Cosenza, estorsione ai danni di un avvocato: annullata la misura nei confronti di un indagato
La decisione del Tribunale. Le persone coinvolte avrebbero chiesto denaro per la restituzione delle chiavi di un immobile preso in fitto

COSENZA Il Tribunale di Catanzaro – Seconda sezione penale, riunito in Camera di Consiglio (Presidente Giuseppe Valea, a latere Giuseppe De Salvatore e Sara Mazzotta) ha annullato la misura di obbligo di presentazione alla Pg disposta nei confronti di Francesco Longobucco (difeso dall’avvocato Gianpiero Calabrese), indagato insieme ad altre persone per una presunta estorsione ai danni di un avvocato cosentino.
La vicenda
Un avvocato cosentino, lo scorso 28 aprile 2021, aveva presentato una dettagliata denuncia nei confronti di tre persone – tra cui Francesco Longobucco – sostenendo di essere «vittima di una richiesta estorsiva da parte dei medesimi soggetti». Il professionista, nel 2020, si era interessato della locazione di un immobile a Cosenza, appartenente alla sorella. Un’abitazione ceduto poi in fitto ad una donna M.A. con regolare contratto. Dopo qualche mese, «l’amministratore del condominio avrebbe segnalato la presenza costante di «strani rumori provenienti dall’abitazione, urla, schiamazzi e strane frequentazioni». Lo stesso amministratore renderà edotto il professionista della presenza di «siringhe presso il portone d’ingresso dello stabile e a quello vicino alla porta d’ingresso dell’appartamento ceduto in fitto». La situazione degenera e l’avvocato decide di contattare l’inquilina chiedendo l’immediata liberazione dell’immobile. Siamo a febbraio del 2021. M.A. avrebbe risposto di essere disposta ad abbandonare la casa non prima di un mese, tempo necessario a reperire un nuovo immobile. I giorni passano, la donna abbandona l’immobile chiedendo del denaro all’avvocato per poter pagare la caparra di una nuova abitazione, il professionista prima accetta, poi ci ripensa e nega il sostegno. M.A. libera l’appartamento ma rifiuta di consegnare le chiavi ai legittimi proprietari e si concretizza – secondo quanto denunciato dall’avvocato – l’episodio di estorsione.
L’appuntamento e la consegna del denaro
«Accompagnata da due uomini», M.A. avrebbe chiesto – nel corso di un primo appuntamento fissato per la restituzione delle chiavi – la somma di 500 euro per restituire le chiavi. L’avvocato rimane spiazzato e dopo un breve colloquio, tutto viene rimandato ad un secondo incontro, ma nel frattempo decide di denunciare tutto alla polizia e di presentarsi al nuovo appuntamento richiesto dai tre, registrando la conversazione con il proprio smartphone. L’avvocato consegna ad uno degli uomini vicini a M.A. alcune banconote per un ammontare complessivo di 300 euro. M.P. riceve il denaro e si affretta ad intascarlo, salvo poi accorgersi della presenza della polizia e decidere di abbandonare le banconote sul marciapiede. Tutto inutile, gli uomini delle forze dell’ordine intervengono e lo fermano. Per Francesco Longobucco, presente al momento della presunta estorsione, era stata disposta la misura di obbligo di presentazione alla P.g. Una misura annullata dalla decisione dei giudici del Tribunale di Catanzaro. (f. b.)