REGGIO CALABRIA “Preliminarmente voglio ringraziare i colleghi per il grande lavoro svolto nel corso di questo lungo dibattimento, ed ancora prima nel corso delle indagini. La sentenza emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, che va letta anche alla luce della precedente decisione intervenuta nella parte del processo decisa nel giudizio abbreviato, riconosce sostanzialmente – in buona parte – la correttezza della impostazione accusatoria, circa alcuni dei metodi attraverso cui la ‘ndrangheta, nella sua componente ‘riservatà, in un certo periodo storico è riuscita a diventare classe dirigente cittadina, giungendo ad orientare scelte e flussi finanziari pubblici”. Lo ha detto il procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri commentando la sentenza del processo “Gotha” che ha visto la condanna a 25 anni di carcere dell’avvocato ed ex parlamentare del Psdi Paolo Romeo, ritenuto la testa pensante della ‘ndrangheta reggina. “Certamente – aggiunge Bombardieri – il risultato è ancora provvisorio e suscettibile di ulteriori valutazioni nei gradi successivi, anche per la possibilità per l’ufficio, una volta lette attentamente le motivazioni, di ricorrere contro quelle parti della sentenza in cui non sono state accolte le nostre richieste, ma il primo confronto giurisdizionale ci conforta, così come già avvenuto, peraltro, in occasione della precedente decisione in sede di giudizio abbreviato recentemente, sostanzialmente, confermata in appello”.
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