di Alessia Truzzolillo
CATANZARO Sono stati tutti rinviati a giudizio dal gup Paola Ciriaco i cinque imputati coinvolti nel procedimento denominato “Demetra” scaturito dal terribile omicidio di Matteo Vinci, ucciso il 9 aprile 2018 a Limbadi da un’autobomba azionata con un comando a distanza. La prima udienza davanti alla Corte d’assise di Catanzaro si terrà il 17 settembre prossimo a carico di Rosaria Mancuso, 64 anni (sorella di alcuni boss dell’omonima cosca vibonese), dell genero Vito Barbara, di 28, di Simbario, di Lucia Di Grillo, 29 anni, figlia della Mancuso e moglie di Barbara, di Domenico Di Grillo, marito della Mancuso, e di Rosina di Grillo, altra figlia della Mancuso. In carcere attualmente si trovano Barbara, Mancuso e Domenico Di Grillo. Le accuse contestate agli imputati sono omicidio, tentato omicidio – entrambi aggravati dalla premeditazione, dai motivi abietti e futili, nonché per la morte di Matteo «per aver agito con crudeltà verso le persone» – detenzione e porto illegale di esplosivo, lesioni personali, armi e tentata estorsione, tutti i reati sono aggravati dalle modalità mafiose.
Vito Barbara, Lucia Di Grillo e Rosaria Mancuso sono ritenuti, in concorso morale e materiale tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, quali ideatori e promotori dell’attentato in cui restò ucciso Matteo Vinci e fu ferito il padre Francesco.
Vito Barbara, Domenico Di Grillo, Lucia e Rosina Di Grillo e Rosaria Mancuso, secondo l’accusa, sarebbero anche gli autori di una serie di azioni messe in atto per costringere la famiglia Vinci a cedere un pezzo di terreno di loro proprietà in contrada “Macrea” di Limbadi. Tra tali azioni ci sarebbe l’aggressione ai danni di Francesco Vinci e della moglie, Rosaria Scarpulla, il 29 marzo del 2014. A Vito Barbara, Domenico Di Grillo e Rosaria Mancuso viene contestata, inoltre, un’altra aggressione compiuta nell’ottobre del 2017 ai danni del solo Francesco Vinci.
La mamma di Matteo Vinci, Sara Scarpulla, assistita dall’avvocato Giuseppe Antonio De Pace, ha espresso oggi fiducia nella giustizia, dopo i giorni di battaglie e proteste (ne abbiamo parlato qui). (a.truzzolillo@corrierecal.it)
x
x