VERBICARO La denuncia pubblica di Federconsumatori Calabria ha prodotto dei primi risultati. Difatti, dopo aver auspicato che si facesse chiarezza a 360 gradi sulla fine del laboratorio di analisi chimico-fisiche inaugurato a maggio del 2018 presso la sede di Calabria Verde ex Comunità Montana di Verbicaro e mai entrato in funzione nonostante la Fondazione che avrebbe dovuto gestirlo abbia ricevuto circa 1 milione di euro di risorse comunitarie, è arrivato il sequestro del laboratorio da parte della Procura di Paola.
Per Mimma Iannello Presidente di Federconsumatori Calabria: «Aver smosso le acque è già di per se un risultato importante. Per Federconsumatori, la cui azione è ancorata ai valori della legalità, denunciare le vistose opacità intraviste sull’intera vicenda riguardante il laboratorio fantasma di Verbicaro, è stato un atto dovuto. Denunciare la patacca rifilata al territorio dell’Alto Tirreno su cui nessuna parte pubblica si era fin qui interrogata, era eticamente dovuto. E’ importante perciò che la nostra denuncia abbia smosso acque ferme da troppo tempo concorrendo a determinare la convocazione dei Comuni facenti parte del PISL dell’Alto Tirreno che ci risulta avvenuta lo scorso 21 novembre ed ora, il sequestro del laboratorio.
Il territorio non può permettersi che le poche risorse disponibili per dare ossigeno allo sviluppo locale e sfogo ai bisogni di lavoro possano finire nelle mani sbagliate. Come Federconsumatori siamo fiduciosi nell’azione della Procura che siamo certi saprà leggere gli atti acquisiti e verificare se ci sono state violazioni o i presupposti di una truffa. Ciò che appare chiaro è che il laboratorio non è mai entrato in funzione, che 1 milione di euro derivanti da risorse pubbliche comunitarie sono state incamerate dalla Fondazione ITS BACT con presidente Aniello Di Vuolo, che restano aperti molti interrogativi su cosa di reale è stato speso, sulla correttezza delle procedure che hanno portato all’affidamento, al collaudo di conformità, sino all’inaugurazione e poi alla chiusura immediata del laboratorio, e non meno, su chi avrebbe dovuto vigilare sull’effettiva bontà del progetto spacciato per rivoluzionario in termini di brevetto mondiale nell’adozione del Protocollo NHACCP (Nutrient & Hazard Analysis of Critical Control Point). Insomma, per quanto prefiguriamo, la Procura avrà più cose da accertare. Come Associazione a tutela dei consumatori interessa che questa vicenda, ancora tutta da chiarire, rappresenti un ulteriore monito sul percorso ancora da fare in Calabria affinché la spesa comunitaria venga tracciata in ogni passaggio. Inoltre, è il messaggio per chi pensa di gabbare i consumatori in nome di pseudo progetti finalizzati a tutelarli ma usati, evidentemente, per altri scopi che la legge definirà se corretti o illeciti. Abbiamo per intanto evidenziato che prima di vendere test di qualità dei prodotti occorre accreditarsi in termini di trasparenza e legalità».
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