COSENZA È iniziata l’assemblea regionale del Movimento 5 Stelle: “Riorganizziamoci Calabria”. Più di 200 gli iscritti presenti (si stima che la capienza della sala sia di 600 persone) e accreditati alla riunione che si svolgerà fino alle 18 nell’Auditorium Guarasci del liceo classico Bernardino Telesio. La discussione si concentrerà principalmente sulle modalità di riorganizzazione del movimento, ad oggi prima forza politica calabrese. E proprio sull’assetto organizzativo del movimento i pentastellati si sono già espressi sulla piattaforma “Rousseau”. Quasi tutto deciso, ma nulla di definitivo e questo avrebbe generato diversi malumori tra i presenti. «Giusto che ci si confronti e che si discuta quando ci sono delle decisioni da prendere», ha spiegato la deputata Anna Laura Orrico prima di entrare in assemblea. Quasi tutto al completo lo schieramento dei rappresentanti calabresi. «Questi sono appuntamenti politici che Luigi Di Maio sta facendo in tutte le regioni per dare voce alla base degli iscritti –ha spiegato la deputata calabrese». All’arrivo in città, il vice premier Luigi Di Maio non ha incontrato né la stampa, né i tanti lavoratori dei call center calabresi che speravano di incontrare il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico.
«Fondamentalmente rispetto all’appuntamento del Mise in cui Luigi Di Maio ha disatteso le nostre aspettative – spiegano gli operatori dei call center – oggi noi vorremo riproporre le nostre proposte nel comparto delle telecomunicazioni. Non abbiamo bisogno di provvedimenti che risolvano parzialmente i problemi. Noi a Di Maio chiediamo attenzione, in Calabria siamo in crisi e vogliamo che sul comparto delle telecomunicazioni si prendano delle decisioni serie, come quella sul costo minimo della chiamata. Poi c’è il problema della delocalizzazione e i rapporti tra i grandi player». I sindacalisti della Cigil e della Cisl hanno spiegato come negli ultimi 7 mesi non siano stati rinnovati più di 1000 contratti a tempo indeterminato. «Abbiamo già 1000 lavoratori senza lavoro, siamo 15mila in Calabria, dobbiamo fare tutto per evitare questa tragedia occupazionale». Critiche anche al Decreto Dignità. «In questa fase sia opportuno non considerarlo, probabilmente non ha aiutato nel rinnovo dei contrati. Anche su questo decreto abbiamo manifestato delle perplessità che però non sono state ascoltate» (mi.pr.)
x
x