ROMA «Lo scioglimento dell’Asp di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose conferma il quadro che ho descritto giorni fa. Il governo non fa un passo indietro e continua il suo impegno per cambiare radicalmente la sanità calabrese a dispetto di chi si avvantaggia di questa situazione». Così il ministro della Salute, Giulia Grillo, commenta in un tweet, la notizia dello scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per infiltrazioni della ‘ndrangheta. Grillo torna anche sul decreto annunciato nel corso della recente visita in Calabria, atto pensato per dare al governo il potere di intervenire e nominare commissari per le Aziende della sanità. «Il quadro in Calabria è veramente allarmante – spiega – e penso che il decreto per la Calabria in questo momento sia una delle cose più urgenti che il Consiglio dei Ministri dovrà approvare; sto andando a parlare col premier Conte proprio di questo».
«Con i miei commissari – ha rilevato – arrivo a valutare anche una situazione di disastro economico mostruoso. Parlo di disastro economico mostruoso – ha spiegato Grillo a margine della presentazione del rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della legge per la terapia del dolore – perché tutte le aziende sanitarie e ospedaliere hanno chiuso i bilanci in negativo per decine di milioni di euro». Il ministro ha quindi affermato di essere «molto preoccupata per la situazione calabrese: il 7 marzo è stata sciolta per l’infiltrazione mafiosa la Ast di Reggio Calabria e questo conferma la gravità della situazione calabrese che purtroppo, vi anticipo – ha affermato – non riguarda solo questa Asp ma riguarda anche altre aziende sanitarie». In merito al decreto per fare fronte alla situazione di emergenza in Calabria, Grillo ha precisato che «la parte sanitaria è stata già illustrata agli altri ministeri. I tempi sono solo tecnici, è un decreto importante e lo stiamo ultimando; spero – ha concluso – che nell’arco di una decina di giorni vedremo il risultato».
«ATTO DOVEROSO E DOLOROSO» Assieme al ministro, intervengono anche i parlamentari del M5S in Commissione Antimafia. «Prendiamo atto – scrivono – del provvedimento con il quale il Consiglio dei ministri, su proposta del prefetto di Reggio Calabria, ha deliberato lo scioglimento dell’Azienda sanitaria provinciale della città calabrese per infiltrazioni della ‘ndrangheta e riteniamo che sia un atto tanto doveroso quanto, ancora una volta, doloroso. Le indagini faranno il loro corso, ma se le accuse verranno confermate sarebbe l’ennesimo caso di criminalità organizzata che si infiltra in uno dei settori chiave della società. Questa situazione non è più tollerabile».
«Un plauso dunque alle istituzioni, con in testa il prefetto Di Bari e la ministra Grillo, che sono state tempestive nell’individuare l’emergenza e non hanno fatto tardare la risposta dello Stato. L’augurio, infine, è che in Calabria si ristabilisca la legalità in ambito sanitario. Anche la Bicamerale di cui facciamo parte – conclude – si impegna nel monitoraggio costante della situazione».
«TOTALE ASSENZA DI NORMALITÀ» «Il commissariamento dell’Asp di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose è utile a salvaguardare l’amministrazione pubblica. Accanto ai problemi di infiltrazioni, di cui il governo si è fatto giustamente carico, bisogna completare l’opera e ricordare la storia gestionale di questa azienda, negli anni caratterizzata dalla totale assenza di normalità, da nomine dirigenziali illegittime, dalla sparizione dei documenti sull’uscita di circa 400milioni, dalla mancanza di programmazione, dall’affossamento di reparti fondamentali per il territorio, da logiche e pratiche clientelari e da un’irresponsabilità politica assoluta dei vecchi centrodestra e centrosinistra». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5s Francesco Sapia, Giuseppe d’Ippolito, Bianca Laura Granato e Paolo Parentela, che aggiungono: «L’attenzione resti alta sulle necessarie verifiche in ordine a possibili interessi criminali nella sanità reggina, fermo restando che, indipendentemente da appetiti o radici criminali, nel tempo l’Asp di Reggio Calabria è stata gestita nel peggiore dei modi e questo lo sapevano tutti; anche il prefetto Michele Di Bari, che per esempio convocò più tavoli, rivelatisi infruttuosi, sull’ospedale di Locri».
«Perciò – proseguono i parlamentari 5stelle – bisogna considerare che nell’Asp reggina c’è una situazione amministrativa che ricorda tanto i regimi sudamericani. Soprattutto con riferimento alla sanità, è dunque indispensabile che la magistratura abbia gli strumenti migliori per reprimere i reati contro l’amministrazione pubblica. Ancora, occorre – sottolineano i 5stelle – invertire la tendenza nella selezione dei vertici delle aziende del Servizio sanitario calabrese, che gira e volta sono sempre gli stessi manager, trasversali, protagonisti di buchi di bilancio grossi quanto certificati». «Ci auguriamo – concludono i parlamentari 5stelle – che la ‘ndrangheta venga messa all’angolo, ma siamo consapevoli che le falle del sistema sanitario regionale hanno cause in primo luogo politiche, per rimuovere le quali serve la coscienza e la voglia di riscatto degli elettori calabresi».
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