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Bancarotta della ditta Cantafio, una condanna e una assoluzione. Restituiti i beni sequestrati

Tre anni di reclusione per bancarotta patrimoniale a carico di Antonio Cantafio. Assolti l’imprenditore e la figlia Concetta dall’accusa di bancarotta fraudolenta

Pubblicato il: 09/06/2020 – 20:46
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Bancarotta della ditta Cantafio, una condanna e una assoluzione. Restituiti i beni sequestrati
LAMEZIA TERME Una condanna a tre anni di reclusione per bancarotta patrimoniale e una assoluzione. Così si è concluso il processo di primo grado a carico di Antonio Cantafio e della figlia Concetta Cantafio, imprenditori lametini nel settore degli infissi, accusati di bancarotta fraudolenta consumata negli anni 2011/2012. L’indagine che ha dato vita al processo scaturisce proprio da una denuncia sporta da Concetta Cantafio. L’inchiesta aveva portato a ipotizzare che Antonio Cantafio, con evidente fine dissimulatorio, aveva costituito una società immobiliare a cui aveva intestato tutti i beni di sua proprietà. L’accusa, in sede di requisitoria, aveva chiesto nei confronti dell’imputato una pena di cinque anni di reclusione e la confisca di tutti i beni, già sequestrati, riconducibili ad Antonio Cantafio. Due anni erano stati chiesti nei confronti della figlia Concetta. Secondo l’accusa erano state messe in atto una serie di artificiose transazioni patrimoniali, finalizzate a nascondere ai creditori l’attivo della ditta prima che fallisse, mediante, fra l’altro, anche la costituzione di una nuova società “ad hoc”, nella quale venivano strumentalmente conferiti gli immobili, oggetto successivamente di un sequestro preventivo del valore di quasi tre milioni di euro. Per gli imputai le difese, rappresentate dagli avvocati Francesco Gambardella, per Antonio Cantafio, e Salvatore Cerra, per Concetta Cantafio, hanno chiesto l’assoluzione dei propri assistiti e la restituzione dei bei per i quali il pm aveva chiesto la confisca. Il Tribunale di Lamezia Terme, dopo tre ore di camera di consiglio ha assolto gli imputati per il reato più grave di bancarotta fraudolenta, mentre ha condannato il solo Cantafio Antonio per il reato di bancarotta patrimoniale alla pena di tre anni di reclusione. Nello stesso tempo è stata accolta la richiesta della difesa di Antonio Cantafio, di rigetto della richiesta di confisca, disponendo la restituzione di tutti i beni intestati o riconducibili ad Antonio Cantafio, posti sotto sequestro nella fase iniziale del processo.
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