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Un infermiere alla corte del governatore (supplente)

Cooptato dalla “Mater Domini” e passato nell’Ufficio di Gabinetto di Spirlì grazie alla fede nelle sorti del Carroccio calabrese

Pubblicato il: 24/02/2021 – 13:18
Un infermiere alla corte del governatore (supplente)

CATANZARO Un infermiere alla corte del governatore Spirlì. Segni particolari: dirigente della Lega. Così il presidente reggente coniuga due aspetti essenziali della vita pubblica in Calabria: sanità e politica. E porta al decimo piano della Cittadella regionale un fedelissimo, ancorché con un’esperienza professionale non proprio in linea con quella prevista in una struttura istituzionale. Le maglie per entrare nelle strutture, però, sono abbastanza larghe per fare spazio a ogni genere di curriculum. E Marco Maiolo, traghettato dall’Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini” alla Regione nel novembre 2020, si iscrive alla truppa dei consulenti. 

Il trasferimento alla Cittadella

Maiolo lavora come Cps (Collaboratore professionale sanitario) infermiere. Su richiesta del dipartimento Organizzazione risorse umane della Regione (a seguito di precisa volontà espressa da Spirlì), il 3 agosto 2020 è stato richiesto alla “Mater Domini” il cosiddetto “nulla-osta comando” per Maiolo. E il via libera è arrivato con delibera firmata dall’allora commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli il 30 settembre 2020. Giusto il tempo di completare le procedure e l’insediamento si perfeziona. Il dirigente della Lega viene integrato nella struttura speciale del vice presidente della giunta regionale per poi passare, dal 4 novembre 2020 e per dodici mesi, una volta diventato Spirlì presidente facente funzioni, nell’Ufficio di Gabinetto. 

Doppio ruolo

Lo strettissimo collaboratore del presidente facente funzioni ha un duplice ruolo: istituzionale (alla Cittadella) e politico (nel Carroccio calabrese pare abbia un impegnativo incarico nell’organizzazione; ufficialmente compare come membro del coordinamento degli enti locali). Una parabola che è quasi un classico per le strutture della Regione, nelle quali gli inserimenti politici non cambiano mai. E conta solo la fedeltà (al partito o al presidente, in questo caso): sul tipo di professionalità non si va tanto per il sottile. 

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