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La riflessione

«Occhiuto non “paghi dazio” a nessuno»

«La Calabria ha bisogno di una Giunta regionale seria, capace e competente». Queste le parole del neo presidente dopo i risultati elettorali. Roberto Occhiuto è del parere che sarebbe bene procede…

Pubblicato il: 11/10/2021 – 10:08
di Franco Scrima*
«Occhiuto non “paghi dazio” a nessuno»

«La Calabria ha bisogno di una Giunta regionale seria, capace e competente». Queste le parole del neo presidente dopo i risultati elettorali. Roberto Occhiuto è del parere che sarebbe bene procedere ad una valutazione complessiva prima di porre mano a selezioni al di fuori del contesto degli eletti. Un’idea positiva che merita il plauso di buona parte della collettività calabrese.
Prima però si deve fare chiarezza circa l’idea di portare in giunta – frutto di accordi tra i partiti della maggioranza – tre persone non elette indicate dai partiti della nuova maggioranza con i quali sarebbero stati raggiunti accordi pre-elettorali. Si tratta del solito Nino Spirlì (in quota Lega) da rimettere sulla poltrona di vicepresidente, del sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo e di Maria Limardo, sindaco di Vibo Valentia, ai quali andrebbe un assessorato ciascuno. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, che ai calabresi chiudendo la campagna elettorale a Catanzaro ha tenuto a far conoscere il pensiero del suo partito: «Noi non siamo d’accordo per le cooptazioni e ci faremo sentire».
Allo stato dei “giochi” lo stesso Occhiuto, stando a indiscrezioni, sembrerebbe intenzionato procedere a ulteriori verifiche prima di aprire le porte del Governo regionale per fare accedere persone rimaste estranee alla competizione elettorale, anche a rischio di un “contenzioso” con Salvini. Ma potrebbe anche essere un rischio calcolato per non spingersi oltre il giudizio espresso dagli elettori nelle cabine elettorali. Immettere nel Governo della Calabria persone non candidate, sulle quali gli elettori non si sono potuti esprimere, non è un viatico facilmente digeribile a prescindere dagli incensamenti che prevedibilmente arriveranno dai partiti interessati. 
L’istituto della cooptazione dopotutto rappresenterebbe una deroga alla regola che riconosce all’assemblea la competenza per la nomina degli amministratori. E la norma, peraltro, risponderebbe solo all’esigenza di garantire la completezza e il regolare funzionamento del Governo regionale nel numero fissato dall’atto di nomina o dallo statuto. Ma cosa impedirebbe attingere direttamente dal Consiglio piuttosto che “mettersi in casa” persone esterne che non sono espressione degli elettori? Forse si tratta di “pagare dazio”, secondo quell’abitudine viziosa delle promesse assunte in campagna elettorale per invogliare qualcuno a spendersi per portare voti. Ma, se così fosse, ne verrebbe a perdere la dignità stessa della rappresentanza politica che vuole che la stessa sia espressione del voto popolare. Dopotutto la cooptazione rappresenta secondo il Codice Civile una deroga temporanea e si esaurisce con la nomina di altri che avverrà alla prima assemblea utile.
Al di là della rappresentanza politica, il presidente della Regione dovrà decidere se avvalersi o meno della concomitante presenza di tecnici da affiancare ai politici per risolvere problematiche che abbisognano di particolari attenzioni.
Il voto presuppone una scelta che si ottiene con la selezione di coloro che si propongono all’elettorato per essere votati. E cosa hanno a che vedere coloro che hanno agito dall’“esterno” rimanendo lontani dalla bagarre elettorale? La Calabria non può essere considerata diversa dalle altre regioni; anzi in questo estremo lembo d’Italia c’è bisogno di maggiore attenzione anche per una politica che abbia il compito di rivitalizzare l’ambiente e renderlo competitivo con il resto del Paese. Una politica che sappia parlare ai calabresi dimostrando essenzialmente di rispettare le loro indicazioni, abbandonando finalmente quel sistema deleterio rappresentato dall’agire per clientela.
Maggiore credibilità si ha se si dimostra qualità soprattutto nel programma che va considerato come il Vangelo e nell’affrontare i bisogni della popolazione con dedizione. Mai come in questo periodo La Calabria ha bisogno di essere governata da politici credibili e responsabili. Se si parte ancora col piede sbagliato si dà l’impressione di non essere cresciuti e di essere usciti di strada ancora prima di affrontare la prima curva del percorso.
*giornalista

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