LAMEZIA TERME «L’impressione che si ha, ed è un’impressione diffusa, è che siano i governatori di centrodestra ad avere assunto questa posizione, la governatrice Santelli prima fra tutti, in conflitto politico con il governo. Dal punto di vista logico e dal punto di vista giuridico due questioni sono innegabili». Lo ha detto Antonio Viscomi, deputato Pd, ospite del talk 20.20 andato in onda sull’Altro Corriere Tv.
«La prima questione – ha proseguito Viscomi – il governo si sta muovendo sulla base di un decreto legge convertito in legge e i Dpcm sono emanati sulla base di questa fonte normativa coerente con l’ordinamento, legittima secondo le norme della legge che istituisce la Protezione civile e definisce lo stato di emergenza nazionale, e si muove per cercare di coordinare l’insieme delle regioni. La seconda – ha continuato – la Regione Calabria ha sicuramente delle competenze in materia di organizzazione sanitaria, ad esempio, non ha alcune altre competenze che invece sono state assunte dalla regione. Da questo punto di vista, tradurre in termine di conflitto giuridico ciò che invece è una questione di buon senso in questo momento, mi lascia un po’ sorpreso e amareggiato».
FASE 2 NON E’ LIBERI TUTTI «Siamo in una fase in cui è necessario ripartire, questo lo sappiamo tutti, ma la ripartenza – ha osservato Viscomi – non può essere un aprire le porte e liberi tutti, dev’essere governata, accompagnata e guidata in modo tale da conciliare la sicurezza di chi lavora e delle persone che beneficiano dei servizi sul mercato con la tutela della libertà d’impresa. In altre regioni si sta aprendo ma in modo molto coordinato, in altre regioni ci sono i tavoli provinciali e regionali sulla sicurezza sul lavoro, in altre regioni si sta assicurando la diffusione capillare delle mascherine per conto della regione, in altre regioni hanno costituito le Usca, le “unità speciali per la continuità assistenziale” per i servizi domiciliari sul coronavirus. Su queste questioni vorrei sapere che cosa sta facendo la Regione Calabria, perché a chiudere o aprire è estremamente facile ma aprire con sicurezza è un po’ più complesso».
ASFALTAR NO ES GUBERNAR Viscomi incalza la presidente Santelli proprio sul piano delle competenze. Anziché invadere il campo delle competenze del governo, la presidente avrebbe potuto impiegare più fruttuosamente i due mesi dell’emergenza per organizzare quanto di competenza regionale sul sistema della sanità. «Più che iniziare delle guerre con il governo su altre questioni – ha puntualizzato Viscomi – io mi sarei aspettato dalla Regione Calabria, in questi due mesi, una riorganizzazione del servizio sanitario tenendo conto appunto delle esigenze, delle richieste e dei bisogni connessi all’emergenza. Lo stesso Corriere della Calabria qualche giorno fa ha dato notizia dei problemi del laboratorio di analisi dell’ospedale di Catanzaro per alcune avarie. Se ricordo bene mi pare che i responsabili del laboratorio abbiano chiesto alla Regione di ridurre il numero dei tamponi inviati a questo stesso laboratorio perché non riescono a processarli. Perché questo? Perché a Crotone mi pare siano state avviate le gare ma ancora il laboratorio non è stato attivato, a Vibo del laboratorio non c’è traccia, e i problemi sono significativi. Ora questa questione dell’organizzazione dei laboratori non è una competenza del governo, è una competenza propria ed esclusiva della Regione Calabria. Al momento, se le notizie date sui giornali sono esatte, noi stiamo mandando all’Università di Napoli o in qualche struttura napoletana i tamponi da processare. Credo che sia un impegno prioritario di chi amministra la regione quello di organizzare i servizi che sono di competenza proprio della regione, cioè quelli sanitari. Come diceva un vecchio detto spagnolo “Asfaltar no es gubernar”, a chiudere o ad aprire siamo tutti bravi, il problema è organizzare, programmare, pianificare le attività che la regione deve fare. Questo vale sia per i tamponi che per il governo della mobilità in entrata da fuori verso la Regione Calabria».
OSPEDALE COVID Anche sulla scelta di dove edificare l’ospedale Covid, Viscomi ha un approccio più “strutturale” rispetto alle proposte finora avanzate: «E’ ovvio che se certe questioni sono affidate alla casualità della proposta non possono che sollecitare la richiesta diffusa sui territori di avere un ospedale che dovrebbe essere per altro un ospedale di eccellenza. Credo che il luogo privilegiato per affrontare questi discorsi, sul covid ma non solo, per affrontare i discorsi della pianificazione sanitaria sul nostro territorio, sia il Consiglio regionale. Si riunisse il Consiglio regionale e decidesse che cosa bisogna fare in questa regione. In fondo è quello il luogo forte della rappresentanza e della sovranità popolare dei cittadini calabresi, non c’è altro luogo, quindi per definire questa questione dell’ospedale covid».
SERVIZI TERRITORIALI Viscomi trae un insegnamento dall’emergenza, gli ospedali da soli non bastano: «Abbiamo bisogno dei punti di eccellenza, però questa esperienza dell’emergenza epidemiologica ha messo in evidenza come sia estremamente importante avere dei servizi territoriali sanitari. La vera differenza tra Lombardia, Emilia e Veneto nell’effetto letale e lesivo di questo virus, è stata data proprio dall’esistenza o inesistenza dei servizi territoriali, presenti in Veneto e in Emilia, assenti in favore dell’ospedalità – e dell’ospedalità privata in modo particolare – in Lombardia. Allora credo che sia il caso in questo momento di fare una discussione seria e di parlarsi con molta serenità ma anche con molta chiarezza sul fatto che nella nostra regione abbiamo dei servizi territoriali che devono essere ridefiniti, riconsiderati, riorganizzati».
ISTITUITE 37 USCA E a proposito di “annunci” a distanza di un mese Viscomi incalza la Regione per sapere come si è dato seguito all’ordinanza che istituiva in Calabria le Unità speciali per la continuità assistenziale: «Vorrei sapere, lo sto chiedendo da qualche giorno, quante Usca sono state istituite effettivamente e rese operative nel territorio calabrese. Il decreto 25 della presidente Santelli del 29 marzo istituiva 37 Usca, io sto chiedendo da qualche giorno di sapere quante Usca sono state costituite, cioè quante strutture sul territorio sono state costituite, perché abbiamo pure imparato in questo periodo che è l’invio immediato in ospedale che ha creato seri problemi nelle altre regioni, e quindi l’abbandono delle terapie domiciliari. Altra cosa, vorrei sapere se e quando le unità di cure primarie saranno costituite in tutta la Regione, come funzioneranno e come saranno supportate, e dopo possiamo ragionare, definito il livello territoriale, anche del livello ospedaliero perché altrimenti il livello ospedaliero diventa un surrogato del livello territoriale, con tutto quello che ne segue in termini di pronto soccorso affollati, di appropriatezza della risposta e così via. E’ su questi temi che forse dovremmo veramente affrontare il discorso in questa regione e ribadisco, il luogo principale per affrontare questo discorso – ha concluso Viscomi – non può che essere il Consiglio regionale».
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