quelli di autorevoli sigle sindacali. Nei contenuti prendiamo ancora una volta atto che chi e’ assente o avvezzo a non intervenire in Delegazione Trattante e’ altresì spesso abituato a scrivere sui giornali facendo elenchi di richieste fatte alla parte pubblica ma stranamente non rese note nelle sedute di delegazione. Ad ogni modo resta per tutti l’amaro in bocca perché a tutt’oggi siamo senza contratto decentrato 2018, senza Regolamento per le PO e abbiamo perso una progressione economica orizzontale oltre a non aver potuto usufruire di progressioni di carriera (possibili già dal 2018) non certo per colpa nostra. E in tale baraonda la parte pubblica e altri (che tanto hanno a cuore le nostre sorti), hanno deciso di riconvocarsi tra soli 15 gg., tanto non c’è fretta. A breve organizzeremo una Assemblea dei dipendenti per reclamare, insieme, la piena distanza da chi ritiene normali questo stato di cose. Da chi ritiene che l’espressione di voto dei rappresentanti sindacali si possa modificare a tavolino. In conclusione, concordiamo sulla necessità di liberarsi dagli individualismi, e nel rivolgerci ai colleghi RSU, ribadiamo: ritroviamo quella libertà di pensiero ormai persa, scevra da pregiudizi e da catene che ci potrà condurre davvero all’unità della RSU al fine di ridare ai rappresentanti dei lavoratori quel ruolo che il CCNL gli assegna e che altri vorrebbero limitare. Noi ci siamo. E voi?

*I 14 Rsu della Regione Calabria firmatari della mozione di sfiducia

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