VIBO VALENTIA Era sceso in cortile intorno alle 21 di domenica sera quando una pioggia di proiettili di vario calibro lo ha investito. Domenic Signoretta, 45 anni, ritenuto dagli inquirenti braccio destro di Pantaleone Mancuso, alias “l’ingegnere” (padre del pentito Emanuele) è riuscito a scampare all’agguato perché si è subito riparato dietro il muretto del cortile dell’abitazione nella quale si trova ristretto agli arresti domiciliari in seguito a una condanna riportata per detenzione di un ingente quantitativo di armi.
Sull’agguato avvenuto a Nao, frazione di Ionadi, Comune alle porte di Vibo, stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Vibo e il Reparto operativo, coordinati sia dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro che dalla Procura di Vibo. Sono circa una trentina i colpi d’arma da fuoco, sparati verosimilmente da più persone, esplosi contro Signoretta. Il 45enne – che alle 21 si trovava nel cortile, quindi in una zona di sua pertinenza – è uscito miracolosamente illeso dall’agguato: i killer, stando a una prima ricostruzione, erano nascosti dietro una siepe nei pressi della sua abitazione e, appena l’uomo è uscito di casa, gli avrebbero scaricato contro una vera pioggia di proiettili. Sull’agguato le indagini sono serrate e, vista la caratura dell’obiettivo dei killer, è alta la preoccupazione per la possibile esplosione di una nuova guerra di ‘ndrangheta nel Vibonese.
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