CATANTARO C’è maretta in casa Lega e il segretario Cristian Invernizzi è dovuto tornare di fretta e furia, sempre nei limiti delle disposizioni per contenere il coronavirus, s’intende. Invernizi “Il lumbard” lo chiamano alcuni leghisti calabresi, facendo ghignazzi subito dopo aver pronunciato l’appellativo con accento tipico (per quanto possa farlo un calabrese) della Lombardia ha fatto prima tappa a Cirò Marina per una cena per poi una dormita rigenerante a Melissa. Un tour calabrese, partito dalla costa ionica e durato appena un giorno ma nel quale il segretario del partito avrebbe tastato il polso della Lega calabrese. E la metafora medica è tutt’altro che azzardata considerando che in molti meditano di uscire dal partito. Tra loro anche qualche “big” locale mentre altri che si erano avvicinati al carroccio anche con una candidatura in lista, dopo aver accarezzato il sogno di una esperienza politica nuova hanno preferito lasciare fondamentalmente ancor prima di cominciare. Insomma ci si aspettava le battaglie leghiste anche in Calabria e un po’ per il Covid un po’ perché poi a conti fatti il partito di Via Bellerio non ha avuto tutti questi proseliti ci si è ritrovati a quattro mesi delle elezioni regionali con solo mugugni interni e questioni di partito da gestire. Invernizzi ha incontrato in conferenza i coordinatori territoriali del partito che erano stati nominati poco prima della composizione delle liste ufficiali per le regionali, insieme a loro, dovrà lavorare in futuro per tenere compatto il partito, farsi trovare pronto per elezioni per eventuali elezioni ma soprattutto mantenere gli standard percentuali delle altre regioni del sud. Un’impresa a cui si procederà presumibilmente fase dopo fase proprio come si fa nelle emergenze. Le questioni di partito spettano al Cristian Invernizzi, quelle politiche le regola in prima persona Jole Santelli con il leader Matteo Salvini che (come ammesso durante la trasmissione di Peter Gomez “Sono le venti”) «sento quasi quasi quotidianamente».
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