CROTONE Si aprirà lunedì 12 ottobre 2020, a Crotone, il processo per le lesioni gravissime e irreversibili subite da Vito Vona, giovane crotonese, padre di famiglia, «la cui vita – si legge in una nota del Comitato Vito Vona – è stata fortemente danneggiata dagli interventi chirurgici cui è stato sottoposto nel 2016 e nel 2017 (ne sono poi seguiti altri, per un totale di quattro, con la conseguente asportazione totale dello stomaco, milza, colecisti e metri di intestino)». Gli imputati sono l’ex primario del reparto di chirurgia dell’ospedale di San Giovanni di Dio di Crotone, Giuseppe Brisinda, proveniente dal Policlinico Gemelli di Roma, e i medici di chirurgia, Maria Michela Chiariello e Giuseppina Peta.
«Al giovane – continua la nota – fu asportato lo stomaco, prima in parte e poi totalmente, senza che le sue condizioni cliniche fossero tali da rendere necessario un intervento così radicale che, tra le altre conseguenze, gli ha causato la perdita di 44 kg. Non aveva infatti un tumore Vito Vona, e neppure una malattia importante che giustificasse la resezione gastrica, i cui effetti anche a lungo termine, sono stati devastanti per il paziente. Sindrome di malnutrizione, osteoporosi, malassorbimento tale da richiedere continuo supporto dell’alimentazione per via artificiale (nutrizione parenterale) che costringe Vona a rimanere attaccato a una pompa a infusione per lunghi periodi nel corso dell’anno, con infusioni che vanno dalle 15 alle 24 ore al giorno, per limitare la sua forte e inarrestabile perdita di peso».
Vito Vona non potrà essere nemmeno presente alla prima udienza, a causa di un ricovero ospedaliero da imputare alle sue condizioni di salute fragilissime dopo i quattro interventi subiti. Sarà rappresentato dal suo Avvocato difensore Francesco Manica.
Vona ha raccontato la sua esperienza in un ebook disponibile gratuitamente in rete, nel quale si legge:
«Con la mia testardaggine insieme a mia moglie dopo 10 lunghi anni ero riuscito a realizzare il sogno più grande di avere un bambino, la voglia di fare mi scorreva nelle vene, mi sentivo sistemato in tutto, mi allenavo in palestra ed ero soddisfatto». Poi l’incontro con un destino avverso, e l’inizio di un’odissea senza fine, un ergastolo senza averne nessuna colpa, che lo ha portato anche a perdere il lavoro.
Ora sarà il Tribunale di Crotone a dare risposte alle tante domande su questa drammatica vicenda, nel primo grado di giudizio.
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