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«Senza collaborazione tra Spoke e centri Covid le strutture rischiano il collasso»

Il Covid manager dell’Annunziata, Francesco Cesario, fa il punto sui 30 pazienti rimasti in attesa di essere collocati presso la struttura. Cerra (Fimmg): «Non è semplice mantenere i pazienti a cas…

Pubblicato il: 11/11/2020 – 8:41
«Senza collaborazione tra Spoke e centri Covid le strutture rischiano il collasso»

COSENZA Ambulanze in attesa e pazienti che aspettano di essere collocati nei reparti. Questa la situazione all’Annunziata di Cosenza e nei pressi dei centri Covid della regione, che si avviano alla saturazione. Ieri la visita del sindaco Mario Occhiuto che prometteva un’ordinanza immediata per chiedere l’assunzione di nuovo personale all’Asp e imporre dunque un ampliamento dei posti letto all’interno della struttura (qui la notizia).
A fare il punto sulla situazione, in collegamento con gli studi Rai è intervenuto il Covid Manager proprio dell’Annunziata, Francesco Cesario: «Alle 21.15 veniva registrato al pronto soccorso che c’erano 30 pazienti che dovevano essere sistemati presso la struttura e stiamo riuscendo a venire a capo della situazione. Siamo al top dell’impegno, ma ci vuole anche l’aiuto velocissimo degli Spoke altrimenti si rischia il collasso. Dobbiamo attivarci entro le 24 ore altrimenti l’impatto non è sopportabile». Cesario sottolinea inoltre che sono attualmente 17 i pazienti in pneumologia, 17 in geriatria – dove sono stati altri 20 posti appositi – 13 a Rogliano, anche lì riconvertiti. «Abbiamo inoltre altri 10 pazienti in sub-intensiva siamo».
Concorde il presidente Fimmg Calabria, Rosalbino Cerra che sottolinea come oggi i pazienti di medicina generale siano 5.545 di cui 2.300 sintomatici o paucisintomatici: «Il ruolo di monitoraggio di medicina generale è fondamentale», dice. Le carenze strutturali e i ritardi sono ancora visibili come il fatto che «le Usca in un terzo della regione non sono attive. Ieri – continua Cerra – ho avuto il caso di una coppia che vive da sola ed erano terrorizzati perché la signora mi diceva che la febbre stava salendo. Non è semplice mantenere i pazienti a casa se non c’è un sistema di supporto socio-sanitario soprattutto alle famiglie che vivono sole».

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