di Luca Latella
CARIATI La speranza che l’ospedale possa riaprire non sopisce. A Cariati tutti sono convinti dell’“ingiustizia” subita nel 2010 e per questo non mollano la presa. Il “Cosentino” da oltre un mese è occupato simbolicamente dall’associazioni “Le Lampare BassoJonio Cosentino”, “Voce del popolo” e “Uniti nella speranza”, così come le istituzioni non stanno lasciando nulla al caso.
Le telecamere dei rotocalchi nazionali, proprio grazie all’impegno sociale hanno scalfito quel muro di gomma dietro cui era finito il nosocomio ed oggi pomeriggio anche il presidente facente funzioni della Regione ha potuto toccare con mano quelle che sono le reali condizioni dell’ospedale, ma soprattutto le difficoltà logistiche alle quali sono costrette le popolazioni fra l’Alto Crotonese ed il Basso Jonio Cosentino.
Spirlì ha incontrato molti sindaci del territorio, con a capo il sindaco di Cariati, Filomena Greco. «Siamo qui – ha spiegato il presidente – perché gli anni contrassegnati dal silenzio della Regione devono trovare finalmente una fine. Non è solo questione di riaprire o chiudere un ospedale: ci sono l’urgenza e la necessità di riportare la salute, e la sanità stessa, in queste terre».
«Sono qui – ha aggiunto – a rappresentare tutta la Giunta e l’intero apparato politico-istituzionale della Calabria in un territorio che non può e non deve continuare a essere abbandonato a se stesso. C’è la necessità di mettere gli abitanti di questa fetta di Calabria alla pari con tutti gli altri e in una condizione di tranquillità. Dobbiamo attivare la parte iniziale dell’assistenza, quella sul territorio, perché a fare i grandi progetti sulla carta, che poi non vengono mantenuti, sono bravi tutti. Noi dobbiamo tornare qui con la zappa, a seminare la tutela della salute».
Spirlì ha visitato alcuni ambienti del presidio che comprende Punto di primo intervento, Rsa medicalizzata, ambulatorio di cardiologia, ambulatori polispecialistici, laboratorio analisi, centro di salute mentale, emodialisi, radiologia e assistenza domiciliare integrata. Tutti servizi che – è stato detto durante il sopralluogo – hanno bisogno di essere potenziati con nuovo personale e attrezzature. Il presidente della Regione ha inoltre ascoltato le richieste dei rappresentanti di una associazione locale impegnata nella difesa del diritto alla salute.
«Non è mia abitudine nascondermi, sono qui – ha sottolineato Spirlì – soprattutto per imparare, in modo da poter poi ripetere questa lezione a chi di dovere. Prima di parlare, sono abituato ad ascoltare e a vedere con le mie orecchie e i miei occhi». Il presidente, assieme al sindaco Greco, ha infine raggiunto il Teatro comunale di Cariati, dove si è confrontato apertamente con i sindaci del comprensorio.
«ADESSO ASPETTIAMO IL COMMISSARIO AD ACTA» «Abbiamo ricordato al presidente che da Crotone a Rocca Imperiale ci sono solo due pronto soccorso e sono quelli Corigliano Rossano. Ci ha assicurato che si farà portavoce – ha dichiarato il sindaco subito dopo il summit tenutosi fuori dall’ospedale – delle nostre istanze nelle stanze che contano, e nonostante non abbia poteri diretti sulla sanità, intercederà con il commissario Longo per riferire quello che ha visto e sentito. Per tutti noi sindaci del territorio è una lotta dura che stiamo conducendo da anni e continueremo a combattere – prosegue Filomena Greco – a tutti livelli e i tutte le sedi per ottenere la riapertura dell’ospedale di Cariati».
Il primo cittadino ha riferito poi, di aver già incontrato Guido Longo e di averlo invitato per un sopralluogo al “Cosentino”. «Due settimane fa – ha rivelato la Greco – mi ha assicurato che sarebbe venuto a Cariati dopo aver nominato i commissari delle Asp. Lo aspettiamo nella prossima settimana».
«LA POLITICA PUÒ TUTTO» Tra i presenti all’incontro il direttore sanitario Antonello Graziano, i consiglieri regionali Giuseppe Graziano e Pietro Molinaro, molti sindaci, fra cui quello di Corigliano Rossano, Flavio Stasi.
«Il presidente ha apprezzato il lavoro degli operatori sanitari stanno facendo, nonostante le difficoltà – ha aggiunto il direttore sanitario – ed ha solidarizzato con noi. Si è reso disponibile a farsi interlocutore privilegiato e cassa di risonanza sui tavoli che contano. Ha registrato la buona sanità e gli sforzi, ma la riapertura dell’ospedale di Cariati dipenderà dalla volontà politica». Quella politica che oggi non registra le carenze nei livelli essenziali di assistenza, i Lea, che nella Sibartitide si assestano a 0,9, ovvero poco meno di un posto letto ogni mille abitanti che per legge dovrebbero essere almeno tre.
«Mi auguro – ha concluso Antonello Graziano – che nei mesi che restano di questa legislatura, il seme germogli. La politica tutto può ma la vedo dura. L’esempio è Trebisacce: nonostante due sentenze del Consiglio di Stato favorevoli la fase di ripresa è pachidermica. Cariati era punto di riferimento nella mobilità attiva, intercettava molti pazienti dal Crotonese. La riapertura dell’ospedale è necessaria proprio perché nella Sibaritide avremmo bisogno di 600 posti letto, qualcuno lo deve capire». (l.latella@corrierecal.it)
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