CATANZARO «Il disavanzo di 154 milioni del bilancio del policlinico universitario di Catanzaro è un’assurdità totale da denunciare e riverberare, per cui non ci sono scusanti e vanno assunti provvedimenti immediati». Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5S Bianca Laura Granato, Francesco Sapia, Paolo Parentela e Giuseppe d’Ippolito. «Soltanto il Movimento 5 Stelle – aggiungono – ha avuto la libertà e l’autonomia di denunciare lo scandalo del Policlinico universitario catanzarese, che continua a ricevere decine di milioni di euro oltre quanto consentito dalle norme, ha un bilancio in rosso fisso, non fa emergenza-urgenza, non ha il Pronto soccorso e non riesce ad avere l’accreditamento per le scuole di specializzazione nelle discipline mediche. Questa situazione gravissima parte da lontano, dal grande bluff della Fondazione Campanella, che doveva curare i malati oncologici e invece si è rivelato un artificio per finanziare surrettiziamente il policlinico universitario. Nel merito occorrerebbero approfondimenti dell’autorità giudiziaria, perché si tratta di denaro pubblico sperperato senza risultati, soprattutto a danno dei malati e dei lavoratori. All’epoca la politica recitò alla grande. Trasversalmente, i vari rappresentanti catanzaresi si stracciarono le vesti garantendo soluzioni repentine, che non arrivarono per mancanza di coraggio e della volontà di superare risapute logiche rovinose. Ora è il momento di risolvere in maniera definitiva il problema del policlinico, mandando a casa tutto il vecchio management che, prono al volere di baroni e furbetti di palazzo, ha sempre permesso questo andazzo vergognoso».
«Tutta la politica – sostengono ancora i parlamentari M5S – ha il dovere di attivarsi in concreto, a partire dalla presidente Jole Santelli e dal Consiglio regionale, per ripartire daccapo sull’integrazione con l’ospedale di Catanzaro, per riqualificare sul serio il policlinico in questione, che deve avere il Pronto soccorso e funzionare a regime, per tutelare i diritti degli studenti universitari e per assicurare un’adeguata formazione specialistica in Calabria e il turnover del personale sanitario con giovani laureati nell’ateneo catanzarese, evitando l’emigrazione intellettuale, che purtroppo continua a crescere per colpa di silenzi e mistificazioni imperdonabili».
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