COSENZA «L’inchiesta è agli inizi: abbiamo scoperchiato il vaso di Pandora». A parlare è il procuratore capo di Cosenza, Mario Spagnuolo nel discorso introduttivo relativo all’inchiesta “Sistema Cosenza” che mira a far luce sulla gestione allegra di conti dell’azienda sanitaria provinciale dal 2015 al 2017. Ma i numeri relativi alla contabilità dell’Asp non tornano quasi mai, come certificato, ad esempio, dall’ex commissario ad acta per il rientro dal debito sanitario calabrese Massimo Scura (indagato nella medesima inchiesta) che bocciò il bilancio 2014 dell’Asp bruzia. Quelli relativi agli anni successivi saranno tutti “macchiati” dal parere non favorevole espresso dal collegio sindacale ma ugualmente approvati. Come ammetterà lo stesso Scura «sul mio tavolo però non sono mai arrivati». Vista la complessità dell’attività svolta dalla Guardia di Finanza e le centinaia di faldoni analizzati con meticolosità e attenzione certosina appare probabile, come nelle previsioni dello stesso procuratore Spagnuolo, ipotizzare una gestione dei conti piena zeppa di falle. Il lavoro dell’Asp di Cosenza e la delicata quanto precaria situazione finanziaria erano stati oggetto di discussione durante una seduta particolarmente animata della Commissione Speciale di vigilanza tenutasi il 28 settembre 2020, nella quale sono stati auditi – tra gli altri – il Commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Simonetta Cinzia Bettelini, il dirigente dell’ufficio bilancio dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza Nicola Mastrota, la dirigente dei servizi finanziari della stessa azienda Aurora De Ciancio. Gli ultimi due sono indagati nell’inchiesta “Sistema Cosenza”.
Simonetta Bettelini ha assunto la carica di commissario all’Asp di Cosenza l’11 giugno del 2020. Un incarico arrivato nel bel mezzo della pandemia e dunque in un momento assai critico per il settore sanitario calabrese, non solo cosentino. E’ ovvio che sul tavolo della Bettelini siano giunte tutta una serie di documenti riassuntivi contenenti le principali criticità economico-finanziarie. «Mi è stato rappresentato – dice il commissario rispondendo ad una domanda del presidente di Commissione regionale Giannetta – che non sono stati approvati i bilanci relativi agli esercizi 2019-2018, fino ad arrivare alla fine del 2019 dove comunque fu inviato alla Regione il bilancio di previsione per il 2020». Altra anomalia segnalata dalla Corte dei Conti ad Aprile 2020 riguarda la produzione dell’Azienda «tendenzialmente in calo negli ultimi esercizi, con invarianza di costi». Nella discussione viene coinvolto Nicola Mastrota in qualità di dirigente Ufficio bilancio Asp Cosenza. «Il bilancio 2018 – dice – è stato predisposto. I dirigenti reggenti facenti funzione non si sono voluti assumere la responsabilità di adottarlo, e io e la dottoressa De Ciancio siamo stati autorizzati dalla struttura commissariale a caricare i dati su Nsis, sul sistema di rilevazione dei dati economici, al fine di consentire alla Regione di effettuare il consolidato regionale».
E arriviamo al bilancio di previsione 2020 «pronto o quasi pronto», per citare Mastrota, De Ciancio e Bettelini. Sul documento contabile, interviene il presidente di commissione Giannetta che sollecita Mastrota ad aggiornarlo sul fondo accantonamenti rischi. «Al 31 dicembre 2019 – afferma il dirigente dell’Ufficio Bilancio – abbiamo costituito un fondo rischi per 26 milioni. Bilancio 2019 perché poi dopo, tenendo conto di quello che succederà, nel 2020 non posso prevedere quale sarà il rischio». Giannetta insiste e chiede lumi sulla massa debitoria totale. «Al 31 dicembre 2019 – risponde ancora Mastrota – 547 milioni, in tutto, debiti verso Regione, fornitori, il debito presso l’istituto di tesoreria per anticipazione, i debiti tributari, istituti previdenziali, onnicomprensivo».
Dopo l’analisi dei bilanci, Bettelini rivolge l’attenzione su alcune della cause irrisolte che si trascinano da esercizi precedenti e ripercuotono sui bilanci: «i contenziosi in essere di vario tipo». E si arriva, finalmente alle cifre. «I debiti iscritti a bilancio sono dell’ordine di 360 milioni e mezzo verso fornitori iscritti – aggiunge – ed abbiamo altri debiti di vario titolo per 63 milioni, in totale». Una cifra monstre accompagnata da una affermazione netta da parte del commissario dell’Asp di Cosenza. «Non sappiamo, non abbiamo contezza di quanto questi debiti iscritti a bilancio possono essere giustamente ricondotti, ai contenziosi che ancora abbiamo in essere, perché più volte l’area legale è stata sollecitata per fare una ricognizione e per entrare nel merito del grado di rischiosità dei contenziosi aperti, ma sono praticamente difficile da ricostruire». Sulla natura ed il valore dei contenziosi interviene il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione: «Credo che il contenzioso da controversie aperte sia di oltre 366 milioni di euro, ripeto, al netto degli interessi e delle spese legali. Poi – continua – ci sono circa 460 cause ancora aperte, controversie si chiamano, dal valore indeterminato o indeterminabile». «Io ho chiesto ufficialmente – aggiunge – la costituzione di una task force con la Guardia di Finanza e l’ufficio legale per addivenire a questa situazione. Io non so se l’ufficio legale si è dotato di un sistema computerizzato. Ho contezza – chiosa Guccione – che ci siano richieste continue dovute a cessione di credito da parte dei privati, tentativo di truffa, di pagamento di fatture cedute a società di Milano, di Londra che addirittura pare che non trovano riscontro neanche nella contabilità della Asp stessa, e mi auguro che lei e il suo staff abbia preso le dovute precauzioni rispetto a tutto questo». La questione del contenzioso è rovente e su «questo si gioca la partita dell’Asp». (redazione@corrierecal.it)
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