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Coronavirus, Algieri: «Molte aziende hanno scelto di chiudere»

Il presidente dei Confcommercio Calabria comunica le decisioni adottate del mondo delle imprese dopo il varo del decreto Conte per contenere il diffondersi del virus: «Una scelta di responsabilità»…

Pubblicato il: 10/03/2020 – 12:10
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Coronavirus, Algieri: «Molte aziende hanno scelto di chiudere»
di Roberto De Santo CATANZARO «Molte strutture ricettive, ristoranti, negozi di abbigliamento e imprese del terziario in Calabria da oggi rimarranno chiuse non solo per i cali repentini di fatturato, ma soprattutto come segno di responsabilità per prevenire il diffondersi del virus». Così Klaus Algieri, presidente di Confcommercio Calabria spiega la reazione delle imprese calabresi dopo il varo, nella notte scorsa, del decreto del Consiglio dei Ministri che estende anche alla nostra regione le misure “drastiche” già adottate in varie parti del nord Italia. Una scelta dettata dall’estendersi anche in altre regioni dei contagi da Covid-19. Tra cui anche la Calabria. Ma la preoccupazione più grande per il presidente di una delle associazioni più rappresentative delle realtà produttive calabresi resta «la salute dei cittadini». Anche se il quadro economico complessivo è «decisamente molto critico per le aziende». Quali effetti sta avendo sulla tenuta economica delle aziende? «Ovviamente gravi. I cali di fatturato, le numerose disdette stanno mettendo in ginocchio le nostre imprese e in seria crisi la tenuta economica dell’intero Paese. Servono immediatamente atti concreti per impedire il collasso economico delle imprese. Noi, come associazione di categoria, siamo pronti a supportare fin da subito il governo regionale nella definizione delle azioni da intraprendere». Quali misure sono state adottate dai singoli imprenditori per prevenire possibili contagi? «Nel pieno senso di responsabilità gli imprenditori della nostra Regione hanno adottato tutte le misure previste dai decreti emanati dal Governo. Rispettando i limiti imposti in questi giorni e sono pronte a introdurre le nuove limitazioni contenute nell’ultimo dispositivo varato dalla Presidenza del Consiglio. Ma sono tante le imprese del terziario – soprattutto attività di ristorazione, ricezione e commercio – che hanno volontariamente deciso di fermarsi. Andando incontro anche a gravi conseguenze economiche, consapevoli però che la priorità del momento è quella di limitare l’espandersi del Coronavirus». Cosa chiedete alla politica e alle istituzioni regionali? «Una sola parola: responsabilità a tutti i livelli. Alla governatrice Jole Santelli chiediamo di essere forte anche nel prendere decisioni drastiche. Ma prima di tutto è importante dotare la nostra Regione di una Giunta che possa essere immediatamente operativa per fronteggiare l’attuale emergenza legata agli effetti del Coronavirus. Mettendo da parte velocemente le tensioni interne alla maggioranza. La Calabria ha bisogno di un governo regionale autorevole e pienamente operativo». Quali potrebbero essere le misure che ritenete necessarie? «A livello strategico serve un piano immediato per la sanità. Il rischio che si corre è il collasso dell’intero sistema sanitario. Sarebbe il caso che la presidente Santelli chiedesse al Governo di essere nominata commissario straordinario con pieni poteri, come è successo ad esempio in Liguria durante le vicende del crollo del ponte Morandi, in modo da poter agire con celerità. Nella nostra regione tante sono le strutture che potrebbero essere utilizzate per fronteggiare l’emergenza. Strutture sanitarie pesantemente indebolite dai tagli degli ultimi anni e che potrebbero tornare pienamente funzionanti. Un esempio su tutte quella dell’ospedale “Mariano Santo” a Cosenza. A livello economico servono subito misure specifiche, interventi più complessivi che, anche in termini di risorse stanziate, tengano conto dell’ampiezza dei territori investiti dagli effetti economici dell’emergenza Coronavirus e del suo impatto su intere filiere. Penso ai settori del turismo, ai pubblici esercizi, ai trasporti, alla logistica. Nell’immediato quello che occorre è prorogare le scadenze fiscali, contributive e delle utenze, ma anche velocizzare i rimborsi dei crediti fiscali, come anche accelerare i tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, ma anche avviare agevolazioni per le locazioni commerciali. Occorrono anche una moratoria dei mutui bancari e l’attivazione del fondo centrale di garanzia. Serve anche per contenere gli effetti economici dell’emergenza l’utilizzazione degli strumenti del fondo di integrazione salariale e della cassa in deroga anche per i dipendenti delle micro e piccole imprese. È infine importante che tutte le misure che verranno messe in atto siano monitorate dalle Prefetture in modo che si vigili sull’effettivo adempimento delle stesse. Ripeto però innanzitutto occorre far fronte all’emergenza sanitaria che potrebbe abbattersi sul nostro martoriato sistema sanitario. Mettendo mano da subito alla riapertura di strutture e potenziando quelle esistenti. Noi da parte nostra potremmo fin da subito stanziare fondi per acquistare attrezzature sanitarie necessarie a fronteggiare l’emergenza. Ma occorrono pieni poteri al governatore, che deriverebbero dalla sua nomina a commissario all’emergenza, per intraprendere azioni forti e per garantire risposte rapidi ed efficaci di contenimento del diffondersi del Coronavirus». (r.desanto@corrierecal.it)
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