Lo scempio che si è fatto nel Partito democratico calabrese in questi anni ha raggiunto il massimo con la manifestazione di Catanzaro. Dopo assemblee finte, direzioni eterodirette, polvere messa sotto il tappeto nel nome di una finta pace, segreterie regionali e provinciali inesistenti o inconsistenti, commissariamenti su ordinazione, segretari di circoli sviliti e iscritti silenziati, dopo che tutte le regole della convivenza democratica sono state ignorate, ora – con una torsione sconcertante – ora si autoconvocano assemblee per chiedere il rispetto delle regole. Come sempre, però, ad uso e consumo di chi le invoca. È arrivato il momento si scardinare questo sistema cristallizzato e paralizzante che ha perso malamente le elezioni politiche, che ha perso nei maggiori comuni, senza mai ammetterlo e risponderne, enfatizzando semmai piccoli risultati per coprire le proprie clamorose sconfitte. Un sistema che pretende di continuare a sopravvivere ai propri fallimenti. Finalmente la linea di Roma è chiara: Oliverio non sarà ricandidato alla guida della Regione. Con pazienza l’ha ribadita il commissario regionale Graziano. E possiamo credere che non cambierà poiché si tratta di una linea dettata dal puro buon senso visti gli scarsi risultati elettorali recenti. Ma per assumerla ci è voluto coraggio. Quel coraggio che è mancato a molti negli anni scorsi e la cui assenza ha rappresentato un danno collettivo per il Partito democratico. Ora si spera che a nessuno venga in mente di mettere la testa sotto la sabbia o, peggio, di fare inciuci sulle spalle dei calabresi. È tempo di scelte diverse: non ci interessano gli elenchi di chi è d’accordo oppure no, non ci interessa leggere un nome anziché un altro, tanto sono sempre gli stessi. Serve aria nuova. Serve una stagione di riconciliazione con le persone che sono state deluse dalle promesse non mantenute, che non hanno avuto voce, che hanno sofferto e continuano a soffrire la grave crisi che affligge la Calabria. Servono visioni innovative e progetti veri, che diano speranza e realizzino le speranze. Tutti abbiamo un ruolo e una responsabilità nel disegnare e nel realizzare il futuro che vogliamo e questo passa anche attraverso la politica. Un impegno allargato a tanti che avrebbero voluto partecipare e sono stati esclusi. Un impegno che va cercato e accompagnato da organismi rinnovati e da forme di partecipazione diverse che tengano – finalmente – conto dei territori, delle realtà associative, dei singoli militanti e simpatizzanti. Per chi non l’avesse ancora capito, un partito organizzato è solo una delle forme per fare politica. Certo sarebbe utile preservarlo, ma la manifestazione di friday for future e tanto altro, dalle associazioni all’attivismo civico, dimostrano che la politica non è appannaggio solo dei partiti, tanto più se respingenti e incancreniti da lotte di potere la cui unica finalità è far sì che alcuni “stiano sempre a cavallo”. Non è più accettabile l’uso personalistico o di bottega delle strutture del partito. A iniziare dalle federazioni provinciali. Certamente ognuno può esprimere le proprie idee e organizzare tutte le assemblee che ritiene, ma la legittimità delle proprie idee e la responsabilità organizzativa, in questo caso, passa dalle dimissioni o dal commissariamento. Serve una visione in chiave collettiva per ricoprire un ruolo così delicato, di garanzia e di rappresentatività per tutti gli iscritti. Non si può essere portavoce solo dei propri referenti, soprattutto se da questi si dipende anche economicamente. Riteniamo, perciò, urgente ripristinare la legittimità delle federazioni perché senza la disponibilità delle strutture organizzative nessuna linea politica può essere portata avanti. Da più parti e da tempo si chiede un Partito democratico rinnovato profondamente, cui guardare come riferimento. Ciò è necessario ancora di più nel momento in cui una becera destra soffia sul malcontento e rischia seriamente di ottenere la fiducia degli elettori. L’invito che rivolgiamo a noi stessi in primis è di vigilare che si cambi rotta, che ci sia vero rinnovamento e che si ottengano in tal modo risultati chiari e visibili a tutti. Bugie e favole, infatti, non passano più impunite da parte dei cittadini calabresi.
*Associazione politico-culturale
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