di Fabio Papalia
MESSINA In Calabria nel 2020 il numero delle chiamate al 112 per interventi di lite familiare è il doppio rispetto alle denunce che vengono formalizzate. Sta alla professionalità dell’Arma e alla volontà delle vittima, che devono decidere di farsi aiutare, intervenire per interrompere una “catena progressiva di eventi” prima che sia troppo tardi. In Calabria sono stati consumati 8 femminicidi nel 2019, 3 fino al 15 novembre nel 2020, i reati di maltrattamenti in famiglia sono passati dai 383 nel 2019 a 396 nel 2020, gli atti persecutori (stalking) 278 nel 2019 e 312 nel 2020, 94 violenze sessuali nel 2019, 83 nel 2020, 237 denunce nel 2019 e 155 nel 2020, 85 arresti nel 2019 e già 67 nel 2020.
«Non abbiamo iniziato dopo la normativa per la tutela delle donne, da sempre abbiamo cercato di intervenire su questa forma particolare di reati». Lo ha affermato il comandante interregionale dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Carmelo Burgio, che stamani presso il Comando Culqualber di Messina, insieme alla vice presidente nazionale Soroptimist Rina Florulli, al comandante Legione Sicilia generale Rosario Castello e al Comandante Legione Calabria generale Andrea Paterna, ha presentato l’iniziativa “Non solo 25 novembre” nell’ambito dell’”Orange the world” e della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”.
Il generale Burgio ha ricordato l’impegno dell’Arma oltre i confini nazionali sul tema della tutela delle donne, sia in tempi recenti come testimoniato dal capitano Marina Perazzolo, attuale comandante della Compagnia di S. Stefano di Camastra, che vanta una specifica esperienza sul campo in Palestina, a Jerico, dove ha tenuto un corso di addestramento a ufficiali palestinesi, sia in tempi meno recenti, quando in Afghanistan i Carabinieri riuscirono laddove avevano fallito gli americani, grazie anche alla generosità della docente universitaria Anna Costanza Baldry, che il generale Burgio ha voluto commemorare.
«Oggi abbiamo nuovi strumenti operativi – ha commentato il generale Burgio – e soprattutto cerchiamo di far sapere che non ci siamo solo il 25 novembre, ci siamo tutto l’anno E’ un impegno che abbiamo portato avanti qui e fuori dal territorio nazionale da anni e anche con risultati buoni anche per l’immagine dell’Italia perché se c’è un certo rispetto per l’Arma dei Carabinieri, per gli italiani quando vanno all’estero ad addestrare le polizie straniere, è anche perché abbiamo avuto la capacità e il saperci fare. A volte non è facile convincere certe strutture che anche questo tipo di attività addestrativa deve essere impartita al personale, per noi è normale ma in certi paesi può non essere normale».
Da alcuni anni in Italia presso l’Istituto superiore di tecniche investigative dell’Arma dei Carabinieri è stato istituito un corso di formazione per referenti “contrasto violenza di genere” che dal 2014 al 2020 ha visto già 382 militari specializzati, in Calabria 14 uomini e 3 donne, e già ha in programma di formare nel 2021 91 militari non solo dei nuclei investigativi provinciali, ma anche delle sezioni e aliquote operative dei reparti territoriali e compagnie disseminate nella Penisola.
Così come cresce nelle caserme, grazie alla collaborazione col Soroptimist, la presenza di una “stanza tutta per sé”, che ricrea un ambiente familiare sicuro dove la vittima può sentirsi più serena nel raccontare i fatti ai Carabinieri.
«Il nostro motto è “364 giorni per la donna e l’8 marzo ci riposiamo” perché non si può agire solo quando c’è la giornata dedicata, il problema – ha affermato la vicepresidente nazionale del Soroptimisti – è così ampio che richiede un impegno continuo. Il nostro club service è in tutto il mondo, siamo donne professioniste che mettiamo la nostra attività al servizio della società. Negli ultimi anni affianchiamo una serie di progetti mirati che tendono ad educare al superamente dello stereotipo di genere». In Calabria vi sono già 8 stanze “tutta per sé”, contando le due che verranno presto inaugurate a Reggio Calabria e Palmi.
«E’ un serio problema sociale – ha spiegato il comandante della Legione Calabria – l’aspetto repressivo poi alla fine è quello meno significativo, si tratta di reati che nella quasi totalità dei casi vengono risolti, il problema è capire in questa catena progressiva di eventi quando dovere intervenire prima che questi eventi assumano una rilevanza penale e quindi salvaguardare la parte più debole di questa vicenda».
«In virtù dell’organizzazione capillare sul territorio – ha proseguito il generale Paterna – l’Arma è integrata anche nelle piccole comunità permettendo al comandante di stazione di entrare anche nelle dinamiche più interne delle famiglie locali, come il parroco, e questa particolarità ha fatto sì che l’Arma sviluppasse quel concetto di polizia di prossimità che è fondamentale proprio per potersi misurare con il problema sociale della violenza sulle donne e maltrattamenti in famiglia».
Proprio nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne in Calabria si è registrato l’ennesimo femminicidio, «risolto immediatamente con l’arresto – è il commento del generale Paterna – ma questo ci dà poca soddisfazione, una vita è stata stroncata. Purtroppo ne possiamo solo prendere atto con l’impegno di tutti noi di essere sempre più tempestivi nell’intervenire in questa catena progressiva di eventi, e per un appello alle donne a rivolgersi con fiducia ai Carabinieri e chiedere aiuto prima che sia troppo tardi». (redazione@corrierecal.it)
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