COSENZA «Quello che stiamo vivendo è un tempo sospeso, ma non eterno». Ne è convinta la professoressa Angela Costabile, docente ordinario in Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Unical. La sua partecipazione al webinar “Benessere psicologico e adolescenti nell’anno del covid” è stata fondamentale per ripercorrere gli effetti devastanti del virus, a più di un anno dalla pandemia. «Dobbiamo lavorare per garantire e tutelare le fasce pre adolescenti e adolescenti – dice la Costabile – perché sono quelle che stanno continuando a manifestare le maggiori difficoltà». Un dato confermato dai neuropsichiatri di tutta Italia.
Ansia, stress, disagio e difficoltà sono i termini più utilizzati e ricercati in tempi di pandemia da Coronavirus. Gli adolescenti convivono inevitabilmente con una serie di conflitti interni, stretti tra «la voglia di crescere velocemente e la tendenza a voler rimanere nel nucleo familiare e sentirsi protetti». Ma c’è chi soffre anche «della sindrome di Peter Pan, chi – affetto da disturbo positivo provocativo – dice sempre no in qualsiasi situazione e infine, chi diventa accondiscendente nei confronti degli adulti». Come ampiamente dimostrato, nel corso di una serie di studi effettuati, il Covid ha accentuato alcune dipendenze e contribuito alla diffusione di nuove. Sono tantissimi i giovani che nel totale silenzio e nell’indifferenza hanno rinunciato a tutti i rapporti esterni limitandosi a quelli costruiti in rete, cadendo nella trappola dell’internet addiction. «Giovani e meno giovani – aggiunge Costabile – trascorrono gran parte del tempo libero incollati allo schermo dello smartphone». «Il distanziamento sociale – continua la docente – sta diventando isolamento sociale è antitetico alla costruzione dell’adolescenza che ha bisogno delle relazioni». Il distanziamento ha ripercussioni psico sociali sugli adolescenti. «Tendiamo a fare proiezioni nel breve tempo, il futuro è immediato: ad esempio, ci preoccupiamo dell’efficacia nel tempo del vaccino o degli effetti delle misure anti contagio senza pensare a cosa accadrà nei prossimi anni, quale saranno i nostri impegni, la nostra vita dopo il Covid». Accanto al continuo e quasi ossessivo utilizzo dei social da parte dei più giovani, è necessario soffermarsi su un altro dato importante, quello che riguarda l’aumento dei rischi connessi al cyberbullismo. «I dati indicano un aumento della “cybervittimizzazione”, cioè l’incremento degli adolescenti che dichiarano di esser vittime di bulli virtuali». «Esiste un rapporto stretto – sostiene ancora Costabile – tra cyberbullismo e ansia. A differenza del bullismo che nasce e si pratica all’interno di un’aula, di un parco, di un campetto o comunque in un’area delimitata, il cyberbullismo è continuo e si manifesta anche a casa, quando in teoria i giovani dovrebbero sentirsi maggiormente protetti».
La professoressa Costabile individua una soluzione. «E’ opportuno avviare un processo di desensibilizzazione. Iniziando ad utilizzare meno i termini: pandemia, virus, vaccini, covid». «E’ chiaro – aggiunge – l’ansia ci accompagnerà ancora per un po’ ma è nostro compito alleviare il dolore, allontanare le preoccupazioni e dare sollievo alla nostra mente ed al nostro corpo». Accanto alla desensibilizzazione, la docente suggerisce «attività per liberare la mente, percorsi di sostegno, il ricorso ai servizi messi a disposizione dalle Asp e il Counselling Psicologico dell’Unical». Uno spazio di incontro e di ascolto per gli studenti, un servizio gratuito rivolto ai giovani dell’Università della Calabria.
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