In questo momento il popolo degli statali starà festeggiando sulle note ondeggianti di “Maracaibo/mare forza 9” il rientro in campo a distanza di 10 anni dell’onorevole Brunetta. Sì proprio lui, il teorizzatore dell’ingresso della meritrocazia e del motto “Più tornelli per tutti”, conosciuto come il fustigatore dei fannulloni che – dichiarava in un suo intervento al convegno nazionale dei circoli di Dell’Utri a Montecatini Terme – «spesso sono a sinistra». Incomprensibile il motivo di questa scelta, non foss’altro per il fatto che il professore non brilla per empatia e doti diplomatiche. Un banalissimo esempio, in passato dichiarò che: «Il tornitore della Ferrari ha il sorriso e la dignità di dire al figlio cosa fa, l’impiegato al catasto, i professori, i burocrati no».
Una grande iniezione di autostima e di incoraggiamento! Si è eretto a portavoce di un cambiamento epocale all’interno della pubblica amministrazione con una riforma molto pubblicizzata ma poco realizzabile, cambiamento che poi di fatto non si è attuato, complice in parte la feroce opposizione delle organizzazioni sindacali. Perché al di là del fascino manipolatorio degli slogan, è opinione comune che colpire la categoria degli statali è un bersaglio facile, ma se agli slogan non seguono le azioni, ne fa le spese chi onestamente e con passione silenziosa lavora per lo Stato, consapevole che la maggior parte degli italiani aspetta con trepidazione sadica che sui dipendenti pubblici si abbatta la trebbiatrice giustizialista di quella parte di intellettuali borghesi e non, che si considerano virtuosi e incensati dal Dio del lavoro.
Il momento storico favorisce questo diffuso desiderio di rappresaglia su una categoria di lavoratori che obiettivamente non sta subendo in alcun modo le conseguenze dell’emergenza sanitaria. E così mentre le vecchie generazioni (vecchie si fa per dire), grazie alle scappatoie normative offerte da quota 100 e opzione donna, si dà alla fuga seguendo il principio del “si salvi chi può”, coloro che rimarranno pagheranno la superficialità e le negligenze sia della mala gestione passata che dei nuovi teorizzatori del presunto rinnovamento della macchina amministrativa. Con buona pace del professor Brunetta.
*giornalista
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