PERUGIA «Sono stato distrutto come uomo, è stata distrutta la mia vita. Non ho più un lavoro perché il mio negozio è stato disertato dai clienti. Non solo mi hanno accusato di un delitto che non ho commesso ma hanno voluto anche annientarmi economicamente dandomi del mafioso». Roberto Lo Giudice commenta con Klaus Davi le motivazioni del Tribunale del riesame che ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare nei suoi confronti, nella quale è stato accusato dell’omicidio della moglie Barbara Corvi scomparsa da Montecampano di Amelia nell’ottobre del 2009. Per il collegio «non sussiste un grave quadro indiziario a carico dell’uomo» nei confronti del quale «permangono meri sospetti, ma non elementi di prova suscettibili di comprovarne la responsabilità in relazione alla condotta omicidiaria contestata». Il Tribunale del riesame ritiene poi «che non si siano affatto diradati i sospetti» su quello che è indicato come «all’epoca amante della donna».
«Non me la sento di accusare nessuno – ha detto Lo Giudice a Davi, che ha reso noto l’intervista -, sta ai magistrati verificare la verità. So solo che dal 2009 la mia non è più vita e adesso dovrò cercarmi un lavoro lontano da Amelia. Proprio in questo momento sto andando via perché ho trovato un lavoro altrove. Al primo posto per me c’è la famiglia, intesa come la mia famiglia di Amelia . La mia attività commerciale è stata distrutta mentre quella di altri prospera».
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