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Vincenzo Agostino: «Se Graviano sa chi ha ucciso mio figlio lo dica»

Tra le dichiarazioni del boss rilasciate nel processo ‘ndrangheta stragista, anche un riferimento all’omicidio di Nino e Ida Agostino avvenuto 30 anni fa. Il padre: « Porti le prove di ciò che dice…

Pubblicato il: 09/02/2020 – 11:36
Vincenzo Agostino: «Se Graviano sa chi ha ucciso mio figlio lo dica»

REGGIO CALABRIA Hanno fatto rumore le dichiarazioni del boss Graviano nel processo “’ndrangheta stragista” (ne abbiamo scritto qui). Non abbastanza secondo ilfattoquotidiano che accusa le soprattutto le reti televisive di «censura» o comunque di non aver dato alla notizia il risalto che merita.
Al centro dei racconti del boss c’è ancora una volta Silvio Berlusconi, collante di una narrazione che ci riporta indietro, al periodo delle stragi di mafia siciliane.
In Sicilia vive anche Vincenzo Agostino, padre di Nino Agostino, assassinato insieme alla moglie Ida il 5 agosto di ormai 30 anni fa. Tanto è passato da quell’omicidio all’indomani del quale, il padre promise che non avrebbe più tagliato la barba ed i capelli fino a che non avrebbe avuto giustizia per il figlio e la nuora.
Uno dei tanti omicidi di mafia rimasto nel tempo senza un colpevole che oggi torna a far parlare di sé proprio attraverso Giuseppe Graviano che al pubblico ministero Attilio Lombardo accenna: «Se lei mi vorrà ascoltare, le darò elementi per capire chi ha ucciso il poliziotto Agostino».
E proprio sulle colonne del fatto, Vincenzo Agostino risponde a questa affermazione chiedendo a gran voce – com’è nel suo stile – che si vada oltre la semplice affermazione accondiscendente: «Graviano parli chiaro. Porti le prove di ciò che dice. Senza trincerarsi dietro i non detto. O i forse. Se lui è al corrente di chi ha ucciso mio figlio e mia nuora allora parli, non faccia annunci roboanti».
Vincenzo Agostino oggi ha più di ottant’anni e il tempo passato, da circa due anni si è portato con sé la moglie, Augusta Schiera. Nonostante questo, non ha mai abbandonato la tenacia e la speranza nel chiedere giustizia durante gli ultimi trent’anni, ma dopo tutto questo tempo, non può più accettare racconti lasciati a metà: «Io sono anche disposto ad andare a trovarlo (Graviano, ndr), se le autorità mi danno l’autorizzazione, e chiederglielo guardandolo dritto negli occhi. Se sa, parli, altrimenti stia zitto». (f.d.)

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