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Lamezia, ecco gli interessi che girano intorno alla discarica
Mentre associazioni di categoria, movimenti ambientalisti si mobilitano per fermare l’ampliamento del sito in località Stretto la Regione procede spedita verso la realizzazione della terza vasca. Av…
Pubblicato il: 24/06/2020 – 15:29
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LAMEZIA TERME Di singolarità a Lamezia Terme ce ne sono davvero tante. Il contesto è quello relativo all’annunciata volontà di costruire in località Stretto una terza imponente vasca per accogliere 600mila metri cubi di rifiuti.
A stabilirlo un’ordinanza della Presidente Jole Santelli, la numero 94 del 20/05/2020.
Mica bazzecole ma una vera e propria mega-discarica che, come recentemente asseverato da una ordinanza del dipartimento Ambiente (qui il link), si candida ad essere il buco nero dove seppellire gli effetti di una dissennata quanto altrettanto lucrosa politica di gestione dei rifiuti.
Che sia lucrosa non c’è dubbio, il giro d’affari stimato è pari a 40 milioni di euro.
Roba che dovunque scatenerebbe il finimondo ed a Lamezia, invece, riceve il plauso ed il convinto sostegno del sindaco e di parte della maggioranza che governa la città. Certo è senz’altro singolare.
Poi c’è il tema della scelta vera e propria. La terza vasca sarebbe, secondo la narrazione regionale, la soluzione approntata in attesa di configurare il sistema vero e proprio, peccato però che i decenni passati abbia dato forza e vigore all’assunto secondo cui in Italia nulla “è più stabile del provvisorio”. Soprattutto quanto scorre denaro a più non posso. Finora la “resistenza”, alimentata a Lamezia da un’articolata rete di associazioni, movimenti, organizzazioni professionali e di categoria, ha avuto come obiettivo quello di impedire la costruzione della terza vasca ma sono in molti quelli che negli ultimi giorni hanno voluto richiamare l’attenzione su altri aspetti della scelta compiuta dalla Regione e sostenuta dal primo cittadino di Lamezia.
La preoccupazione espressa riguarda infatti la riattivazione delle precedenti due vasche che dovrebbero in futuro ospitare altri decine e decine di migliaia di metri cubi di rifiuti; si tratta di un sito per cosi dire “saturo”, costruito sulla scorta di prescrizioni normative superate, chiuso da circa un decennio e sul quale è operativo un sequestro preventivo eseguito lo scorso febbraio dai carabinieri del N.O.E. su disposizione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme.
Per gli inquirenti la discarica sequestrata, su una superficie complessiva di 30mila metri quadrati e con una capacità complessiva di abbanco pari a 551mila metri cubi di rifiuti, veniva gestita in violazione alle prescrizioni contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.
Quanto basta per parlare non di rischi potenziali ma di un pericolo già in atto.
E tuttavia mentre a Lamezia Terme movimenti ed associazioni, spalleggiati da sempre più cittadini, si impegnano nel contrastare la terza vasca, la burocrazia regionale, veloce ed inesorabile quando vuole, procede a ritmo serrato.
E lo fa con la pubblicazione di un avviso di indagine di mercato per individuare gli operatori economici cui affidare i lavori di regimazione delle acque meteoriche della discarica; interventi che consistono «nella realizzazione di canali in calcestruzzo prefabbricato per la raccolta delle acque meteoriche, previa demolizione di una parte esistente e spostamento dell’adiacente impianto antincendio, nella bitumazione delle strade e dei piazzali, previa fresatura, nella fornitura e posa in opera di due vasche prefabbricate per il trattamento delle acque raccolte e di una stazione di monitoraggio degli inquinanti atmosferici».
Lavori il cui costo ammonta a ben mezzo milione di euro, ulteriori risorse gestite dalla Protezione Civile regionale ed investite in un’area che, come ripetono gli esponenti della Rete civica lametina, rappresenta il cuore quel Distretto agroalimentare di qualità voluto dalla stessa Regione in una sorta di sdoppiamento di personalità, da una parte si predilige il palato, dall’altro si disgusta l’olfatto.
E chissà se l’annunciato storytelling hollywoodiano in via di affidamento al regista Gabriele Muccino (qui link notizia) sarà cosi emozionale da far dimenticare ai turisti in arrivo all’aeroporto di Lamezia Terme (perfettamente in asse ed a pochi chilometri dalla discarica) la visione, non proprio celestiale, di tre buche che, a conti i fatti, ospiteranno milioni di metri cubi di rifiuti.
Già, a conti fatti. Perché l’impressione è che giri tutto attorno a quelli. (redazione@corriercal.it)
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