CATANZARO Per Francesco Pitaro, consigliere regionale del Gruppo misto, quelle del generale Saverio Cotticelli sono dimissioni-disfatta. Per il parlamentare M5S Francesco Sapia è il momento di ricostruire sulla base di una stretta conoscenza – da parte dei prossimi commissari – del territorio. E la Cisl, per bocca del segretario regionale Tonino Russo, chiede che Speranza avvii appena possibile una verifica sulle condizioni della sanità calabrese. Il suo collega della Cgil Angelo Sposato vede tra le priorità la sterilizzazione del debito e la stabilizzazione dei precari. Sono voci che sintetizzano, in qualche modo, lo stato dell’arte. Ed evidenziano la necessità di interventi risolutivi in tempi rapidi. Perché il debito è fuori controllo, le aziende del sistema sanitario sono in perenne crisi e il momento – per via dell’emergenza Covid – è delicatissimo.
PITARO (GRUPPO MISTO): DIMISSIONI DISFATTA «Sono dimissioni-disfatta, quelle del vertice della Struttura commissariale, che giungono – afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro (Gruppo misto) – quando la sanità più fragile del Paese avrebbe maggiore bisogno, specie di fronte all’impennata dei contagi, di una governance responsabile, competente e dialogante con le istanze più rappresentative della società calabrese». Aggiunge Pitaro: «Debiti alle stelle nelle varie aziende sanitarie e, a quanto si capisce, fuori controllo, inefficienze burocratiche e impossibilità, nonostante l’abnegazione di medici e infermieri, di garantire ai calabresi prestazioni dignitose. Una sfilza di fallimenti che vanificano da anni l’articolo 32 della Costituzione e che adesso esigono dal Ministero della Salute un suo intervento risolutivo, diretto ed autorevole, visto che la Regione al momento brancola nel buio».
Per il consigliere regionale sono«particolarmente intollerabili i contrasti, che si susseguono da più legislature, tra Commissario e Regione, se solo si pensa agli inadempimenti relativi al Programma operativo per la gestione dell’emergenza da Covid-19 (previsto dal “Cura Italia”) da cui dipende la ratifica del Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera (il documento che prevede l’aumento dei posti di terapia intensiva e sub-intensiva da 140 a 280) finanziato dal “decreto Rilancio”. Contrasti – conclude Pitaro – che spesso impediscono di capire persino dove si annidino responsabilità, insufficienze e lacune, e che possono avere un esito o individuando commissari dalle competenze universalmente riconosciute oppure consentendo che le funzioni di commissario siano esercitate dalla Presidente della Regione».
SAPIA: ORA COMMISSARI CHE CONOSCANO IL TERRITORIO «Dopo le annunciate dimissioni da parte del commissario alla sanità calabrese, Saverio Cotticelli, e della sua vice, Maria Crocco, mi auguro che entrambi lascino per sempre la gestione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale. Servono nuovi commissari che conoscano il territorio e non abbiano alcuna riverenza rispetto alla burocrazia ministeriale, ancora guidata dai dirigenti Andrea Urbani e Angela Adduce, di cui ho da tempo chiesto la sostituzione, ritenendoli responsabili quanto Crocco e Cotticelli». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, il quale aggiunge: «Cotticelli è un galantuomo che si è trovato al posto sbagliato nel momento più delicato, la Crocco ha invece il controllo degli aspetti tecnici, sicché sono sue le responsabilità principali dell’andamento della sanità calabrese». «Se fossero formalizzate le dimissioni di Cotticelli e Crocco, il governo dovrebbe – rimarca il deputato del Movimento 5 Stelle – impedire la colonizzazione della sanità calabrese, peraltro confermata dalla nomina di diversi manager provenienti da fuori, lontani dal contesto sanitario regionale e dai problemi quotidiani». «Se Cotticelli e Crocco tornassero a casa, sarebbe un primo, importante risultato – precisa il parlamentare – che rivendicherei con orgoglio. Infatti sono stato, come noto, il rappresentate del popolo che ne ha rilevato puntualmente ogni errore: dall’anomala determinazione del fabbisogno di personale al disavanzo spaventoso del policlinico universitario di Catanzaro; dal divieto di operare i tumori al seno nelle cliniche private ai rimpalli circa la prosecuzione della radioterapia al Marrelli Hospital; dalla dubbia nomina della Saitta all’Asp di Cosenza all’immobilismo su alcuni primariati, assegnati, stando agli atti, in mancanza dei requisiti di legge. L’elenco – conclude Sapia – sarebbe interminabile. In ogni caso è ormai inevitabile e urgente cambiare la struttura commissariale».
RUSSO (CISL): IL MINISTRO VERIFICHI LO STATO DELLA SANITÀ «Le annunciate dimissioni del Commissario e del Sub Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro della Sanità in Calabria – dichiara Tonino Russo, Segretario generale della Cisl calabrese – accelerano la necessità di una verifica da parte del Ministro Speranza dello stato del sistema sanitario nella nostra regione e della complessiva riorganizzazione del settore. Come emerso nel recente incontro avuto a Roma con il Ministro stesso, a seguito della manifestazione che Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato a luglio davanti alla Cittadella della Regione – prosegue Russo –, nelle prossime settimane decadranno gli effetti del Decreto Calabria, rendendo urgente un cambio di marcia e di management nelle aziende sanitarie e ospedaliere, oltre che nell’Ufficio del Commissario ad acta.
Chiediamo perciò un immediato confronto con il Ministro alla Salute, qui in Calabria, per capire come sarà gestita questa delicatissima fase di transizione e di necessario rilancio in cui, mentre assistiamo ad un aumento dei contagi da Covid-19, persistono gravi carenze strutturali e nel personale, licenziato e non rimpiazzato, carenze che non consentono ai cittadini la fruizione dei livelli essenziali di assistenza e li espongono ai rischi di una pandemia tuttora in corso. Finora – conclude il Segretario della Cisl regionale – i calabresi, con le loro tasche, stanno ripianando il deficit della Sanità attraverso l’aumento di Irpef e Irap. Altro che piano di rientro: le cifre che circolano parlano del raddoppio di uno sforamento nel bilancio che già lo scorso anno avevamo denunciato come allarmante! Questo è il momento di dare finalmente risposte attese da anni alla domanda di servizi sanitari all’altezza dei tempi e delle sfide attuali e future in termini di strutture, di tecnologie, di operatori».
SPOSATO (CGIL): MODIFICARE IL DECRETO CALABRIA «Abbiamo appreso delle dimissioni del Commissario e del Subcommissario alla sanità per il piano di rientro dal debito della Calabria. Riteniamo nell’immediato una presa in carico del Ministero della salute della sanità calabrese, con l’individuazione di un percorso che metta al centro i bisogni del malato, dei cittadini che chiedono servizi sanitari efficienti e moderni». Lo dice il segretario regionale della Cgil Angelo Sposato.
«Serve prorogare e modificare il decreto Calabria – continua Sposato – e individuare una struttura commissariale competente che interagisca con le autorità sanitarie territoriali, con il sindacato, che affianchi le strutture delle Asp sciolte per infiltrazioni mafiose e che condivida un piano operativo per la rete ospedaliera, la medicina di territorio, la rete di emergenze urgenza, con abbattimento delle liste di attesa. Al Governo chiediamo la sterilizzazione del debito per il periodo necessario ad effettuare le assunzioni necessarie, stabilizzare il precariato, provvedere alle riqualificazione e le internalizzazioni dei servizi». «Auspichiamo – conclude Sposato – che il ministro della salute Roberto Speranza convochi al più presto il confronto tecnico già concordato nell’ultimo incontro svoltosi al Ministero della salute, alla luce delle odierne dimissioni del Commissario Cotticelli. L’unica cosa che non è possibile accettare è riconsegnare la sanità a questa politica che trasversalmente nel tempo ne ha prodotto il disastro totale».
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