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Riforma della giustizia, Occhiuto: «Mafia non può essere pretesto per non finire i processi»

Bocciate le richieste di Fi. Il candidato del centrodestra: «Lotta ai clan si fa con processi veloci. Nessuna contrapposizione con Gratteri»

Pubblicato il: 28/07/2021 – 10:12
Riforma della giustizia, Occhiuto: «Mafia non può essere pretesto per non finire i processi»

ROMA «Se la questione giustizia viene proposta dal M5S trova l’ascolto del Pd. Se Forza Italia, con il centrodestra compatto, sollevano un problema riconosciuto da tutti, ovvero che troppo spesso i sindaci subiscono processi per fatti non riconducibili a responsabilità personale, viene ritenuto irricevibile». Roberto Occhiuto, candidato del Centrodestra alle prossime regionali in Calabria e capogruppo Fi alla Camera, in un’intervista al Corriere della Sera, annuncia senza mezze misure: «Non si aspettino, M5S e Pd, che saremo disponibili a issare la loro bandiera».

«Ricreato l’asse giustizialista»

Occhiuto parla a nome di Fi, che nell’ultimo periodo ha lavorato per allargare il perimetro della riforma ai reati contro la Pubblica amministrazione. Proposta bocciata in commissione con 25 voti contrari e 19 a favore. Contro si schierano M5S, Pd, Leu, Azione e Iv.
«Pretendiamo ascolto come parte importante della maggioranza. – incalza Occhiuto – Non siamo qui per ratificare le loro scelte». Nessuna questione interna alla maggioranza per ora, «ma li aspettiamo in commissione. Non rientrerà dalla finestra la riforma Bonafede della prescrizione. Era stato trovato in Cdm un accordo per superarla. Ora è stato ricreato l’asse giustizialista. Ma la fiducia si mette sul testo finale. E noi lavoreremo per difendere il garantismo che è la nostra cultura».

«La lotta ai clan si fa con processi veloci»

Occhiuto dà anche qualche spunto sul testo finale che verrà presentato in commissione: «Esistono temi come l’improcedibilità che sono mezzi per ritornare alla Bonafede. I reati di mafia sono già imprescrittibili, però se si utilizza surrettiziamente l’aggravante mafiosa per evitare la fine del processo noi non ci stiamo. Mi sono appena candidato a presidente di quella terra e sono stato il primo a voler sottoporre al vaglio dell’Antimafia le liste dei candidati. – dice Occhiuto – La ‘ndrangheta è un cancro. Sono favorevole a un’attenzione altissima. Ma la mafia non può essere pretesto per non finire i processi». Secondo l’esponente Fi spesso l’aggravante mafiosa cade proprio durante il processo. «La lotta ai clan si fa con processi veloci, una giustizia giusta e assicurando risorse agli inquirenti. Dopo ciò che è successo difficile che accoglieremo la pseudo mediazione M5S». E conclude: «In maggioranza non c’è chi ha titolo a fare proposte di giustizia e chi no. Poi c’è la questione sostanziale: non escludo si possa trovare un punto di equilibrio, che eviti il “fine processo mai”. Anche noi abbiamo proposte. Quella sul processo mediatico è fuori. Come quella sui sindaci: siamo stati gli unici a difenderli, spero se ne ricordino».

«Nessuna contrapposizione con Gratteri»

Occhiuto, nel pomeriggio, precisa la propria posizione rispetto a quella, assai critica sulla riforma Cartabia, del procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: «Qualcuno – dice –, riprendendo le mie dichiarazioni al “Corriere della Sera”, prova a mettere il mio pensiero sulla riforma della Giustizia in contrapposizione a quello del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri. Nulla di più deviante. Urge, dunque, un chiarimento. Nicola Gratteri svolge una preziosa e fondamentale azione contro la ‘ndrangheta e per la legalità. E lo ringrazio per questo suo costante lavoro. Quando Forza Italia e il centrodestra criticano il ‘fine processo mai’ di Alfonso Bonafede, e di conseguenza alcune modifiche che il Movimento 5 Stelle vuole apportare alla riforma Cartabia, lo fanno perché, a nostro avviso, la lotta alle mafie va fatta con tutte le energie possibili e con tutte le risorse in campo. Distogliere dalla lotta alla mafia – come purtroppo è accaduto a causa degli interventi legislativi voluti dall’ex Guardasigilli – energie indispensabili, attraverso un incredibile proliferare di processi per reati che di mafia non sono, non aiuta certo a combattere in modo concreto la criminalità organizzata.Per questo noi vogliamo, a maggior ragione contro i mafiosi, processi veloci, sentenze che arrivino in tempi sostenibili e pene certe. L’efficientamento del sistema giustizia passa anche da questo: stop ai processi lumaca e allo stesso tempo lotta decisa e senza quartiere alle mafie».

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