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Seduta della Commissione consiliare antindrangheta, si discute degli organismi di prevenzione
Sul tavolo l’applicazione della legge regionale 9 del 2018 sulla prevenzione dei fenomeni di ‘ndrangheta. De Caprio: «Mettere un punto fermo e ripartire»
Pubblicato il: 10/12/2020 – 15:26
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REGGIO CALABRIA «Mettere un punto fermo e ripartire. Questo lo spirito che deve accompagnarci in questo scorcio di legislatura e nel prossimo futuro, ricordando che con la Presidente Santelli, la cui scomparsa ha lasciato un grande vuoto istituzionale e di affetto, avevamo messo a punto un percorso di ripulire la nostra terra dalla criminalità».
Così il presidente della Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, Antonio De Caprio, ha aperto la seduta odierna dell’organismo consiliare incentrata sull’audizione dell’ing. Francesco Costantino, dirigente del Segretariato Generale – Settore “Legalità e Sicurezza – Attuazione L.R. n.9/2018 – Coordinamento Strategico Società, Fondazioni, Enti Strumentali” della Giunta regionale. L’oggetto del confronto è stato lo stato di attuazione, nonché le criticità incontrate presso i vari Dipartimenti della Regione Calabria, nell’applicazione della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 «Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza».
«Considerato lo stato di criticità cui è giunta la Calabria, la necessità è verificare quale sia lo stato dell’arte dell’applicazione della legge 9/18 ed in questa ottica- ha spiegato De Caprio- rientra la convocazione dell’ing. Costantino per capire anche se siano operativi tutti gli organismi di prevenzione e di lotta alla criminalità organizzata che sono stati istituiti. Tutto questo ricordando che la legge assorbe anche il codice calabrese del buon governo che richiama a politici e burocrati della Pa a comportamenti virtuosi ed eticamente irreprensibili». Ha aggiunto il presidente: «Non è accattabile, né da cittadino né da rappresentante delle Istituzioni, che oggi essere calabrese equivalga ad essere ‘ndranghetisti fino a prova contraria».
Il contributo dell’ing. Costantino ha sollecitato un confronto al quale hanno partecipato i commissari Di Natale, Minasi, Paris, Sainato e Sculco.
«Anche alla luce di quanto riferito dall’ing. Costantino, è necessario- ha concluso il presidente De Caprio -, garantire da parte delle Istituzioni un fattivo contributo per rendere finalmente attuata la legge in questione che si rende necessaria in considerazione anche della ‘tempesta mediatica” che si è abbattuta sulla nostra regione e nel rispetto della dignità del popolo calabrese».
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