CATANZARO Nella sanità calabrese l’emergenza Covid 19 ha determinato una crescita dei costi della gestione diretta e un aumento della spesa per l’acquisto di beni ma non per il personale «nonostante il piano di reclutamento straordinario di personale della rete ospedaliera e territoriale realizzato nell’anno». Inoltre l’emergenza ha determinato un crollo dei ricoveri ordinari per il 34% e degli screening per il 60%. Lo rileva la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel rapporto sull’economia della Calabria per il 2020: nel report un capitolo ad hoc è dedicato alla sanità, che per Bankitalia in Calabria «versa in una difficile situazione, sia dal punto di vista finanziario che sotto il profilo della qualità dei servizi offerti», con un disavanzo stimato a fine 2020 pari a 113 milioni.
Secondo Banca d’Italia «i dati ancora provvisori forniti dal Ministero della Salute indicano nel 2020 una crescita dei costi della gestione diretta, a fronte di un calo osservato per la spesa convenzionata e accreditata. Nel complesso, i costi sostenuti per i residenti si presentano stazionari, diversamente da quanto osservato nel resto del Paese (dove sono cresciuti del 4%), riflettendo probabilmente la minore mobilità extraregionale passiva e una più contenuta diffusione dei contagi da Covid-19 in regione. In generale, la gestione sanitaria ha risentito dell’evolversi dell’emergenza sanitaria e degli interventi introdotti per farvi fronte. Sull’aumento della spesa – sostiene l’istituto – hanno inciso in particolare i maggiori acquisti di beni, soprattutto prodotti farmaceutici e dispositivi medici. La spesa per il personale ha continuato nel complesso a presentare un andamento decrescente (-1%), nonostante il piano di reclutamento straordinario di personale della rete ospedaliera e territoriale realizzato nell’anno. Tale intervento ha consentito di rafforzare temporaneamente la dotazione di personale esistente prima dell’epidemia, che risultava a fine 2019 pari a 116 addetti ogni 10.000 abitanti (rispettivamente 131 e 136 per le Regioni a statuto ordinario e l’Italia), includendo tutte le forme contrattuali e il personale sia delle strutture pubbliche ed equiparate sia di quelle private convenzionate. Nel corso del 2020 la dotazione del personale sanitario in Calabria è̀ aumentata di quasi 1.270 addetti (corrispondente a 6,6 addetti ogni 10.000 abitanti, rispettivamente 10,3 e 10,1 nelle Rsa e a livello nazionale), di cui circa la metà rappresentata da infermieri e il 24 per cento da medici. Si è trattato in prevalenza di assunzioni con contratti di lavoro a termine o altre forme di lavoro flessibile (circa 90% del totale), mentre quelle a tempo indeterminato sono state più contenute».
Bankitalia evidenzia poi che «anche la dinamica della domanda e dell’offerta dei servizi sanitari è stata condizionata dall’emergenza sanitaria, con il potenziamento delle prestazioni direttamente legate al Covid-19 e il rinvio di quelle non strettamente legate e urgenti. In base alla rilevazione svolta da Agenas sui ritardi di alcune prestazioni, nel primo semestre del 2020 la Calabria ha registrato un calo dei ricoveri complessivi di quasi il 34% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; si tratta prevalentemente di prestazioni afferenti all’area oncologica e cardiocircolatoria. Le prestazioni di specialistica ambulatoriale nei primi nove mesi dell’anno si sono ridotte del 39% circa. Pure l’attività di prevenzione ha subito un forte rallentamento, con una riduzione degli screening effettuati nell’anno superiore al 60%. Il rinvio di tali prestazioni si tradurrà verosimilmente in un maggiore fabbisogno sanitario in futuro al quale potrebbe sommarsi l’ulteriore domanda di prestazioni sanitarie da parte di coloro che hanno contratto il Covid-19 (Long Covid). In prospettiva – aggiunge Banca d’Italia nel rapporto – la gestione di tale domanda sanitaria sarebbe favorita da un rafforzamento dell’assistenza territoriale, che in Calabria risulta attualmente carente sotto vari aspetti. Nel frattempo, il recupero del ritardo accumulato nell’espletamento delle prestazioni sanitarie ordinarie potrebbe comunque beneficiare degli sviluppi della campagna vaccinale di contrasto all’epidemia da Covid-19».
Nel report Bankitalia ricorda che «la Calabria risulta sottoposta a Piano di rientro dal 2010, e ancora oggi la sanità regionale versa in una difficile situazione, sia dal punto di vista finanziario che sotto il profilo della qualità dei servizi offerti. Il perdurare di tali criticità ha indotto il Governo ad estendere per ulteriori 24 mesi le misure emergenziali introdotte con il Dl 35/2019 (decreto “Calabria”), emanando un nuovo provvedimento, il Decreto legge 10 novembre 2020 numero 150. Quest’ultimo amplia i poteri attribuiti al commissario straordinario, rafforzando quelli relativi alle procedure di gara per acquisti, forniture e progettazione degli investimenti, e assegnandogli anche i compiti relativi all’attuazione e al coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza Covid-19». Sul piano prettamente economico-finanziario Banca d’Italia osserva che «il disavanzo sanitario per il 2020, secondo le prime stime basate su dati provvisori, ammonterebbe a 113 milioni di euro a fronte di una copertura pari a circa 100 milioni. Accanto a tale dato, in corso di definizione, nel 2020 si è giunti alla quantificazione definitiva del disavanzo consuntivo del 2019, pari a 225 milioni di euro, di cui 119 milioni privi di copertura. Ciò̀ comporta il realizzarsi delle condizioni per l’applicazione degli automatismi fiscali per l’ulteriore incremento delle aliquote fiscali di Irap e addizionale regionale all’Irpef, e per l’applicazione del divieto di effettuare spese non obbligatorie da parte del bilancio regionale fino al 31 dicembre 2021. Tale misura potrebbe essere prorogata al 31 dicembre 2022 qualora le proiezioni per il 2020 si realizzassero». (a. c.)
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