CATANZARO Stop alla legge regionale che prevede l’integrazione tra l’azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” e l’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro. A deciderlo è la Corte costituzionale, che, accogliendo l’impugnazione del governo, ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 9, commi 1, 2, 3, 4 e 5, della legge regionale 1 del 30 aprile 2020: la Consulta ha poi dichiarato cessata la materia del contendere con riferimento alla precedente legge regionale del 2019 sull’integrazione, in quanto era stata abrogata dall’entrata in vigore del testo del 2020.
Violazione delle norme statali di “tutela della salute”
Secondo quanto si legge nel dispositivo della decisione, la Corte costituzionali in primo luogo censura le norme regionali sull’integrazione tra l’azienda ospedaliere “Pugliese” e l’azienda ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro perché «violano principi fondamentali in materia di “tutela della salute” posti dalle disposizioni statali evocate come parametri interposti» ritenendo che la formulazione delle disposizioni impugnate «attesta in modo inequivoco che si è in presenza di una fusione realizzata tramite la costituzione di una nuova Aou e non già attraverso l’incorporazione della azienda ospedaliera nella preesistente Aou catanzarese. Difatti – scrivono i giudici costituzionali – il previsto subentro nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi facenti capo ad entrambe le preesistenti aziende ospedaliere non risulta compatibile con un processo di “integrazione” attraverso la fusione per incorporazione, che riguarderebbe solo l’azienda incorporata». Il testo in sostanza – sintetizza la Consulta – «conferma che si è in presenza della costituzione di una “nuova” azienda ospedaliero-universitaria», inoltre – si legge ancora – «l’intervento regionale contrasta con quanto previsto dagli atti della gestione commissariale, secondo cui l’integrazione di cui trattasi avrebbe dovuto essere disposta tramite la fusione per incorporazione della Ao nella Aou, e non attraverso l’istituzione di una nuova azienda ospedaliero-universitaria… Analogamente non è fondata la argomentazione della Regione, che, sulla scorta del “principio dell’effetto utile”, fa leva sul conseguimento sostanziale, da parte delle disposizioni impugnate, dell’obiettivo della riconduzione “ad unità” delle due aziende ospedaliere di Catanzaro. La tesi della difesa regionale omette, difatti, di considerare che tale risultato deve comunque essere perseguito nel doveroso rispetto della normativa statale e del programma operativo della gestione commissariale».
«Competenza del commissario e non del governatore»
Nel dispositivo la Corte costituzionale ricorda che una seconda questione «è promossa, in riferimento all’articolo 120 Costituzione, nei confronti dell’articolo 9, comma 4, della legge regionale 1 del 2020, nella parte in cui prevede che il protocollo d’intesa per la definizione dei rapporti tra la Regione Calabria e l’Università degli studi “Magna Graecia” di Catanzaro, in materia di attività integrate di didattica, ricerca e assistenza, sia sottoscritto non solo “dal Rettore dell’Università degli Studi” e “dal commissario ad acta”, ma anche “dal presidente della Giunta regionale. Nel merito la questione è fondata. La disposizione censurata – sostiene la Consulta – risulta lesiva dell’articolo 120 Costituzione, dal momento che la delibera del Consiglio dei ministri di nomina del commissario ad acta del 7 dicembre 2018 attribuisce l’incarico di definire e stipulare il protocollo d’intesa con l’Università, in coerenza con la normativa vigente, al solo commissario ad acta e non al presidente della Regione (lettera b, punto 15)». Per i giudici costituzionali «è poi ininfluente la circostanza, dedotta dalla resistente (la Regione, ndr), che i lavori preparatori evidenzino la volontà delle parti (e, in particolare, del commissario ad acta pro tempore e del Rettore dell’Università) di coinvolgere la Regione nel protocollo d’intesa, essendo il settore sanitario della Regione Calabria sottoposto a commissariamento. Difatti, la previsione secondo cui il protocollo in oggetto è definito anche dal presidente della Giunta regionale costituisce una oggettiva interferenza da parte del legislatore regionale con le funzioni e i compiti demandati al commissario ad acta, in violazione dell’articolo 120, secondo comma, Costituzione. Né può sostenersi che la partecipazione del presidente della Regione alla sottoscrizione del protocollo d’intesa si risolva in un aspetto meramente formale. Al contrario – rimarca infine la Consulta – tale partecipazione assume carattere sostanziale, nella misura in cui l’organo regionale concorre alla definizione dei contenuti del protocollo, nonostante il commissariamento gli impedisca l’esercizio dei poteri attribuiti in via ordinaria». (c.a.)
«La Corte costituzionale ha stabilito che è illegittima la legge regionale sull’integrazione tra l’ospedale e il policlinico universitario, come noi avevamo sostenuto ben prima che fosse approvata, restando inascoltati dalla maggioranza e dall’opposizione della precedente legislatura regionale, nonché dall’allora presidente della giunta, Mario Oliverio». Lo affermano, in una nota, i deputati M5S Giuseppe d’Ippolito e Paolo Parentela, che sottolineano: «Oggi leggiamo che di quella legge la Corte costituzionale ha censurato aspetti che avevamo già contestato con forza sul piano tecnico e politico. Il governo ricorse all’impugnazione su nostra iniziativa. Oggi i fatti ci danno ragione, ma non possiamo affatto gioire per questo». «Infatti si è perso troppo tempo – osservano i parlamentari del Movimento 5 Stelle – e resta sempre in piedi il problema del corrispettivo oltre il tetto di legge che la Regione dà al policlinico universitario, che dunque va riportato a norma nell’interesse dei calabresi. Inoltre, adesso la struttura commissariale deve risolvere in via definitiva la questione del protocollo d’intesa tra la Regione e l’Università di Catanzaro per l’assistenza fornita dal policlinico dell’ateneo. Questa specie di contratto – concludono D’Ippolito e Parentela – deve prevedere che le risorse regionali siano rapportate alle prestazioni effettivamente rese. Il principio è che non si può regalare niente a nessuno e che per tutelare la salute si deve assicurare un’attività costante, con il Pronto soccorso e l’emergenza-urgenza. Ci auguriamo, quindi, che da adesso ci sia nel policlinico universitario discontinuità rispetto al passato e che la struttura sia pienamente operativa nell’interesse dei malati calabresi».
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