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«Sul Ponte sullo Stretto si è scritto tanto e tante volte»

Rappresenta sicuramente un’opera che ha fatto discutere e fa discutere molto; ha impegnato tanti docenti ed esperti della materia. La Società Stretto di Messina S.p.a. ha presentato il progetto ne…

Pubblicato il: 11/05/2021 – 19:16
di Francesco Falcone*
«Sul Ponte sullo Stretto si è scritto tanto e tante volte»

Rappresenta sicuramente un’opera che ha fatto discutere e fa discutere molto; ha impegnato tanti docenti ed esperti della materia. La Società Stretto di Messina S.p.a. ha presentato il progetto nel 2011 ed ha prodotto 1051 documenti: una montagna di carta che oggi si vorrebbe trasformare in una montagna di cemento e di trasformazione irreversibile dei suoli e del paesaggio. Sicuramente quello sul ponte non è un dibattito che si può liquidare con battute ideologiche, con riproposizioni di slogan elettorali che spaziano dal centro destra al centro sinistra pentastellato. E’ un confronto in cui occorrono prese di posizione meditate e soprattutto con decisioni supportate dalla conoscenza e dall’informazione.
Ho provato a conoscere ed ad informarmi, perché ho rappresentato per diversi anni un’associazione che mi ha insegnato a fare dell’ambientalismo scientifico la sua base fondante.
Non si è moderni o progressisti se si è favorevoli al ponte e non si è ambientalisti o disfattisti perché si è contro il ponte. In una politica che sembra parlare sempre più e solo alla pancia dell’elettore, non serve portare a supporto del no al ponte motivazioni che attengono agli effetti che lo stesso potrebbe causare all’importante fenomeno migratorio dell’avifauna oppure che nell’area interessata dall’opera insistono tante zone a protezione speciale o siti di interesse comunitario.
Credo che non basti solo dire che vi siano altre opere che sarebbero più importanti e prioritarie nella nostra regione come la SS 106, l’ammodernamento della SA-RC, la realizzazione dell’alta velocità ferroviaria tirrenica e jonica. Certo la politica deve dire la sua, dovrebbe “indicare la strada” certamente confrontando idee e proposte.
Ma la politica spicciola, populista e di breve respiro cerca di carpire il consenso immediato di quanti pensano che un’opera pubblica da sola possa cambiare lo stato delle cose: la creazione di posti di lavoro certamente, commesse di lavoro anche, movimento terra, incremento del prodotto interno lordo ma anche cave, discariche per rifiuti speciali non pericolosi derivanti dal cantiere ponte, anche opere di compensazione. Allora quali i benefici per la collettività e quali i costi? Quali sono le prospettive dell’aumento del benessere sociale della comunità? Quali gli effetti sul turismo, considerato che il ponte avrà degli effetti irreversibili sul paesaggio quanto invece si decantano ad ogni piè sospinto le enormi potenzialità della bellezza della nostra terra e dei panorami mozzafiato. Che ne sarà della bellezza dello stretto, della costa viola, delle colline interne e del versante costiero tra Scilla e Santa Trada, di Bagnara, di Cala Janculla, di Campo Piale e dei borghi costieri e dei terrazzi di Cannitello e Porticello? Contesti paesaggistici che sono frutto di una forte influenza della presenza antropica nelle sue declinazioni storico culturale ed economica, che sarebbero oggetto di una trasformazione, che non necessariamente vanno intesi come cattivi paesaggi o paesaggi di bassa qualità/valore estetico culturale. Si tratta di stravolgere o meno un quadro unico e irripetibile oppure di coniugare una grande opera dell’ingegneria con le unicità della natura. Allora quali sono i costi e i benefici dell’opera?
Alcuni elementi li abbiamo già. L’effetto annuncio, negli anni, ha cercato di premiare il politico, il partito che di volta in volta rilanciava l’idea di realizzare il ponte.
È un’opera a cui è stato dato il via con la legge 1158 del 1971 (50 anni fa!! Era giusto festeggiarla rilanciandone l’idea!!!). Ma come è possibile far passare tanti anni senza che nulla di concreto sia stato realizzato per fortuna nostra in questo caso. Basta solo annunciare e poi disfare.
Oggi si parla non di ponte a campata unica ma a più campate. Nel 2008 si prevedeva un costo di circa 6 miliardi di euro per quello a campata unica. Oggi quale sarebbe il costo non è dato saperlo. Sappiamo però che senza essere stato realizzato nulla, la società Stretto di Messina S.p.A. (messa in liquidazione con la Legge 221/2012 con l’emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2013 e con cui è stato nominato il Commissario Liquidatore) ha sul groppone il contenzioso promosso dal Contraente Generale (CG) Eurolink S.c.p.A. e dal Project Management Consultant (PMC) Parsons Transportation Group Inc unitamente alla chiamata in causa del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) e la Presidenza del Consiglio dei Ministri relativamente alla mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto. La domanda di risarcimento è di circa 700 milioni di euro. Riguardo al PMC (affidatario per i servizi di Project Management Consulting), anch’esso ha promosso giudizio che riguardano la richiesta di accertamento di risoluzione del Contratto per fatto e colpa di SdM, con conseguenti effetti risarcitori. La domanda di risarcimento è di circa 90 milioni di euro.

Altro elemento che abbiamo è che anche la Società Stretto di Messina S.p.A. ha posto in essere richieste relative al riconoscimento del proprio diritto all’indennizzo di Legge ed infatti nel Piano di Liquidazione e nel Bilancio iniziale di Liquidazione, il Commissario Liquidatore ha ritenuto realizzabile il valore dei cespiti capitalizzati relativi all’investimento principale, ciò in quanto ritiene di aver diritto all’indennizzo per le prestazioni rese per la progettazione dell’Opera. L’indennizzo quantificato ai sensi del comma 3 dell’art. 34 decies della Legge n. 221/2012 stabilisce che tale indennizzo sia “costituito dal pagamento delle prestazioni progettuali contrattualmente previste e direttamente eseguite, maggiorato del 10 per cento” e per cui l’importo complessivo del corrispettivo ammonta ad € 325.750.660,19. Sappiamo anche i costi di una società in liquidazione ed infatti dall’ultimo bilancio approvato relativo all’anno 2019 che ha prodotto solo la progettazione del ponte (in parte internamente ed in parte affidata esternamente) presenta costi del personale distaccato presso la Società per la gestione delle operazioni liquidatorie per € 409 mila; spese per attività di difesa e patrocinio legale € 148 mila, emolumenti al Commissario Liquidatore per € 120 mila ed emolumenti al Collegio Sindacale per € 21 mila. Per i cittadini a tutto questo sperpero di denaro occorre anche aggiungere che, ove mai malauguratamente si dovesse realizzare il Ponte, nel progetto presentato era prevista anche l’area per l’esazione del pedaggio. I politici nel frattempo sfoggiano la loro oratoria e si fanno campagna elettorale, i cittadini continuano a pagare le tasse, ad aspettare la ripartenza del Paese, attendono il cambio di paradigma del governo del prof. Draghi e sperano ancora in un mondo diverso, più giusto e più equo. La politica, purtroppo, nell’età della tecnica – come ci ricorda il prof. Galimberti – non è più il luogo della decisione, perché per decidere la politica guarda l’economia, e la tecnica ha relegato la politica alla funzione di pura amministrazione tecnica, collocandola in una situazione di adattamento passivo e i cittadini … possono aspettare.

*Già presidente di Legambiente Calabria

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