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Estorsione mafiosa con lettera a Reggio, 40enne incastrato dalle impronte digitali

Chiede mille euro al mese al titolare di un negozio per il sostegno ai «carcerati». Ma la Mobile lo becca grazie alle tracce lasciate sulla busta. E Iannò finisce ai domiciliari

Pubblicato il: 28/09/2019 – 9:23
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Estorsione mafiosa con lettera a Reggio, 40enne incastrato dalle impronte digitali
REGGIO CALABRIA Nella serata del 25 settembre, al termine delle indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal procuratore Giovanni Bombardieri, la Squadra mobile reggina – Sezione “Reati contro il Patrimonio e la Pubblica Amministrazione” – coadiuvata nella fasi operative da Personale dell’Ufficio Volanti – ha eseguito l’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale nei confronti di Matteo Iannò, 40 anni, indagato per tentata estorsione in concorso, aggravata dal metodo mafioso. I fatti risalgono al 19 febbraio di quest’anno e sono stati ricostruiti dagli investigatori della Mobile e dai tecnici del Gabinetto regionale di Polizia scientifica per la Calabria sotto le direttive del sostituto procuratore della locale Dda Roberto Placido Di Palma. Nello specifico, al titolare di un esercizio commerciale, è stata recapitata una lettera contenente una richiesta estorsiva di 1.000 euro al mese da destinare al sostentamento dei “carcerati”, con la minaccia dell’incendio del negozio in caso di inottemperanza. Dopo i primi accertamenti tecnici effettuati dalla Polizia scientifica di Reggio Calabria è stato chiarito che, sia sulla busta che sulla lettera in essa contenuta, erano presenti le impronte papillari di Iannò, che annovera, a proprio carico, precedenti di polizia per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Gli investigatori della Mobile hanno poi verificato, attraverso accertamenti specifici, che l’indagato, in quel periodo, non svolgeva alcuna attività lavorativa che giustificasse la presenza delle sue impronte sulla busta; d’altronde la presenza di quelle tracce anche sulla lettera sembra sintomatica della sua partecipazione al tentativo di estorsione, con modalità tipicamente mafiose.
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