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Fusione Corigliano Rossano, i dubbi di Rapani sulle competenze del sindaco Stasi

Partendo dai grandi temi quali la sicurezza, il dirigente nazionale di Fdi critica il sindaco: «Se non è in grado di “costruire” la grande città si faccia da parte»

Pubblicato il: 11/02/2020 – 16:26
Fusione Corigliano Rossano, i dubbi di Rapani sulle competenze del sindaco Stasi

CORIGLIANO ROSSANO «Stasi decida una volta per tutte cosa vuole fare da grande. Perché se non è in grado di “costruire” la grande città di Corigliano Rossano, prima che sia troppo tardi e compia danni irreparabili si faccia da parte. Per il bene di tutti noi e delle future generazioni alle quali vogliamo lasciare un futuro migliore attraverso il processo di fusione».
È durissimo l’intervento del dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani, già amministratore della città, contro l’attuale sindaco, reo a suo dire di immobilismo sui grandi temi come la sicurezza – dopo gli ultimi accadimenti – e di minare «nelle fondamenta» la fusione.
Annunciando un’interpellanza parlamentare firmata da Wanda Ferro sulla sicurezza, rapportata all’estensione territoriale che proietta il comune di Corigliano Rossano ad essere il più vasto della Regione con i suoi 350 kmq, per Rapani «gli episodi criminosi registrati a Corigliano Rossano nel corso dell’ultimo anno, dovrebbero far riflettere e far scattare il campanello d’allarme».
«È inammissibile – sostiene – rimanere inermi, mettersi a posto la coscienza con la letterina a Babbo Natale come ha fatto il sindaco Stasi e poi ritornare alla quotidianità come se nulla fosse. Una quotidianità che per colpa del primo cittadino, in quanto responsabile dell’azione politica amministrativa, sta minando anche le fondamenta della fusione».
«Ho reputato opportuno interfacciarmi con la deputata calabrese di Fratelli d’Italia per segnalare alcune anomalie: all’aumentare dell’escalation criminale, paradossalmente diminuiscono i numeri delle forze dell’ordine. È il caso – prosegue Rapani – del Commissariato di Pubblica sicurezza: all’espansione territoriale e di chilometri quadrati di territorio da vigilare, non è corrisposto un supporto nelle risorse umane che si sono, per di più ridotte a causa dei pensionamenti».
Wanda Ferro nella sua interpellanza parlamentare ha rammentato al ministro degli Interni tutti gli episodi che si sono registrati in questi mesi, non ultima la sparatoria avvenuta nel centro storico di Corigliano, «riconducibile ad un regolamento di conti». Ha quindi chiesto al ministro Luciana Lamorgese “quali urgenti provvedimenti di competenza intenda adottare per il rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine sul territorio e, in particolare, del commissariato di Polizia, dotandolo dei necessari uomini e mezzi, anche ricorrendo alla movimentazione straordinaria; se non ritenga necessario elevare a Distretto il Commissariato di Corigliano-Rossano, quale strumento necessario per la lotta alla criminalità nel territorio; se non ritenga di convocare immediatamente un tavolo per la sicurezza pubblica”.
«Nell’attesa di una risposta che mi auguro sia positiva per il territorio – insiste Rapani – non posso al contempo non evidenziare il pressappochismo e l’appiattimento di questa amministrazione comunale che naviga a vista nella sua azione di “non governo” e non assume posizione alcuna sulla sicurezza dei cittadini».
Il dirigente del partito della Meloni teme che l’amministrazione Stasi «stia facendo di tutto per far saltare un processo sociale rivoluzionario e innovativo come la fusione, per la quale ci siamo battuti con tutte le forze» e rammenta anche gli «atteggiamenti sempre ambigui» del sindaco «durante la campagna referendaria in cui non ha mai dichiarato di essere favorevole e non si è mai speso».
Rapani punta l’indice anche contro l’assessore e vicesindaco, Claudio Malavolta, con delega – fra le altre – alle politiche per la valorizzazione della fusione: «Nel caso di inefficienza il sindaco prenda posizione anche attraverso la revoca della delega e della fiducia».
Poi propone «la convocazione di un tavolo tecnico sulla sicurezza alla presenza del Prefetto, la rivendicazione dei giusti potenziamenti delle forze dell’ordine presenti sul territorio in virtù della fusione ed un consiglio comunale ad hoc con la discussione di ordine del giorno sul tema sicurezza».
In ultimo le stoccate, profonde, sul processo di fusione più in generale, «perché se non è in grado di “costruire” la grande città di Corigliano Rossano, prima che sia troppo tardi e compia danni irreparabili, anche lui si faccia da parte».
In effetti, un certo malessere sembra serpeggiare, dopo anni dedicati a far comprendere ai cittadini che solo l’unione fa la forza, culminati con l’affermazione referendaria e con l’approvazione della legge regionale presentata da Giuseppe Graziano. Potranno bastare otto mesi per “invalidare” un processo che è solo nella sua fase embrionale? (lu.la.)

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