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L'ex assessore di Reggio legato ai clan pensava di darsi latitante
Il dato emerge dal provvedimento di fermo eseguito ieri dalla Dda. Seby Vecchio cercava informazione sull’inchiesta “Pedigree”. I magistrati: «Sottolineava di aver ricevuto il consiglio di lasciare l…
Pubblicato il: 16/10/2020 – 17:15
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REGGIO CALABRIA Il poliziotto ed ex assessore comunale di Reggio Calabria Seby Vecchio voleva lasciare la città e darsi latitante. È quanto emerge dal provvedimento di fermo firmato dal procuratore Giovanni Bombardieri e dai sostituti della Dda Stefano Musolino, Sara Amerio e Walter Ignazitto che, nell’ambito dell’operazione “Pedigree 2”, eseguito ieri nei confronti di Vecchio ed altri quattro soggetti ritenuti intranei alla cosca Serraino.
Motivando il fermo con il pericolo di fuga, nel provvedimento i pm scrivono: «La fibrillazione in corso ed i timori di nuovi provvedimenti cautelari, si coglie dal comportamento da ultimo assunto da Sebastiano (Seby) Vecchio. Come emerge dalla relazione di servizio di un ispettore della Squadra mobile, Vecchio, il 6 ottobre contattava il suo collega, rappresentandogli di avere avuto contezza di alcune intercettazioni del procedimento cosiddetto “Pedigree” in cui veniva menzionato».
«Nel malcelato tentativo di acquisire informazioni su eventuali conseguenze giudiziarie – concludono i magistrati – Vecchio sottolineava di aver ricevuto il consiglio di lasciare la città. Il che rende ancor più concreto il rischio che l’indagato intenda definitivamente allontanarsi e far perdere le sue tracce». Per questo motivo, nei confronti del poliziotto ed ex assessore comunale, la Dda ha proceduto con il fermo di indiziato e non avanzando al gip una richiesta di ordinanza di custodia cautelare. Oggi pomeriggio i cinque fermati saranno sottoposti a interrogatorio di garanzia.
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