di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Un vero e proprio regalo da scartare a ridosso del Natale per la Abramo Customer Care e, si spera, anche per i dipendenti dell’azienda calabrese di call center.
Già perché nelle scorse ore l’azienda avrebbe comunicato di aver ricevuto un’offerta vincolante «di acquisizione per l’intero perimetro aziendale».
Si tratterebbe di un fondo di investimenti estero che, attraverso una società di scopo, avrebbe proposto in prima istanza l’affitto iniziale di un ramo aziendale, per poi passare solo in un secondo momento all’acquisti definitivo. L’offerta, già presentata al tribunale presso il quale è stata aperta la procedura concordataria, riguarderebbe inoltre l’intero perimetro occupazionale. Una proposta dunque formale, i primi passi mossi in un percorso certamente difficile e tortuoso e che potrebbe anche non accontentare tutti.
I SINDACATI «Come OO.SS. – scrivono in una nota le segreterie di Slc-Cgil Fistel-Cisl e Uilcom-Uil – non possiamo che prendere atto di questa novità ribadendo che, lato sindacale, la massima priorità riguarda la piena tenuta occupazionale e la difesa delle attuali condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori. A questo punto ci attiveremo presso il Ministero dello Sviluppo Economico e quello del Lavoro affinché si apra quanto prima un tavolo ufficiale nel quale poter verificare la sostanza di questa proposta, e delle altre che dovessero eventualmente arrivare, con la massima attenzione, anche da parte delle Istituzioni, al rapporto con i committenti. Ora più che mai è importante che i volumi di lavoro attualmente in carico alla Abramo Customer care rimangano legati ai lavoratori ed alle lavoratrici».
SCENARIO ANCORA INCERTO Il quadro tuttavia resta ancora complesso dopo la richiesta di concordato presentata dall’azienda ad inizio novembre. Una decisione assunta con l’obiettivo di preservare la continuità aziendale, garantendo nel frattempo la regolarità del pagamento delle retribuzioni per tutti i dipendenti. I vertici aziendali in queste settimane non hanno proceduto al licenziamento dei lavoratori di “Roma Capitale” (erano 107 ora sono 45), attualmente retribuiti sfruttando gli ammortizzatori sociali ancora (probabilmente) fino a marzo.
L’offerta vincolante presentata dal fondo estero, però, potrebbe aprire nuovi scenari inattesi e tuttavia ancora indefinibili. In ballo ci sono i destini di migliaia di lavoratori e di famiglie da troppo tempo lasciate in un limbo di incertezze e instabilità. (redazione@corrierecal.it)
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