COSENZA Sono 6.500 lavoratori che vivono tra color che son sospesi: stretti tra la volontà di non sentirsi eternamente precari a rischio e un sistema non in grado di garantire un futuro. E’ l’esercito dei tirocinanti del Miur, della Giustizia, degli Enti locali. L’approvazione in commissione Bilancio della Camera dei due emendamenti al Decreto Sostegni bis a favore dei tirocinanti calabresi, per un totale di 85 milioni di euro non sembra convincere i sindacati. Motivo per cui, il Coordinamento Tirocinanti della Calabria ha promosso a Rende una assemblea pubblica regionale alla quale hanno partecipato decine di sindaci del cosentino, pochi parlamentati e il presidente della provincia bruzia, Franco Iacucci.
«Continuiamo la nostra battaglia, deve essere la battagli di tutti e soprattutto dei sindaci. Oggi ci sono risorse a disposizione e devono essere i primi cittadini a dare un segnale in questo senso». A dirlo è Antonio Jiritano, coordinatore Confederale Usb Calabria. «La modernizzazione della pubblica amministrazione – continua – passa necessariamente dall’assunzione dei lavoratori». E sull’impegno della politica, Jiritano è duro: «non ci prestiamo ai giochi di campagna elettorale che hanno prodotto solo proroghe inutili. La politica non si è mai davvero interessata al futuro dei precari calabresi, dopo le nostre battaglie tutti cercano di attribuirsi il merito per aver trovato i fondi». «Il tema vero – chiosa – è la contrattualizzazione dei lavoratori».
Il primo emendamento approvato in commissione Bilancio della Camera prevede 60 milioni per i tirocinanti inclusione sociale e per i tirocinanti ministeriali. Per questi ultimi, in particolare, potranno essere organizzate le procedure selettive nei ministeri della Giustizia, dei Beni culturali e dell’Istruzione. L’altro emendamento dovrebbe favorire l’aumento del compenso dei Tis (Tirocini di Inclusione Sociale)». «Proporre adesso quote o euro aggiuntivi non serve, il discorso è un altro: va riconosciuto lo stato di disagio sociale dei tirocinanti e urgono contrattualizzazioni e successive stabilizzazioni». A sostenerlo è Saverio Bartoluzzi, coordinatore provinciale Usb di Vibo Valentia. «I tirocinanti hanno bisogno di una legge che ufficializzi la loro esistenza, non si può proporre un concorso ad un 50enne o un 60enne impegnato da dieci anni come tirocinante». «Noi dobbiamo far leva sul governo e sui parlamentari del Sud – chiosa – per una norma che dia garanzie e tutele ai tirocinanti».
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