LAMEZIA TERME Si è riunito oggi il coordinamento regionale di “Avviso Pubblico”, la rete degli enti locali che si impegna a promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile sul territorio. L’incontro, mirato a programmare le iniziative future nonché a fornire precise informazioni in merito alla preparazione dell’assemblea nazionale del prossimo 21 novembre, si è svolto alla presenza della coordinatrice regionale e vicepresidente, Maria Antonietta Sacco, del coordinatore nazionale Pierpaolo Romani e del presidente di Avviso Pubblico Roberto Montà. E proprio quest’ultimo si è soffermato sulle criticità formali e pratiche della legge sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose.
«È una normativa importante perché rappresenta un segno di rottura evidente tra amministrazioni colluse e criminalità organizzata, ma senza dubbio va rimessa a posto».
Si spiegano in questo senso le proposte di riforma presentate proprio da Avviso Pubblico: «Non possiamo pensare di sospendere la democrazia in un territorio per 12-18 mesi e poi le nuove amministrazioni si trovano con le stesse strutture tecniche che non hanno ostacolato alcune pratiche amministrative negative. I Comuni – continua il presidente della rete e sindaco di Gugliasco – dopo questo periodo si trovano spesso in condizioni economico – finanziarie disastrose e non possiamo permettere queste degenerazioni se vogliamo ricostruire contesti di legalità».
LO SCENARIO CALABRESE Il comune di Lamezia Terme, dopo lo scioglimento dello scorso 2017, si sta apprestando a tornare alle elezioni. L’allora sindaco Paolo Mascaro, eletto nel 2015, ha tutta l’intenzione di rispondere ancora alla chiamata elettorale: «Il fatto che un sindaco, rimosso dal suo ruolo dopo lo scioglimento, decida di ricandidarsi incrocia diverse disposizioni e problematiche legislative che vanno dalla cosiddetta “Severino” in poi. Ma la verità – continua sempre Montà – è che non possiamo impedire con legge queste pratiche. Il nostro auspicio è che i cittadini sappiano distinguere tra le qualità dei vari candidati e le forze politiche sappiano selezionare la classe dirigente».
Ultimo spunto su San Luca che dopo un commissariamento di circa 11 anni, quest’anno è tornato alle elezioni. Difficoltà principale in tal senso è la scarsa volontà di reperire candidati, quindi di ripristinare il circuito democratico arrivando ad una libera elezione: «Il passo avanti fatto quest’anno a San Luca è stato positivo, ma si possono contare, su tutto il territorio nazionale, ben 17 comuni senza candidati».
Montà fa riferimento in tal senso a due fattori: le pressioni alle quali vengono sottoposti in alcune zone gli amministratori e i funzionari pubblici; la scarsità di risorse e gli stipendi troppo bassi che spesso li portano ad essere più esposti ai compromessi.
«Ogni 19 ore un amministratore o un funzionario pubblico viene sottoposto ad atti intimidatori e in alcuni contesti è molto difficile prefigurarsi valide prospettive professionali. Se allora è così è evidente che si fa fatica a lavorare su alcuni territori compromessi dalla presenza mafiosa, a maggior ragione bisogna tutelare chi fa la scelta di prestarvi servizio». (f.d.)
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