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«Sfiduciamo Crisci perché il Campus sta morendo» – VIDEO

Il Consiglio degli studenti spiega la rottura con il rettore. «Comunità universitaria svuotata non solo dal punto di vista accademico ma anche sociale»

Pubblicato il: 13/02/2019 – 17:30
«Sfiduciamo Crisci perché il Campus sta morendo» – VIDEO

RENDE Gli studenti “sfiduciano” Crisci e il rettore dell’Unical (per il momento) incassa il colpo. Non basterà l’ultimo semestre di governo del campus al “magnifico” per risanare i rapporti con la rappresentanza studentesca. «Non stiamo improvvisando niente – spiegano gli universitari –. Nel documento di sfiducia ci sono le battaglie che abbiamo portato avanti in questi anni. Noi non abbiamo maggioranza all’interno degli organi di governo, per cui l’unica cosa che possiamo fare è denunciare pubblicamente quando le cose vanno male». E così nero su bianco, al rettore arriva la missiva in cui lo si accusa di essere stato poco trasparente (nonostante il suo ufficio fosse nel cubo di vetro), di non aver tutelato gli studenti e di aver svuotato una comunità non solo dal punto di vista accademico ma anche sociale.
https://www.youtube.com/watch?v=xXChaQ9EXcU&t=3s
NON UN PASSO INDIETRO Delle lotte intestine tra studenti e governance dell’ateneo il punto di non ritorno è rappresentato dalla sospensione per il rinnovo del Senato accademico e del consiglio di amministrazione. Elezioni indette, campagna elettorale iniziata e dopo pochi giorni la scure del decreto che bloccava tutto visto il ricorso alla giustizia amministrativa da parte di una candidata.
«Il Tar oltre ad escludere la ragazza ci dice che l’iter elettorale deve proseguire». Domenico Tulino, componente del Cda, è un fiume in piena. «Poco meno di una settimana fa abbiamo ricevuto una comunicazione dal rettore – continua – nel quale ci viene chiesto se votare insieme al Cnsu o dopo le elezioni del rettore. Per noi è stata una provocazione». Uno sgarbo che merita come risposta soltanto l’avvio di una proposta di sfiducia. «Chiediamo di votare il prima possibile, anzi – conclude Tulino – un rettore lungimirante che vuole la legalità non ci avrebbe mai dovuto chiedere di votare dopo le elezioni del rettore stesso».
MANCA LA RAPPRESENTANZA «Abbiamo fatto questa azione perché il campus sta morendo non solo come popolosità (da 35mila a 26mila), ma muore anche la vivibilità e sicurezza tra i cubi. Per anni il rettore ci ha detto che siamo in un oasi felice ma così non è». Nicola Caruso è senatore accademico da ormai due anni ma denuncia la politica della proroga e dell’urgenza del rettore Crisci. «Ci si limita ad organizzare tutto in prossimità delle scadenze, non c’è programmazione. Noi non siamo amanti delle proroghe, non rappresentiamo i cittadini di un Comune ma studenti che finiscono il loro ciclo di studi e vanno via. Ci sono studenti che si sono iscritti e laureati e non hanno mai votato i loro rappresentanti». Quattro studenti su ventidue componenti al Senato e due rappresentanti al consiglio di amministrazione su un totale di dieci. «Questi sono i nostri numeri e questa è la nostra forza – spiega Danilo Guaragna di Athena –. Non possiamo transigere su di un punto principale e cioè che il consiglio di amministrazione è abusivo perché Diego Mazzitelli è attualmente un dottorando, non uno studente regolarmente iscritto ad un corso di laurea». E se mancano concretamente i numeri per una sfiducia ufficiale, c’è il terremoto politico e accademico sul quale gli studenti sperano si possa iniziare una discussione concreta sul futuro del campus. «Non deve essere una mozione di sfiducia limitata agli studenti – dice Vincenzo Fallico, vicepresidente del consiglio degli studenti – ma deve riguardare tutta la comunità universitaria. Noi siamo sempre dalla parte degli studenti e offriamo delle risposte concrete».
PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A regolare l’iter per avanzare la mozione di sfiducia del rettore è l’articolo 2.2 dello statuto di ateneo. Per legge un terzo dei ventidue senatori deve proporre all’intero Senato la sfiducia del rettore e, dopo questa richiesta, il rettore è obbligato a inserire la “sfiducia” come ordine del giorno all’interno della discussione. Passata la mozione, l’iter prosegue solo dopo che due terzi dei senatori votano la sfiducia. Incassato il voto del Senato tocca al decano l’obbligo di indire una elezione all’interno della comunità accademica chiamata ad esprimersi sulla conferma o rimozione del rettore. Solo al termine di quest’ultimo voto la procedura è ufficialmente terminata.

Michele Presta
m.presta@corrierecal.it

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