CATANZARO «La Regione organizzi il rientro dei nostri ragazzi dal Nord». Così Franco Laratta, già parlamentare, in una video conferenza live Facebook, a proposito delle conseguenze del coronavirus in Calabria. Si è molto discusso, tramite collegamenti da Milano e con le tante domande del pubblico, del problema dei giovani calabresi rimasti al Nord. «Sono rimasti in trappola in centinaia – ha sottolineato -. Sono quelli che hanno scelto di non fuggire quella notte, quando improvvisamente la Lombardia e le altre regioni coinvolte e devastate dal coronavirus, hanno impedito a chiunque di uscire dai confini regionali».
«Non possiamo penalizzare i ragazzi più corretti – ha proseguito Laratta – che ora non possono lasciare il Nord e non possono entrare in Calabria. Perché nel frattempo anche la Calabria si è blindata. Un’assurdità che questi ragazzi stanno pagando duramente».
«Nel dibattito seguito da circa 2.000 utenti – è riportato nella nota – è emerso come molti di quelli rimasti bloccati in Lombardia siano studenti e tanti hanno perso il lavoro, mentre la grande parte di loro non riesce a sopravvivere, se non con le risorse che arrivano da casa. Soprattutto, molti degli intervenuti hanno evidenziato come molti di loro vivano in una stanzetta, isolati da mondo e lontanissimo dai propri cari».
«È necessario farli rientrare» ha detto Franco Laratta facendo appello alla nostra Regione. «Ovviamente – ha aggiunto – con tutte le necessarie precauzioni: i rientri dovranno essere blindati, programmati e sicuri; obbligo del tampone all’arrivo, meglio ancora in partenza con test sierologico. Obbligo di quarantena in famiglia. Il tutto va gestito in accordo con la regione dove i ragazzi lavorano e studiano. Ma deve essere fatto, perché la loro terra tutto può fare, salvo che lavarsene le mani».
Franco Laratta ha anche detto che in Calabria si stanno organizzando proteste e raccolte di firme per chiedere di non lasciare i ragazzi calabresi abbandonati a 1000 km di distanza. «Troppo comodo – ha concluso – fingere di non sentire le voci di aiuto dei nostri ragazzi: è inumano tutto questo».
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