COSENZA Il target è quello da “mission impossible” ma non per questo non bisogna provarci. Con il dissesto finanziario al Comune di Cosenza si cercano tutti gli escamotage possibili pur di far quadrare i conti e per questo il “taglio del superfluo” è diventata l’unica regola che non ammette eccezioni. L’indirizzo di giunta dello scorso 1 aprile ha dato carta bianca ai dirigenti dell’ente di operare nell’ottica di una «rigorosa revisione e razionalizzazione della spesa e di procedere ove possibile alla riduzione di almeno il 20% del costo dei servizi». E non se l’è fatto ripetere due volte il dirigente Agostino Rosselli, dirigente del settore 13 che con una determina dirigenziale ha predisposto la rescissione del contratto con la Sarcamm. La società si era aggiudicata un bando di gara predisposto da Comune di Cosenza con un ribasso del 33% ma gli importi che dalle casse di palazzo dei Bruzi finivano nella società amministrata da Maurizio Cardinale non erano indifferenti. 804mila euro oltre Iva per prestare “servizio di supporto al Comune nelle attività di gestione del patrimonio immobiliare”. Un settore nevralgico e sul quale sia la delibera della Corte dei Conti regionale che delle Sezioni Riunite si sono soffermate. Questo perché, dagli utili che si sarebbero dovuti ricavare dagli immobili di proprietà comunale in parte si sarebbero dovute rinvigorire le casse dell’ente, ma non solo, quelle migliaia di euro delle ipotetiche compravendite spesso hanno giustificato spese prive di adeguata copertura. In una lunga e dettagliata relazione, il precedente dirigente del settore 13 (Programmazione Risorse Finanziarie – Bilancio – Patrimonio – Società partecipate) Francesco Giovinazzo aveva già individuato i motivi secondo i quali il contratto si sarebbe dovuto risolvere. E le criticità non riguardano soltanto i risultati attesi e non raggiunti ma anche gli aspetti economici che riguardano l’ente. Nella determina con cui si dispone la risoluzione del contratto, infatti, si evidenzia che: « Da una sia pur sintetica analisi costi/benefici emerge, quindi, che, a fronte del corrispettivo di € 804.000.00 oltre iva, a carico della P.A. non è stato registrato un benchè minimo apporto in termini di economicità ed efficienza nella gestione del patrimonio comunale tale da giustificarne il suo mantenimento anzi il Comune di Cosenza dalla sottoscrizione del contratto di che trattasi ha subito una perdita secca pari al corrispettivo annuale pagato alla Sercamm. Da qui anche l’eccessiva onerosità del contratto sottoscritto inter partes». (mi.pr)
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