COSENZA L’aspetto drammatico dell’emergenza Covid riguarda tanto i rapporti umani che si sgretolano dietro una scia di dolore e di sofferenza causata dall’aumento quotidiano per i morti da Covid-19, quanto dal rischio concreto di collasso dell’intero sistema sanitario nazionale e regionale. Calabria maglia nera nella sanità con gli strascichi di oltre due lustri di commissariamento e “zona rossa” ancor prima di altre regioni che hanno dei numeri di gran lunga superiori rispetto ai nostri. I numeri non raccontano il sommerso che si cela dietro la sanità calabrese, e nello specifico, i contagi riportati sui bollettini diramati quotidianamente, rappresentano davvero l’andamento epidemiologico nelle provincie calabresi? La risposta potrebbe essere negativa, se si considera la mole di tamponi che aspettano di essere processati. In affanno c’è soprattutto la provincia di Cosenza, la terza più grande d’Italia dove i laboratori che si trovano all’interno dell’Annunziata devono sopportare la richiesta che arriva da tutta la provincia. Jonio, Tirreno ed entroterra cosentino si poggiano all’Annunziata, dove la sola macchina a disposizione degli operatori sanitari non basta a soddisfare tutta la richiesta. I laboratori dovrebbero essere potenziati e in attesa che entri in funzione lo strumento che sarà in dotazione all’ospedale di Rossano e che sarà capace di processare 300 tamponi al giorno l’ospedale Hub di Cosenza è come un equilibrista che cammina su di un filo. Ogni posto letto in più è frutto di decisioni che sono prese in un risiko in cui però in ballo c’è la salute delle persone. Per questo il sindaco di Cosenza, così come fatto in passato ha emanato un’ordinanza (da massima autorità sanitaria sul territorio) affinché l’azienda ospedaliera proceda all’assunzione di personale medico e infermieristico oltre che di tecnici di laboratorio e operatori socio sanitari. Un suo blitz all’ospedale civile è servito ad accertare quanto già da tempo si percepiva nell’aria e cioè che tantissimi sono i pazienti in attesa di un posto letto e che le precarie condizioni ospedaliere rischiano di far venir meno l’intero comparto qualora tutto dovesse peggiorare in maniera inesorabile.
I NUOVI CONTAGI Intanto si macinano nuovi numeri. La provincia di Cosenza, raggiunge i 110 contagi in un solo giorno e le persone ricoverate sono 103. Di queste, 17 si trovano ricoverate all’ospedale di Cosenza nel reparto di rianimazione (di cui 3 in terapia intensiva), 70 sono in altri reparti, 14 sono nel polo ospedaliero covid di Rossano ed un paziente ciascuno si trova negli ospedali di Catanzaro e Reggio Calabria. Il totale delle persone ricoverate a domicilio è di 1823 mentre 287 sono ricoverati a casa con sintomi mentre anche nella giornata di oggi si registra un nuovo decesso per un totale di 57 persone da quando è iniziata la pandemia. Rimane ancora critica la situazione in alcuni comuni nel cosentino, soprattutto nella zona della valle del Crati. Le due nuove persone positive nel comune di Luzzi fanno salire a 44 il totale delle persone contagiate. In base a quanto riferito dal sindaco di Acri, Pino Capalbo, oggi non c’è stato nessun nuovo contagio, stessa situazione nel comune di Bisignano dove delle 97 persone positive al virus, 1 esce dal tunnel riuscendo a guarire completamente. Il virus torna a bussare anche alle porte di Oriolo, piccolo comune che si affaccia sullo Ionio e che nella prima ondata pandemica era stato dichiarato zona rossa, con la nuova positività di un cittadino (in base ai dati forniti dal comune) salgono a 23 le persone che presentano l’infezione da coronavirus. Il virus corre veloce anche nel cuore della Sila. E’ il primo cittadino di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, a comunicare come nelle ultime ventiquattro ore, si sia registrato un incremento di positivi di ben 39 unità (seppur come specificato siano gli esiti di tamponi eseguiti privatamente). A Rende intanto, il sindaco Marcello Manna ha disposto la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al prossimo 21 novembre. Una decisione che avevano invocato anche alcune mamme di Cosenza e che per il momento il primo cittadino sembra avere scongiurato.
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