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«Il Museo archeologico di Vibo escluso dalle manifestazioni culturali della città»
Il Comitato civico per il cinquantesimo del Museo archeologico Vito Capialbi di Vibo Valentia chiede le ragioni del mancato utilizzo della struttura, per lo svolgimento di manifestazioni cultura…
Pubblicato il: 04/09/2020 – 18:54
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VIBO VALENTIA «L’estate sta finendo, anzi, è proprio finita. I luoghi storici nel nostro Paese – musei, aree archeologiche, complessi monumentali e chiese – in questo periodo hanno fatto da sfondo a moltissime iniziative culturali che, seppur con presenze numericamente ridotte, si sono svolte in tutta sicurezza, con grande apprezzamento e compiacimento da parte del pubblico. Il trend nazionale ha quindi registrato, strano a dirsi, incrementi nella partecipazione in quei luoghi opportunamente trasformati in palcoscenici, significativi di una prima reazione alla prolungata chiusura dovuta all’emergenza covid19. Il Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia, ospitato nelle sale del Castello Federiciano, risulta essere tra quelli che hanno aperto le porte ai visitatori a stagione estiva inoltrata. A scartamento ridotto inizialmente, successivamente con orari più completi, l’apertura è stata accompagnata anche da uno spot televisivo in cui la preziosa laminetta orfica- vanto del Museo Vibonese – veniva definita ”deliziosa”». Così in una nota del Comitato firmata da Maria d’Andrea e Gilberto Floriani.
«Ad un articolo giornalistico pubblicato da parte del Comitato civico per il 50°dell’istituzione del Museo, nel quale si chiedevano informazioni circa i tempi per un’apertura con orari normali, erano seguite rassicuranti rassicurazioni degli organi competenti. Ma, pur avendo spalancato le porte delle sale espositive,offrendo ai visitatori anche la visione del busto femminile in basalto nero restituito dall’America dopo 8 lunghi anni di esilio, i problemi a nostro avviso sono rimasti.Infatti l’ampio cortile interno, per non ben precisati problemi (si era parlato di crollo di cocci, sic!), è rimasto interdetto a qualsiasi tipo di manifestazione che poteva essere allestita dalla direzione dello stesso museo, dall’amministrazione comunale, da associazioni, da quanti cioè ne avessero fatto richiesta, nella spaziosa corte, che in passato ha ospitato gli spettacoli del Magna Grecia Teatro, importante rassegna estiva curata dalla Regione Calabria. Il motivo vero, però, per cui spettacoli ed attività sono interdetti, non è dato sapere. Quindi viene da pensare che, nonostante le rassicurazioni,forse non tutto è a posto come si è voluto far credere.Equindi le criticità esistono, eccome, e sono tutte elencate nero su bianco in una corposa relazione -che si trova presso la sede del Polo Museale a Cosenza-,dove proprio un assistente alle criticità ha sciorinato, con dovizia di particolari, le carenze del sistema antincendio, di quello d’allarme,dagli estintori alla pompa dell’acqua fino alla piccola manutenzione. Il personale, decimato da pensionamenti e problemi vari di organico, è in serie difficoltà, solo per puro spirito di servizio svolge anche mansioni di sbigliettamento dopo che da qualche tempo,la società che aveva la gestione dei servizi aggiuntivi -book shop e biglietteria-, ha abbandonato la postazione non senza problemi e situazioni ancora non ben chiarite definitivamente. Anche i tirocinanti regionali, attesi con grandi aspettative, non sono riusciti, con la loro presenza, a superare ed azzerare problemi e criticità.Problematiche, apparentemente tutte interne che attengono alla organizzazione della struttura, per cui la stessa ne uscirebbe assolta per la mancata fruizione pubblica degli spazi interni del castello, se non fosse altrettanto indiscutibile che questo stato di cose arreca ingiusto danno alla comunità, venendo meno fruizione, frequentazione e messa in sicurezza dei luoghi. L’estate quindi davvero sta finendo ed il museo vibonese è rimasto sonnacchioso, escluso dalle manifestazioni culturali della città, quando, come in passato,avrebbe potuto fare da sfondo a molteplici manifestazioni di cultura aggreganti. In questa estate strana post lockdown nella nostra regione abbiamo assistito ad un impegno costante e sforzi notevoli profusi da parte di alcune istituzioni, davvero ammirevoli nel cercare soluzioni per incontrare un pubblico che è diventato sempre più attento, competente ed esigente. Ricordiamo per tutti, Armonie d’Arte Festival a Roccelletta di Borgia, oppure il Roccella Jazz Festival che hanno rimodulato le attività per poter mettere in scena gli spettacoli, e tanti, tanti altri piccoli luoghi che si sono reinventati pur di far rivivere i nostri beni identitari. E allora ci chiediamo come mai il Museo Capialbi che 51 anni fa è stato fortemente voluto, dalla società civile vibonese in primis, che presenta una conformazione strutturale ideale degli spazi da permettere incontri, spettacoli e presentazioni, non abbia potuto svolgere il suo ruolo dimostrandosi, viceversa, come soleva affermare Umberto Eco,“respingente e polveroso”. Come comitato, che ha fin dalla sua istituzione lavorato per incentivare l’affezione e l’orgoglio da parte dei vibonesi nei confronti di questo doppio bene identitario ovvero il castello costruito da Federico II e il Museo archeologico, chiediamo che venga offerta l’opportunità di usufruire degli spazi esterni invitando chi ne ha titolo a perseguire convergenza con la città, le sue istituzioni, i cittadini ed i tanti appassionati».
«D’altra parte – conclude la nota – a Monasterace, antica Kaulonia, dopo le polemiche dei giorni scorsi è stato riaperto al pubblico il mosaico dei draghi e dei delfini, a dimostrazione del fatto che con la collaborazione, il buon senso ma soprattutto la consapevolezza, in questo momento i luoghi della cultura costituiscono un collante eccezionale per tornare a stare insieme e godere di arte e bellezza in compagnia».
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