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Amministrative 2021

Chiaravalle e Gerace al voto, discutiamone con i candidati sindaco

Piccole realtà ma anche spina dorsale della Calabria reale. Il 3 e 4 ottobre saranno 82 i Comuni chiamati al voto. Le due cittadine puntano ad uscire dall’isolamento

Pubblicato il: 24/09/2021 – 6:00
di Roberto De Santo
Chiaravalle e Gerace al voto, discutiamone con i candidati sindaco

LAMEZIA TERME L’attenzione della stampa e della politica nazionale sembra essersi concentrata solo sulle Regionali e sul voto nei grandi centri – in primis Cosenza – eppure la Calabria è per lo più costituita da piccole e piccolissime realtà che costituiscono la spina dorsale della regione. Il volto sicuramente più autentico perché legato a tradizioni, usi e costumi che riannodano questi centri con il passato non troppo lontano della Calabria. Gemme preziose da preservare attraverso una strategia concreta che punti a riqualificare le potenzialità e rilanciare un’idea di sviluppo per questi territori che rischiano di scomparire sotto il massiccio esodo soprattutto di giovani.
Il 3 e 4 ottobre prossimo i cittadini di decine e decine di questi centri saranno chiamati a votare per dare una guida alle amministrazioni che dovranno governare le loro sorti per i prossimi 5 anni. In particolare sono 82 i Comuni – città grandi comprese – in cui si tornerà alle urne per eleggere i nuovi consigli comunali.

Il voto a Chiaravalle e Gerace

Abbiamo scelto due centri, Chiaravalle Centrale e Gerace, per sentire la voce di chi si candida a guidare il futuro di queste due piccole realtà collocate nell’area interna della Calabria.
Il primo, Chiaravalle Centrale, si adagia nelle Preserre catanzaresi più esattamente sulle falde della collina Sorbia e conta poco più di cinquemila abitanti. Qui punterà a bissare il successo, il sindaco uscente Domenico Donato sostenuto dalla lista “Ripensiamo Chiaravalle Insieme si può”. Mentre a tentare di sbarrargli la strada ci sono altri tre pretendenti: Vito Maida (Lista “Uniti per unire”), Emanuela Neri (Lista “Rigeneriamo”) e Giuseppe Antonio Rauti (Lista “Chi. Ce. Chiaravalle Attiva”).
Gerace è un piccolo centro che si trova all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte. Nella cittadina, che nel 2015 si è conquistata un posto d’onore tra i 20 borghi più belli d’Italia, risiedono in 2.504 e la corsa per divenire primo cittadino è a due: il sindaco uscente Giuseppe Pezzimenti con “Rinnovamento democratico” e lo sfidante Giuseppe Varacalli sostenuto dalla lista“Gerace noi”.

La voce dei candidati sindaco

Rispetto ai centri più grandi della regione, le realtà come la sua, pagano maggiormente il fenomeno dello spopolamento a causa della fuga dei giovani anche verso i centri maggiori. Come conta di contrastare questa tendenza?

Qui Chiaravalle Centrale

Il convento di San Francesco d’Assise a Chiaravalle Centrale

Donato: «La domanda ci riporta al grande tema del lavoro, pietra d’angolo del nostro sistema costituzionale: un diritto troppe volte negato a tanti giovani calabresi. Bisogna essere chiari, se non si creano nuove opportunità occupazionali, non c’è speranza di arginare l’emorragia demografica che colpisce tutti i comuni delle aree interne, inclusa la nostra Chiaravalle. Già nella prima consiliatura, pertanto, abbiamo puntato su tutta una serie di azioni di crescita economica che pensiamo di ampliare ulteriormente nel prossimo quinquennio. Innanzitutto abbiamo immaginato un impatto diretto sulle zone rurali, considerate come una ricchezza e una risorsa da riscoprire e valorizzare. Poi abbiamo intrapreso un percorso di valorizzazione turistica del nostro territorio, in collaborazione con importanti associazioni che operano nella vicina costa jonica, ospitando, non solo in estate, comitive di stranieri attirate dalle peculiarità storiche, culturali ed enogastronomiche della città. La nostra proposta è quella di un turismo sostenibile, lento, responsabile, consapevole, esperienziale. Le basi già ci sono e sono estremamente positive se si considera che da giugno 2016 a febbraio 2020 abbiamo avviato lavori per 18 milioni di euro a Chiaravalle: nuove scuole, strade, reti idriche, fognature, rigenerazione del patrimonio culturale urbano».

Maida: «Dobbiamo per quanto possibile, creare i presupposti per far sviluppare l’economia locale. Offrendo una mano alle aziende ed incentivandole ad investire nel nostro territorio per creare lavoro. Obiettivi non facili, ma abbiamo le idee chiare per vincere la sfida».

Neri: «Quella della fuga dei giovani verso le grandi città italiane e, soprattutto, dell’Europa è una piaga decennale che si è accentuata negli ultimi anni. Le cause sono riconducibili a miopi e sbagliate politiche nazionali e regionali. Il perpetuarsi di politiche che hanno negato ad ogni giovane la possibilità di mettere a frutto le proprie conoscenze, acquisite durante gli studi effettuati o al di fuori del mondo scolastico, si sono rivelate un danno per l’Italia e, soprattutto, per il Mezzogiorno e per le zone interne come quella di cui fa parte Chiaravalle Centrale. È necessario invertire tale tendenza. Ognuno deve fare la propria parte: il Comune, la Regione e soprattutto il Governo nazionale che, oggi, ha una grande opportunità, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza, di mettere in campo concrete e mirate politiche di rigenerazione dei territori interni del Mezzogiorno come quello di Chiaravalle Centrale. Il Comune dev’essere pronto e in grado, in termini di efficienza ed efficacia, di ricercare e cogliere tutte le situazioni che consentano ai giovani di potere scegliere di restare e costruirsi un futuro nella propria terra».

Rauti: «Lavorando per creare le condizioni affinché si possa ricominciare, dopo decenni, a investire a Chiaravalle. In primo luogo, migliorando i servizi, iniziando da quelli burocratici che devono essere più snelli e rapidi, in linea con i tempi in cui viviamo. In questo senso, è necessario che l’amministrazione comunale sia il più possibile trasparente e ascolti e dialoghi con i cittadini senza soluzione di continuità. Quindi, occorre ricreare condizioni accettabili di decoro urbano, riqualificando il verde pubblico e puntando sul “bello”: questi aspetti incidono molto sulla vivibilità e l’attrattività dei piccoli centri come Chiaravalle che, d’altra parte, possono vantare punti forti quali la posizione geografica, a due passi dal mare e immersa nel verde delle montagne e colline delle Preserre. Elementi che è necessario valorizzare. Infine, occorre impegnarsi nel ricostruire quel senso di comunità vitale per la sopravvivenza dei piccoli comuni».

Qui Gerace

La Cattedrale e la Porta dei Vescovi a Gerace

Pezzimenti: «Nel solco della continuità. Sarà impegno prioritario dell’amministrazione predisporre progetti specifici, progetti integrati di sviluppo sociale, per creare possibilità occupazionali per le giovani generazioni mediante la valorizzazione delle peculiarità culturali, locali, paesaggistiche, artigianali, turistiche ed enogastronomiche. Pensiamo ad esempio di intensificare la collaborazione con enti ed organismi specializzati per la creazione di laboratori di restauro, attraverso programmi da sostenere con finanziamenti regionali e della Comunità Europea».

Varacalli: «La pandemia ci ha insegnato come le nuove tecnologie possono venire in aiuto di alcune categorie di lavoratori e dei liberi professionisti, lo smart working è servito per allontanarsi dalle città e riscoprire i centri più a misura d’uomo. Serve incrementare la rete di connessione ad internet, ma è altresì importante far diventare Gerace “attraente” non soltanto per i turisti nel mese di agosto, ma per tutti i 12 mesi l’anno. Servono nuove opportunità lavorative, serve creare impresa. Dunque, è indispensabile adottare politiche attive di concerto con Regione, Stato ed Europa, affinché si esca da questa situazione di sudditanza ed assistenzialismo voluto da coloro i quali vogliono che nulla cambi».

Ritiene che i Comuni più piccoli siano meno considerati dalla politica nazionale e regionale?

Qui Chiaravalle Centrale

Chiesa Madre a Chiaravalle

Donato: «Ciò che manca, a mio avviso, è un canale diretto di comunicazione tra le piccole realtà comunali, come la nostra, e gli apparati burocratici regionali, nazionali e (aggiungerei) europei. Siamo noi i portatori di istanze e bisogni. Dovremmo essere noi a poter interloquire direttamente con chi stabilisce protocolli e linee guida per rivitalizzare le aree interne e i borghi. I bandi di riferimento, invece, molto spesso restano appesi a concetti ideali, troppo sganciati dalla realtà dei territori».

Maida: «Certamente sì. I Comuni non hanno a disposizione fondi necessari per fare tutto quello che sarebbe utile alla collettività. Rispetto ai grandi centri, si è svantaggiati. Ma non dobbiamo demordere».

Neri: «Le politiche dei tagli indiscriminati dei servizi hanno soprattutto colpito i Comuni più piccoli rispetto ai grandi centri. Il taglio dei servizi nella Sanità è quello che i cittadini hanno avvertito maggiormente. L’assenza di politiche per il lavoro ha soprattutto determinato lo spopolamento del nostro territorio».

Rauti: «Sì, ma ciò risulta altresì comprensibile. Più che lamentarsi “d’essere stati lasciati soli dalle istituzioni” oppure continuare a sbandierare la retorica del “sindaco eroe”, bisogna rimboccarsi le maniche e spulciare ogni possibilità d’intervento, di finanziamento, di progetti; non solo quelli ordinari. In ogni caso, nel nostro programma amministrativo, come anticipato anche due anni fa, c’è una bozza di progetto di conurbazione con i comuni del comprensorio, che condividono le medesime peculiarità: territori vastissimi ma una popolazione esigua. Insieme, sarà più semplice rivendicare servizi ed ottenere considerazione dagli enti gerarchicamente superiori».

Qui Gerace

Bifora moresca della casa catalana a Gerace
Bifora moresca della casa catalana a Gerace

Pezzimenti: «Purtroppo può accadere che le piccole realtà vengano considerate “periferie”. Ma sta proprio nella capacità dell’amministrazione saper cogliere le varie opportunità offerte da progetti anche internazionali».

Varacalli: «No, i piccoli comuni se ben amministrati, si siedono e discutono dei loro problemi a tutti i livelli istituzionali. Siamo all’interno dell’Anci, l’Associazione nazionale comuni italiani, e all’interno della stessa esiste un’area dedicata ai piccoli comuni. Io stesso faccio parte dell’Anci, ma anche del Comitato Europeo delle Regioni a Bruxelles, lì porto la voce di Gerace, che diviene così un piccolo grande comune europeo».

Come immagina di far cambiare le sorti del suo Comune una volta eletto?

Qui Chiaravalle Centrale

Una vista panoramica di Chiaravalle Centrale

Donato: «Con l’entusiasmo, la capacità di programmazione, la volontà e la determinazione. La nostra è una squadra affiatata di amministratori, fatta di donne e uomini che hanno posto quale loro obiettivo primario il massimo bene possibile per la città nella quale hanno deciso di vivere e restare con le proprie famiglie».

Maida: «Puntiamo ad una piccola “rivoluzione” nel metodo che fa perno su due aspetti: inclusione e valorizzazione delle risorse autoctone. Contiamo di far comprendere ai giovani che il futuro è l’agricoltura. Per cui metteremo in piedi un meccanismo che agevoli e sostenga chi ha voglia di intraprendere iniziative sul territorio. Poi abbiamo in programma di incrementare la socializzazione e gli investimenti nella cultura».

Neri: «Abbiamo presentato un articolato programma: sviluppo del territorio, ambiente, politiche sociali, giovani, lavoro, sanità (la pratica della casa della salute deve essere accelerata). È necessario un impegno per potenziare i servizi esistenti ed aggiungerne nuovi per andare incontro alle esigenze dei chiaravallesi e dei cittadini degli altri Comuni del comprensorio. D’altronde quanto sia necessario implementare servizi sanitari sul territorio, vicini alle persone, lo ha drammaticamente dimostrato l’esperienza del Covid-19. Certamente bisogna tenere conto delle competenze che la legge attribuisce ad un Comune e a un sindaco. Viviamo in territori difficili dove il Comune deve essere innanzitutto un punto di riferimento di legalità e trasparenza amministrativa; di ascolto e dialogo con tutte le persone e con tutte le associazioni esistenti sul territorio. Deve essere posto fine alle dannose vecchie e nuove politiche discriminatorie e clientelari; a quelle in cui, al posto dell’interesse di tutta la comunità, prevale quello personale». 

Rauti: «Da un lato cambiando approccio nell’amministrare la cosa pubblica, ascoltando tutti i cittadini senza differenze di sorta e agendo sul miglioramento della qualità dei servizi. Dall’altro implementando quella visione prospettica di Chiaravalle che è mancata negli ultimi decenni e che è necessaria se si vuole ribaltare il quadro desolante che rappresenta oggi la nostra cittadina».

Qui Gerace

Il centro storico di Gerace visto dallalto
Il centro storico di Gerace visto dall’alto

Pezzimenti: «L’eventuale vittoria della mia lista, ci permetterà di continuare la progettazione e la realizzazione di varie iniziative che negli ultimi anni abbiamo messo in campo».

Varacalli: «Già una volta sono stato sindaco della splendida Gerace. Essere sindaco significa dedicare il proprio tempo al bene del territorio e dei suoi abitanti, essere presenti e rispondere alle tante sollecitazioni. Il lavoro è alla base di ogni cosa, dobbiamo rilanciare il centro storico ed evitare che le attività chiudano, anzi, il mio impegno e della mia squadra, sarà quello di creare turismo congressuale, religioso e culturale. Vogliamo che Gerace ritorni agli antichi fasti grazie ad una sana imprenditoria femminile e giovanile, su cui si può puntare valorizzando le grandi potenzialità umane presenti sul territorio».

Quali saranno le prime azioni che intenderà intraprendere per dare una risposta ai cittadini che lo hanno eletto?

Qui Chiaravalle Centrale

Il chiostro del convento dei Cappuccini a Chiaravalle Centrale
Il chiostro del convento dei Cappuccini a Chiaravalle Centrale

Donato: «Ci siamo dati degli obiettivi, ma anche metodi e tempi per raggiungerli. Tra le prime azioni, punteremo con grande determinazione sul lavoro, sulla creazione d’impresa, sulle politiche giovanili e sulle politiche sociali. Tutto in una logica di massima condivisione con le istanze dei cittadini e di partecipazione aperta della comunità. Non a caso abbiamo già inaugurato la stagione delle Consulte, organismi che contiamo di allargare e riproporre, lavorando sui legami di comunità. In una sola parola: costruiremo, insieme, nuove opportunità di crescita e di inclusione».

Maida: «La bellezza: la nostra città deve essere più bella ed accogliente. Nei primi cento giorni dovremo mettere mano al decoro urbano. Negli anni successivi Chiaravalle deve diventare un centro migliore di quello che abbiamo ereditato, più vivibile».

Neri: «La prima cosa di cui ha bisogno Chiaravalle è quella di riscoprirsi comunità. Appena eletta la prima cosa che dovrò fare è lanciare un messaggio chiaro di unità. Un messaggio per far sentire tutti parte di un progetto comune di rinascita di questa Città. Stare insieme dalla stessa parte percorrendo la strada giusta. Solo uniti questa comunità potrà rinascere. Solo abbattendo le barriere della divisione e della rassegnazione potremo finalmente riprenderci il presente e costruire il futuro. Prima di qualsiasi azione programmatica io credo che Chiaravalle ha bisogno di riscoprire l’orgoglio».

Rauti: «Abbiamo in mente una serie di provvedimenti per far riacquistare, da subito, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. A partire dal ripristino di condizioni di legalità che passano, ad esempio, dalla riqualificazione accurata della toponomastica. Quindi, apriremo immediatamente un tavolo istituzionale di lavoro con l’Asp di Catanzaro per ragionare su presente e futuro della Casa della Salute che, sebbene dallo scoppio della pandemia si parli tanto di potenziamento della medicina territoriale, in questi anni e anche negli ultimi mesi ha visto perdere servizi e personale (le unità in pensione, in gran parte, non sono state rimpiazzate). Quindi, ci confronteremo con l’Organismo straordinario di liquidazione (il comune di Chiaravalle è in dissesto finanziario) per capire a che punto è il risanamento dell’ente. Ciò ci permetterà di capire da subito fin dove possiamo spingerci coi progetti in cantiere».

Qui Gerace

Il borgo dello Sparviero a Gerace
Il borgo dello Sparviero a Gerace

Pezzimenti: «La realizzazione del nuovo acquedotto comunale, attraverso lo sfruttamento dell’acqua proveniente dalle sorgive montane di proprietà comunale, il completamento della rete fognante e del collettamento dell’intero territorio comunale al depuratore consortile di Siderno, l’estendimento funzionale dell’illuminazione pubblica nelle contrade e l’ammodernamento della rete esistente con la realizzazione di un sistema di sfruttamento dell’energia proveniente da fonti rinnovabili. Tutte queste sono solo alcune delle iniziative in programma».

Varacalli: «Una sfida: cercare di portare gente a Gerace ogni mese dell’anno. Sarà nostro compito far girare l’economia “pulita” ed evitare ulteriori fughe di giovani».

Perché la sua proposta dovrebbe essere più efficace rispetto al passato?

Qui Chiaravalle Centrale

La sede del Municipio a Chiaravalle Centrale
La sede del Municipio a Chiaravalle Centrale

Donato: «L’efficacia deriva dall’impegno, dal duro lavoro quotidiano. Non può esserci una ricetta diversa. Dare continuità all’azione svolta è una garanzia per futuri successi amministrativi, sulla scia di una positiva esperienza (di opere, azioni, programmazione, iniziative) già maturata nel corso del mio primo mandato».

Maida: «Perché abbiamo un progetto per Chiaravalle e sappiamo dove intervenire. Il nostro programma non è il libro dei sogni. È un programma pieno di idee per obiettivi raggiungibili. La Comunità al centro per il bene di tutti».

Neri: «“Rigeneriamo Chiaravalle”, la lista che sono stata chiamata a guidare, offre la possibilità ai cittadini di chiudere con il passato e costruire una nuova classe dirigente al servizio della gente e del territorio.  Per troppo tempo le stesse facce, gli stessi attori politici hanno calpestato il terreno della politica chiaravallese. Ciò che ne è stato il risultato è sotto gli occhi di tutti. Dunque oggi i chiaravallesi hanno un’alternativa vera. Scegliere di dare un taglio netto al passato e dare fiducia a persone che hanno un unico obbiettivo: la rinascita di Chiaravalle».

Rauti: «Perché è scevra da condizionamenti politici “esterni” o provenienti dal passato o da rendite di posizione. Siamo una squadra giovane, tutti i dodici componenti della lista sono alla prima candidatura e tutti svolgono una professione, compreso il sottoscritto. Ciò vuol dire che abbiamo insieme deciso di dare concretezza a un progetto partito 4 anni fa unicamente per passione, perché non potevamo assistere inermi alla decadenza della nostra cittadina».

Qui Gerace

Il castello di Gerace
Il castello di Gerace

Pezzimenti: «Una sempre maggiore attenzione alle politiche ambientali ed energetiche permetterà uno sviluppo del territorio in linea con la tutela e la valorizzazione delle caratteristiche urbanistiche ed artistiche del nostro territorio».

Varacalli: «Perché in questi anni si sono capite tante cose, la prima fra tutte, che una comunità per crescere deve diventare internazionale, da diversi anni, come dicevo, sono membro del Comitato Europeo delle regioni ed i miei contatti con l’Europa sono tanti ed importanti e non vedo l’ora di poterli davvero mettere a disposizione della mia città».

Per quale ragione un elettore dovrebbe premiarla alle urne?

Qui Chiaravalle Centrale

La navata centrale del Convento dei Cappuccini a Chiaravalle
La navata centrale del Convento dei Cappuccini a Chiaravalle

Donato: «Perché guardiamo avanti e non restiamo fermi al passato. Perché sappiamo di dover ripensare la vocazione della nostra città e, per farlo, ci sarà ancora bisogno dell’aiuto dell’intera nostra comunità. Includendo, e non escludendo, continueremo insieme a costruire il futuro di Chiaravalle».

Maida: «Perché abbiamo un “sogno”. Il nostro è una Chiaravalle moderna al passo con i tempi senza lasciare indietro nessuno.  I sogni vanno inseguiti con determinazione ostinazione e competenza. Noi prendiamo questo impegno con i nostri concittadini».

Neri: «In genere non amo l’autoproclamazione. Tendo sempre a far dire agli altri il perché dovrebbero darmi fiducia. Ma a domanda è obbligatoria risposta. Dunque le dico che i motivi sono molteplici prima di tutto per coerenza, impegno, caparbietà e sensibilità. Poi per la mia passione   disinteressata verso la politica. Opero nel mio paese da oltre 17 anni con la mia professione, nel sociale e nella politica in modo costante e non solo in tempi elettorali. La mia comunità è il mio unico interesse migliorare il luogo dove ho deciso di far crescere i miei figli. Far rinascere il paese dove sono nata e cresciuta e dove ho deciso di ritornare dopo gli studi universitari. E inoltre perché noi donne abbiamo una marcia in più e guardiamo con maggiore sensibilità al benessere collettivo in quanto il nostro unico pensiero è lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi. Lo spirito materno, il sentimento che ci caratterizza può sicuramente dare alle comunità un valore aggiunto».

Rauti: «Per tutto quanto detto finora. E anche perché quella che si presenta alla comunità è un’occasione storica, un’occasione unica: è la prima volta che una squadra totalmente libera dai legami tossici della “vecchia politica” si presenta alle elezioni. Non c’è più tempo, altri 5 anni di stagnazione sarebbero fatali per il nostro comune. Ora è arrivato il nostro momento».

Qui Gerace

La cappella della madonna della Itria nella cripta del duomo di Gerace

Pezzimenti:«Per lo sviluppo del territorio serve un particolare impegno delle istituzioni che non possono essere improvvisate: la continuità, l’esperienza, la conoscenza del territorio e della macchina Amministrativa maturata dalla nostra esperienza potrà essere un fattore chiave per affrontare con determinazione le legittime aspettative dei cittadini e della Comunità in generale».

Varacalli:«Per la mia passione, per la mia competenza, per la mia squadra che reputo la migliore, per il mio caratteraccio che ogni tanto mi rende antipatico ma che denota un non voler cedere alle storture malate del sistema. Perché Gerace merita di cambiare». (r.desanto@corrierecal.it)

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