CORIGLIANO ROSSANO Lo stato di salute dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza che Martino Rizzo passa ai raggi X, appare davvero drammatica. L’ormai consueto appuntamento domenicale con cui il direttore sanitario traccia l’andamento pandemico sul territorio, sta trasformandosi in uno sfogo amaro, da parte di chi vorrebbe fare e non può. Per carenza di personale e di risorse. Soprattutto dal punto prettamente sanitario perché sono centinaia i medici che mancano all’appello un po’ in tutti i servizi.
Rizzo descrive un’azienda sostanzialmente immobile perché priva di quella classe dirigente senza la quale «è difficile risolvere i problemi, anche perché tutto ricade sui pochi presenti e sull’esiguo personale disponibile». Ed allora «ci vuole, tanto, troppo tempo» per ricostruire l’apparato amministrativo. Quindi «bandire un concorso diventa un supplizio».
«Non si trova disponibilità di componenti nelle commissioni – spiega – né interni né esterni. E nessuno che svolga le funzioni di segretario. Nominati, quasi subito si dimettono: perché assumersi responsabilità se non ci si sente “parte” dell’azienda? Questa è la situazione», tuona Rizzo, che ricorda comunque come il management attuale stia lavorando sodo.
«Delle quasi 500 assunzioni previste, siamo riusciti a sottoscriverne circa ottanta. Sono stati inoltre riesumati concorsi per medici internisti, medici di pronto soccorso e psichiatri. Ci stati pubblicati gli avvisi per medici di diverse specialità, per educatori professionali, per OSS, insufficienti nonostante sia stata conclusa la procedura interna di riqualificazione. C’è poi il problema delle guardie mediche e del 118. Sullo Ionio – sottolinea ancora il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza – ci sono 82 posti di guardia medica vacanti, ed il 118 riesce appena ad assicurare un medico per turno. Grosso guaio, e grossissime difficoltà per gli operatori, che si stanno facendo in quattro».
Per altri lavoratori interinali dell’Azienda, «essenziali per la prosecuzione di certe attività, il contratto è in scadenza, occorre una soluzione rapida della questione, perché l’eventuale loro licenziamento comporterà un ulteriore impoverimento di questa Asp. Se questo dovesse accadere e non si troverà una via d’uscita legale e condivisa, l’azienda subirà una ulteriore sciagura».
«Sul fronte vaccini, si va…» scrive ancora Rizzo su Facebook, facendo intuire che la campagna potrebbe procedere più spedita e qualche disservizio permane, soprattutto nella catena delle prenotazioni.
«Chi è prenotato troverà la sua dose», prosegue Rizzo, mentre per i richiami o seconde dosi «bisognerà avere un po’ di pazienza. Arriveranno al momento giusto, che è stato posticipato dal 21° giorno al 38° giorno (da fare entro il 42°). Inutile recarsi ai centri vaccinali senza prenotazione o convocazione: i vaccini sono disponibili solo per i prenotati, secondo le tempistiche di oggi».
Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza conclude rivelando che la metà degli aventi diritto hanno ricevuto la prima dose. «In provincia di Cosenza, dove già più di 22mila persone sono immuni per aver avuto il Covid (e devono fare una sola dose di vaccino dopo 3-6 mesi dalla negativizzazione), su 580mila ultradiciottenni, ne abbiamo vaccinati con due dosi 110.000 e con una sola dose altri 145.000 circa. Un buon risultato, che bisogna migliorare».
Il Covid, secondo Martino Rizzo e i dati in sui possesso «continua a rallentare, ma ancora è presente sul territorio. Diminuiscono i ricoveri e la pressione sugli ospedali: sono 106 i pazienti ospedalizzati e 6 sono ancora in rianimazione. I decessi, fino ad oggi, sono stati 528. Nell’ultima settimana, in provincia di Cosenza i nuovi casi sono stati 279; i tamponi positivi sono stati oggi 23 su 336, il 6,85%, un valore alto rispetto a quello nazionale. Perciò, stiamo andando bene, ma dobbiamo continuare a fare attenzione. Le regole le conosciamo – conclude il dirigente medico – abbiamo imparato a rispettarle, continuiamo, non ci costa nulla». (lu.la.)
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