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«Per uscire dalla crisi il governo utilizzi i beni confiscati ai boss»

La proposta dell’eurodeputato della Lega Vincenzo Sofo: «Una cifra pari a quella che ci offrirebbe l’Ue, con la differenza che nel caso di beni confiscati, non sono prestiti, non dobbiamo pagare in…

Pubblicato il: 08/05/2020 – 18:43
«Per uscire dalla crisi il governo utilizzi i beni confiscati ai boss»

ROMA «Invece di promettere soldi che non arrivano o chiedere prestiti senza conoscerne le condizioni, il governo inizi ad agire utilizzando le risorse che ha già a disposizione: i beni confiscati ai boss». La proposta è dell’eurodeputato della Lega Vincenzo Sofo, che rilancia l’idea di uno studio, pubblicato a fine aprile, dell’Osservatorio permanente sulla sicurezza dell’Eurispes, l’Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali, presieduto da Gian Maria Fara. «Stiamo parlando – spiega l’europarlamentare – di quasi il 2 per cento del Pil del nostro Paese, una cifra pari o quasi a quella che ci offrirebbe l’Unione Europea attraverso il Mes, con la differenza che nel caso di beni confiscati non sono prestiti, non dobbiamo pagare gli interessi e sono disponibili da subito».
«Non parliamo solo di appartamenti, terreni o mezzi di trasporto ma anche di aziende, titoli finanziari e depositi bancari – aggiunge il deputato europeo del partito di Matteo Salvini – che potrebbero fare da stimolo economico ed occupazionale soprattutto alle regioni del Sud, considerando che la maggior parte delle aziende sequestrate sono in Sicilia, Campania e Calabria».
Nel report dell’osservatorio si legge che “serve potenziare l’Anbsc e collegarla alla creazione di un istituto che investa sui territori questo enorme patrimonio che oggi frutta allo Stato, e dunque agli italiani, praticamente nulla, mentre potrebbe aiutare a dar loro lavoro, servizi e infrastrutture. L’enorme patrimonio accumulato con le confische dei beni della criminalità organizzata e delle mafie deve essere messo a frutto e gestito con criteri manageriali, come si farebbe con un’azienda o un insieme di aziende, facenti capo ad un unico soggetto finanziario insomma, una vera e propria holding, organizzata e gestita in stretta collaborazione con l’Anbsc e con la vigilanza del Sistema giudiziario antimafia”.
L’appello di Sofo, dunque, è rivolto ai «ministri Bonafede, Gualtieri e Patuanelli affinché potenzino l’Anbsc e la colleghino, come ha proposto anche il presidente di Eurispes, alla creazione di un istituto che investa sul territorio e faccia fruttare questo enorme patrimonio per nulla valorizzato». Per il leghista, impiegare i patrimoni confiscati alle cosche per uscire dalla crisi sarebbe un ottimo modo per dare un messaggio positivo dopo le scarcerazioni dei boss: «Si tratterebbe di un intervento utilissimo in questa fase di crisi e doveroso dopo l’inquietante segnale dato dal governo con le vicende relative alla scarcerazione dei boss mafiosi e – conclude – alle dichiarazioni del pm Nino Di Matteo».

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