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«Il Cdm a Reggio è l'ennesimo sgarbo per Catanzaro»

La proposta di un gruppo di associazioni: via il Tricolore dal municipio. Abramo: «Mortificante sul piano istituzionale»

Pubblicato il: 17/04/2019 – 14:43
«Il Cdm a Reggio è l'ennesimo sgarbo per Catanzaro»

CATANZARO In vista del Consiglio dei ministri in programma domani a Reggio Calabria, alcune associazioni di Catanzaro – Catanzaro Nel Cuore, Cara Catanzaro, Petrusinu Ogni Minestra, Catanzaro in Movimento, Fare per Lido, Catanzaro è la mia Città, Mirabilia, Unite ad Arte – in una nota invitano il sindaco Sergio Abramo e la deputazione catanzarese «a non presenziare a quello che senza ombra di dubbio è l’ennesimo sgarbo istituzionale alla città di Catanzaro in quanto Capoluogo della Regione» e invitano Abramo «a togliere la bandiera italiana da palazzo De Nobili, sede del Comune, un gesto forte e significativo che, siamo certi, rappresenta il senso di rabbia e delusione del popolo catanzarese nei confronti del Governo».
«Avere organizzato il Consiglio dei ministri non nella sede deputata che è il capoluogo Catanzaro, bensì nella città di Reggio – è scritto nella nota – dimostra per l’ennesima volta quanto il senso delle regole sia poco considerato proprio da chi dovrebbe rappresentare ai massimi livelli la prassi istituzionale. Il premier Conte arriverà alle ore 13 con i suoi ministri in riva allo Stretto per discutere e approvare il “decreto Calabria”, dunque un affare che riguarda l’intera regione e non una singola città. Ricordiamo che sempre Conte era già stato a Reggio lo scorso 23 novembre 2018 ed in quell’occasione disse che “c’è da testimoniare l’attenzione dell’autorità di governo per quanto riguarda il rispetto della
legalità”. Noi aggiungiamo che il rispetto della legalità deve intendersi in senso lato e deve partire da quei gesti, che non sono solo simbolici, che riconoscano ad ognuno il suo, a ciascuno i propri ruoli, nel rispetto delle specifiche funzioni. Comprese quelle di un capoluogo di regione».
«Ma se oggi è il Governo Lega-Cinquestelle a mostrare poco tatto istituzionale nei confronti di Catanzaro – affermano ancora le associazioni – ieri lo ha fatto Matteo Renzi: dal 2014 al 2016 l’allora premier è venuto in Calabria quattro volte e gli incontri si sono tenuti a Reggio. Persino quando si è dovuto firmare il “Patto per la Calabria”. Tornando più indietro nel tempo, ricordiamo un altro Consiglio dei Ministri tenutosi in Calabria: era il 28 gennaio del 2010 e all’epoca il premier era Silvio Berlusconi. La sede dell’incontro, ancora una volta, non il capoluogo di regione bensì la città dello Stretto».
ABRAMO: «MORTIFICANTE» «L’ennesimo sgarbo istituzionale ai danni di Catanzaro. È stato mortificante, su un piano istituzionale, apprendere come, ancora una volta, il capoluogo della Calabria non sia stato preso in considerazione, dal premier Conte, come sede del Consiglio dei ministri che si terrà domani nella nostra regione. Catanzaro sarebbe stata la città istituzionalmente più adatta a ospitarlo. L’avevo già sottolineato nella lettera ufficiale inviata al premier. Lo ripeto ancora adesso». È quanto dichiara il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo. «Per liberare il campo da dubbi e strumentalizzazioni – aggiunge Abramo – devo ribadire che la mia non è una presa di posizione dettata da ragioni di campanile. È mossa, invece, dalla semplice e lineare volontà di far rispettare la legge che nel 1970 istituì il capoluogo a Catanzaro e che, in quanto tale, renderebbe naturale organizzarvi un Consiglio dei ministri. Farlo, in sostanza, avrebbe significato dimostrare un forte senso di rispetto istituzionale, ma soprattutto non avrebbe prestato il fianco a chi ancora soffia sulle brace di quel becero campanilismo che tante ferite ha inferto alla nostra regione. Non è stato fatto in passato, si è evitato di farlo anche adesso: è da qui che nasce questo mio sfogo. Catanzaro, oltretutto, presenta le giuste caratteristiche logistiche e funzionali per ospitare un incontro così importante: non solo e non tanto nei palazzi del Comune, della Provincia o della Prefettura, ma soprattutto nella Cittadella regionale, la Casa dei calabresi, luogo facilmente raggiungibile da ogni parte del territorio per la sua posizione baricentrica e la sua vicinanza al principale scalo aeroportuale calabrese».
«Non mi sorprende – dice ancora il sindaco di Catanzaro – che la deputazione catanzarese di maggioranza, cioè quella targata Cinquestelle, non abbia mosso un dito per sensibilizzare il suo Governo. Ma non posso far finta di non ascoltare, facendo mie, le legittime rimostranze dei tanti concittadini e delle associazioni che speravano di non assistere, ancora una volta, all’ennesimo sgarbo istituzionale perpetrato ai danni del capoluogo. Nonostante tutto, noi andremo avanti: abbiamo sempre difeso il nostro ruolo e continueremo a farlo nelle modalità più opportune e senza mai far venire meno il senso dello Stato».

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