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20.20 | Pucci: «Per la ristorazione servono regole certe»

Lo chef e presidente di Apc Calabria analizza la fase della ripartenza ripartenza del settore. «Siamo stati fermi due mesi, avevamo dato la nostra disponibilità per stilare regole condivise. Si v…

Pubblicato il: 16/05/2020 – 17:18
20.20 | Pucci: «Per la ristorazione servono regole certe»

LAMEZIA TERME Il mondo della ristorazione è pronto alla ripartenza? Di questo ha parlato nel corso della trasmissione 20.20 lo chef Francesco Pucci, presidente di Apc Calabria. «Servono delle regole da cui partire. Le direttive nazionali sono un po’ un paradosso e parlo dell’aspetto sanitario all’interno delle cucine, fermo restando l’igiene e sanificazione che doveva essere sempre il nostro cavallo di battaglia – spiega Pucci-. Se bisogna entrare in cucina solo se sani, serve mettere la mascherina? Io da questo mi accorgo della mancanza di praticità di chi ha fatto il provvedimento». Nel corso del talk, andato in onda su L’Altro CorriereTv lo chef ha spiegato come le associazioni del mondo della ristorazione abbiano dato tutta la disponibilità nel cooperare alla stesura di linee guide che tengano davvero conto delle esigenze di chi si occupa del settore.«Avremmo messo a disposizione tutto il nostro know-how. Il comparto ristorativo genera il 30% del movimento di materia prima. Se queste regole comportano una diminuzione di forza lavoro ne risente tutto il sistema. Dalla crisi però bisogna cogliere anche delle sfaccettature positive. Sul delivery e take away eravamo in ritardo ma adesso stiamo recuperando. E’ logico che anche in questo caso sono necessarie delle regole che siano quanto più certe e stabilite e che riguardino». Il problema delle riaperture si scontra anche con la sistemazione dei posti a sedere. «Io porto il mio esempio. Su 38 posti in 48 metri quadri adesso ne posso sistemare solo 12 ma dipende anche layout sala. Se ci sono strutture intermedie e non riusciamo a mantenere la distanza tecnica i posti diminuiscono ulteriormente. La verità è che la potenza lavorativa è diminuita è i costi sono aumentati. Siamo pronti a fare qualsiasi tipo di sacrificio. Ma c’è da tenere in considerazione anche della qualità della vita dei lavoratori quando ci si chiede per esempio di allungare delle ore di servizio. C’è necessità di rimettersi in carreggiata, anche perché siamo stato fermi e non abbiamo ricevuto ancora aiuti».

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